Post n°2121 pubblicato il
26 Marzo 2017 da
namy0000
(Ulrich Schmid, Neue Zürcher Zeitung, Svizzera, Internazionale n. 1196 del 17 marzo 2017). Affari tra nemici. “Per molti dei paesi musulmani, Israele è il peggiore dei mali. Eppure lo stato ebraico Ha rapporti commerciali con quasi tutti i suoi vicini: ha sempre fatto affari con loro, li fa ancora oggi e continuerà a farli in futuro. Ufficialmente, gli scambi commerciali sono proibiti solo con l’Iran, il Libano e la Siria. Con gli altri paesi musulmani è consentito fare affari, e Israele li fa in modo abbastanza esplicito, o comunque con meno imbarazzo di quanto facciano le sue controparti arabe, che non dichiarano apertamente di commerciare con “l’entità sionista” per paura di suscitare rabbia e indignazione nell’oèinione pubblica… L’evoluzione di questi scambi commerciali dipende da molti fattori, non ultimo da quale sarà il comportamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ma lo scenario più verosimile è che i commerci tra Israele e i paesi arabi continueranno ad andare a gonfie vele. L’Iran resta una minaccia per il mondo arabo e per Israele, e questo fa prosperare i commerci tra gli israeliani e i sunniti. Quanto alla Palestina, saranno sempre di meno i paesi arabi che ne faranno un motivo per boicottare Israele. Inoltre, Tel Aviv sarà in condizione di sfruttare le sue riserve di gas più rapidamente di quanto potrà mai fare l’Egitto. Quindi lo stato ebraico diventerà il fornitore di energia di tutta la regione, proprio come immagina Netanyahu. E i compratori no saranno solo i greci, i turchi e i nordeuropei, ma anche gli arabi. Per giunta, la guerra in Siria si trascinerà ancora a lungo, assicurando a Israele un ruolo più centrale come paese di transito e punto di accesso commerciale al mondo arabo”.
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