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"Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all'odio e al terrore" C.Chaplin

Creato da UnitedFilm il 01/03/2009

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Nota del Redattore

Non sono una giornalista cinematografica, non ho mai studiato il settore in modo approfondito e l'esperienza me la son fatta a suon di pellicole dalla più tenera età;

non sono una santona, i miei gusti son del tutto opinabili e quasi sempre sufficienti ...

insomma, per capirci: lo faccio per diletto!

 

 

Un matrimonio all'inglese

Post n°16 pubblicato il 11 Agosto 2009 da UnitedFilm
 

Titolo Originale: Easy Virtue
Anno: 2008
Genere: Commedia
Durata: 96 minuti
Regia: Stephan Elliott
Attori principali: Jessica Biel, Colin Firth, Kristin Scott Thomas, Ben Barnes, Kimberley Nixon
Premi: -

Plot in breve:
John Witthaker, rampollo inglese in giro per il mondo, presenta alla sua famiglia borghese - ma sull'orlo del baratro finanziario - la nuova moglie americana Lalita. La giovane si farà notare per ironia e indipendenza conquistando numerose antipatie e (qualche) simpatia.

Pungente e sarcastico. Ecco come definirei questa pellicola di Elliot - tratta da un testo teatrale di Noel Croward - e portata sullo schermo da una regia attenta ma spensierata.
Archiviato il risentimento per la Biel, con cui fui davvero molto crudele a inzio carriera, devo ammettere che la parte della volitiva e scandalosa Lalita pare esserle stata cucita addosso. Anche se la sua interpretazione risulta senza dubbio di minor esperienza rispetto alla divina Scott Thomas, riesce a creare con lei quell'alchimia antipatica che risulta essenziale per la buona riuscita del film. Insipido Ben Barnes, ma forse al ruolo non era richiesto altro, fuggevole ed appannato Firth che in un paio di fotogrammi mi sembrava chiedersi "ma che ci faccio qui?".
Nonostante queste due sbavature il film è incantevole: battute sagaci, humor tagliente e finale a sorpresa. Si poteva fare di più? Forse.... forse rimane un senso di incompletezza alla pellicola che sembra, per tutta la sua durata, di star per spiccare quel volo che non arriva mai del tutto.Non tutte le ciambelle escono fuori con un buon buco....a vedere certi lavori in circolazione è già tanto se ce l'hanno quel buco per cui non mi lamenterò oltre.

Voto: 7 e mezzo

 
 
 

Il dubbio

Post n°15 pubblicato il 05 Agosto 2009 da UnitedFilm
 

Titolo Originale: Doubt
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 104 minuti
Regia: John Patrick Shanley
Attori principali: Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis, Lloyd Clay Brown
Premi: Golden Globes 2008: nomination per migliore sceneggiatura; Premio Oscar 2009 & Golden Globes 2009: nomination per migliore attrice Meryl Streep,miglior attore non protagonista Philip Seymour Hoffman, miglior attrice non protagonista Amy Adams, miglior attrice non protagonista Viola Davis, miglior sceneggiatura non originale.

Plot in breve: In un collegio cattolico americano dove si respirano ancora i postumi dell'attentato a Kennedy, Sorella Aloysius Beauvier sospetta che padre Flyn, parroco progressista, abusi di uno studente nero. Lo scontro sarà tra due forti personalità.

Quando guardi un film con Meryl Streep non puoi essere lo stesso dopo... Ritengo che la sua interpretazione sia qualcosa di assolutamente unico e raro nel panorama attoriale contemporaneo. La sua sorella Aloysius è sintesi di dubbio e certezze in una mescolanza continua: mentre ad una prima lettura ci si può fermare alla constatazione che quel dubbio del titolo sia dovuto alle accuse di pedofilia, con il procedere del film il senso escatologico è palese nella crisi spirituale della religiosa. Un dubbio morale infatti, per la religione, altro non è che una mancanza di fede. Padre Flyn, ambiguamente messo in scena da un altrettanto bravo Philip Seymour Hoffman, è quindi solo strumento di una crisi latente. La struttura del film è molto teatrale, così come la regia stessa delle riprese e delle inquadrature, tradendo così l'origine della sceneggiatura. Il film è forse un po' lento per i convenzionali - e velocissimi - tempi del cinema odierno, ma non poteva essere altrimenti.


Voto: 9
 
 
 

L'amore ha due facce

Post n°14 pubblicato il 15 Giugno 2009 da UnitedFilm
 

Titolo Originale: The Mirror has two Faces
Anno: 1996
Genere: Commedia
Durata: 125 minuti
Regia: Barbra Streisand
Attori principali: Lauren Bacall, Jeff Bridges, Barbra Streisand, Eli Roth, George Segal
Premi: Nomination Oscar 1996 per attrice non protagonista Bacall, miglior canzone; premio Golden Globes 1997 per attrice non protagonista a L.Bacall e nomination per miglior attrice Streisand, miglior colonna sonora e miglior canzone

Plot in breve: Rose, docente universitaria spiritosa ma poco appariscente, si sposa con Greogory, collega cervellotico e sentimentalmente disulluso che le pone una condizione: sarà un matrimonio senza sesso.

A me Barbra Streisand piace. Eh va beh, non sarà il Faust e come regista non la si può certo ricordare, ma è brava in quello che fa (e non è cosa scontata!). Cosa fa in questo film? Prima cosa, grazie al cielo, non canta: Dio ci scampi dai musicarelli! Recita? Oh si, secondo me si. Diciamo che Rose è la bruttina sfigatella che è in ognuna di noi: quella a cui non stanno mai a posto i capelli, quella innamorata dell'uomo che le ha portato via la sorella, quella che è irrimediabilmente single perchè proprio non ce la fa ad accontentarsi.
I dialoghi, brillanti come solo le commedie americane sanno essere, sono veri, un po' edulcorati talvolta ma sinceri e schietti. Peccato per quel finale stentato: nell'ultima mezz'ora mi son aspettata la conclusione del film almeno 10 volte.
Menzione speciale per la mia adoratissima Lauren Bacall: perfettamente struccata e acida!

Voto: 7 e mezzo

 
 
 

L'ereditera

Post n°13 pubblicato il 15 Giugno 2009 da UnitedFilm
 

Titolo Originale: The Heiress
Anno: 1949
Genere: Drammatico
Durata: 115 minuti
Regia: William Wyler
Attori principali: Olivia De Havilland, Montgomery Clift, Ralph Richardson, Miriam Hopkins
Premi: Nomination Oscar 1949 per miglior film, miglior regia, attore non protagonista a Richardson, miglior fotografia in b/n; Premio per miglir attrice, colonna sonora, scenografia, costumi

Plot in breve: New York metà 800: Chaterine Sloper, non più giovanissima ma ben provvista di patrimonio in eredità, si innamora per la prima volta di Morris Townsend. Quando scoprirà che mirava ai suoi soldi, mediterà vendetta per molti anni.

Ho visto questo film con mia mamma ed è stata interessante la discussione postuma alla conclusione: secondo lei il film aveva un retrogusto amaro e il personaggio era sostanzialmente quello di uno sconfitto; secondo me - per la connaturazione stessa della triste vicenda - non si poteva parlare di sconfitta ma di dolore eterno. Catherine, gentile ma sprovveduta, figlia di una madre troppo leggendaria per bellezza e appeal da poter essere eguagliata, mal considerata persino dal padre, è un personaggio per il quale la vita è solo dolore: può la vendetta essere una ennesima sconfitta? A mio avviso no: è l'unico modo per una parziale rivalsa. Una struttura molto teatrale per questa trasposizione del romanzo Washington Square (1880) di H.James: spacciare per bruttina la De Havilland è un po' forzato ma l'attrice ci mette una pezza con la bravura e salva la baracca. La fotografia è effettivamente superba così come la regia. Montgomery Clift ancora devo capire se si possa considerare attore.... a me pare che abbia la stessa faccia in tutte le scene di tutti i film! Ma sono profana, per carità!

Voto: 7 e mezzo

 
 
 

Changeling

Post n°12 pubblicato il 15 Giugno 2009 da UnitedFilm
 

Titolo Originale: -
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 140 minuti
Regia: Clint Eastwood
Attori principali: Angelina Jolie, John Malkovich, Jeffrey Donovan, Colm Feore, Jason Butler Harner
Premi: Numerose nomination tra cui attrice, fotografia e scenografia agli Oscar 2009; attice in film drammatico e miglior colonna sonora ai Golden Globes 2009

Plot in breve: Christine Collins, nell'America anni 20 vittima di un esecutivo corrotto, denuncia la scomparsa del proprio figlio e si vede restituire un altro bambino spacciato per il suo.

La storia, tratta da una vicenda davvero accaduta - anche se incredibile- è davvero disperata: nella sua narrazione, nell'interpretazione degli attori, nella vicenda stessa traspare ovunque un sentimento di lancinante disperazione. Quello che mi ha colpito di questo film è la costruzione tecnica stessa della sceneggiatura: in un crescendo di brutture ci delinea, senza mai scadere nel patetismo o nel tragico, una vicenda triste e brutale dove la violenza ha il ruolo da primo attore.
Angelina Jolie, forse fino ad ora troppo bistrattata o relegata al clichè della fatalona, qui ci fornisce un'ottima prova: nella lunga vicenda che coinvolge il personaggio di Christine - che anche da libera sarà schiava - ci rappresenta una donna sconfitta ma mai arresa, con cui lo spettatore riesce a identificarsi senza limitazioni (pur non essendo madre, è stato lancinante anche per me!).
La chiusa del film, piccolo e unico spiraglio di luce, è comunque in linea con tutta la pellicola in cui si fa notare la quasi assenza di colonna sonora e dialoghi asciutti: solo Eastwood poteva rendere una vicenda del genere un atto di accusa e non un film di disgrazie.

Voto: 8 e mezzo

 
 
 
 
 

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