TERZO DAL SOLE

POVERA ITALIA...

Ad una settimana dal voto che aveva portato il Premier Prodi a rassegnare le dimissioni davanti al Capo dello Stato, ieri sera il Senato a dato fiducia al Governo. 162 voti a favore contro 157 contrari. Tutti contenti? Io no. E faccio notare che, ideologicamente, sono più verso sinistra che non verso destra.

Il governo Prodi va avanti, ma fino a quando? E, soprattutto, che è successo ieri che non poteva succedere una settimana fa?

Alla prima domanda è facile rispondere. Andrà avanti fino al prossimo stop che gli porranno, ad esempio sulla politica estera, quelli che l'avevano già fatto. E' inutile girarci intorno. Lo faranno.  Alla seconda domanda è un po' più complesso rispondere. Ieri è accaduto che quelli che avevano dato sfiducia a Prodi sulla questione afghana e sulla base di vicenza hanno fatto marcia indietro, presi dalla paura di un ritorno berlusconiano che, in caso di elezioni anticipate, pare scontato; è accaduto che un esponente della precedente legislatura, tal Follini, si sia votato alla causa prodiana per motivi che forse appaiono oscuri anche a lui stesso (nonostante un discorso preparato ad hoc e che ha ricevuto persino qualche applauso dall'opposizione); è accaduto che il senatore a vita Andreotti (ce l'abbiamo in giro dal '46...) poteva sciegliere tra "si", "no", astenersi o uscire dall'aula. E' uscito dall'aula e non partecipando al voto ha di fatto dato una mano a Prodi. Con una differenza. Si astiene dal giudicare il governo (ma non dice no), ma mette le mani avanti sui DICO.

Eccolo qua uno dei nodi di questa scassata legislatura. Ecco qua una delle cose per cui varrebbe la pena riflettere.

I DICO, parenti dei PACS.

Personalmente, e lo dico per spazzare il campo da dubbi, per me si possono sposare anche testuggini con cavallucci marini. Per me possono stare insieme due donne, due uomini, Mastella e la Bindi. Tutti. Sposarsi, non sposarsi, vivere insieme. Non mi interessa. Le unioni civili mi sembrano una bella idea, e chi dice che si intacca il senso della famiglia dice una stupidaggine. Ma di questo parleremo in un altro post. Il problema non è se fare una legge sulle unioni di fatto o no, il problema è che credo che questo paese abbia necessità di ben altre riforme. Molto più urgenti. Ma vi sembra normale che passiamo mesi sulla discussione dei PACS, poi facciamo la legge sui DICO, e alla fine rischiamo che questi siano, a onor del vero, uno dei problemi che porteranno il governo al prossimo stop? (Il fatto che ci sia stata una leggera marcia indietro da parte di Prodi sul tema è evidente a tutti.)

Il paese fa acqua. Abbiamo bisogno della riforma sulle pensioni. La riforma della legge elettorale. Abbiamo bisogno di infrastutture nuove e modifiche a molte, fatiscenti, già esistenti. Avremmo bisogno di una riforma sui salari, perchè possono dire quello che vogliono ma oggi con 900/1000 euro mensili non si va da nessuna parte (e credo che se un parlamentare avesse uno stipendio massimo di 5000 euro mesili netti vivrebbe comunque in modo oltremodo decoroso). Avremmo bisogno di una redistribuzione più logica delle tasse. Di una lotta all'evasione fiscale che non vada a pesare sui piccoli commercianti, più che sui grassi liberi professionisti/industriali. Avremmo bisogno di qualcosa di diverso che non sia un indulto (chi è in galera deve stare in galera fino alla fine della pena. punto e basta.). Avremmo bisogno di una vera, nuova, efficace politica energetica, invece di fanfaronate che durano il tempo di un amen. Avremmo bisogno di una svolta anche nella politica estera, smettendo di fare i filo-americani per forza e ad oltranza (ripeto, mi stanno simpatici gli yankees, però se fanno una cazzata bisogna riconoscerlo e non andar loro dietro per forza).

Abbiamo bisogno di molte cose veramente importanti. E fatte queste si potrebbe discutere anche delle unioni di fatto. E invece? E invece ci incastriamo in un processo lungo e tortuoso e malvisto (siamo in Italia, dove regna sovrano il Vaticano...), tralasciando cose che avrebbero bisogno di grande forza d'intenti.

Il paese è spaccato. Come il Senato. Come la Camera (il fatto che la maggioranza abbia qualche voto in più non cambia lo stato delle cose). La gente vuole delle risposte, e ci danno la legge sui DICO. Vogliamo sapere cosa accadrà dei nostri soldi, dei piccoli risparmi, del futuro. E loro fanno gli accordini sottobanco per non far tornare Berlusconi. E poi? Fatto questo (e sono d'accordo, il caro Silvio ne ha fatte di sciocchezze) andiamo avanti oppure al prossimo voto si casca di nuovo?

Non c'è omogeneità. In una sinistra che vuol governare con ariosità non ci possono essere continui stop. Nemmeno tra loro, i ministri, c'è accordo e coerenza. E io non mi sento rappresentato da un governo che fa dell'anti-berlusconismo il proprio propellente. Voglio un governo che faccia della ripresa dello stato e della tutela dei cittadini, del futuro e della progettualità i punti cardine. Ma questo non c'è. Solo tante parole. come nei cinque anni passati.

A dimostrazione del fatto che scambiando i colori al comando, il risultato non cambia.

Bravi. Complimenti. A tutti.