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Il nuovo romanzo
Post n°2246 pubblicato il 19 Giugno 2017 da namy0000
Il nuovo romanzo di Arundhati Roy, Il ministero della suprema felicità, è uscito il 6 giugno u.s. in trenta paesi. In Italia è stato tradotto da Federica Oddera e pubblicato da Guanda. Il New Yorker ha parlato di un “romanzo che mostra le cicatrici della storia moderna dell’India”… Meno positiva la recensione dell’Economist: “Un lunghissimo e sfocato mattone a cui avrebbe giovato un editing più rigoroso”. (…) “È comunque evidente che le piace dare di sé l’immagine di un’eccentrica per molti versi ingestibile. ‘Quando scrivo entro in una modalità in cui penso: non cucino, non esco. Metto a bollire un uovo. Poi me lo dimentico, tutto prende fuoco e l’uovo diventa un grumo nero. A quel punto qualcuno dice: Ok, ti mandiamo un po’ di cibo. È raggiante. Mi chiedo se nei suoi romanzi ci sia davvero spazio per l’invenzione. I protagonisti de Il ministero della suprema felicità saranno anche estremi, ma il grande talento di Roy non sta tanto nel sognare questi personaggi, quanto nel prendersi la briga di vederli davvero intorno a lei. “Quando la gente mi descrive come la voce di chi è senza voce, divento pazza”, sbuffa Roy. “Penso invece che nessuno è senza voce. Esistono persone che vengono deliberatamente messe a tacere o che non vengono ascoltate quando parlano”. Forse Roy è riuscita a sopravvivere così a lungo senza narrativa perché la vita che ha vissuto ha avuto la straordinaria intensità di un romanzo. Roy forse non è una hijra che vive in un cimitero, ma la voce di Anjum è senza dubbio la sua. “Sì”, annuisce con soddisfazione. “Vivo una vita davvero poco ortodossa. Ho amici dalle origini più svariate, donne che si pensano uomini, ragazzi gay. Un giorno su un autobus a Delhi un amico ha ascoltato una conversazione tra un ragazzo e una ragazza”, racconta, cominciando a sorridere. Il ragazzo stava confidando alla ragazza: “Quanto vorrei essere la moglie di Arundhati Roy”. Il suo volto s’illumina di piacere, e sorride deliziata. “Adoro questo meraviglioso disordine” (Internazionale n. 1208 del 9 giugno 2017). |
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