Un mondo nuovo

Nell'ultimo anno

2019, Internazionale n. 1301 del 5 aprile. ETIOPIA. Nell’ultimo anno il primo ministro Abiy Ahmed ha realizzato grandi cambiamenti, come la pace con l’Eritrea. Riuscirà a tenere fede a tutte le promesse fatte agli etiopi? A 42 anni Abiy Ahmed è il più giovane leader del continente. Sta facendo costruire un museo digitale per celebrare la storia del paese, un parco a tema etiope e uno zoo con 250 animali: secondo lui attireranno ogni giorno migliaia di visitatori. “Questo è il prototipo della nuova Etiopia”, commenta un ex ufficiale dei servizi segreti militari laureato in ngegneria informatica. “Rispetto ad altri miei colleghi ho già realizzato molte cose. Ma non sono neanche l’1 per cento di quelle che ho in mente”…. Per che genere di società hanno lottato gli etiopi? I manifestanti hanno compiuto attacchi contro le fabbriche, soprattutto quelle nte dalla collaborazione tra investitori stranieri ed élite locali, accusate dagli abitanti della regione di essersi accaparrate le terre in modo indiscriminato senza offrire opportunità di lavoro agli abitanti del posto. La rivolta ha sempre rivendicato anche diritti politici, accanto a quelli economici.

In Etiopia, negli ultimi vent’anni, la povertà è calata del 45,5 per cento del 2000, al 23,5 per cento nonostante la popolazione sia cresciuta da 65 milioni di abitanti nel 2000 a 100 milioni nel 2016, scrive Jay. “L’Etiopia ha uno dei più bassi coefficienti di Gini (l’indice della disuguaglianza di reddito) dell’Africa, molto più basso del vicino Kenya, paese del ‘libero mercato’. Gli investimenti nei servizi sociali e a favore delle fasce povere hanno garantito un’istruzione primaria al 100 per cento della popolazione, una copertura sanitaria al 98 per cento e l’accesso all’acqua potabile al 65 per cento. La realtà è che far uscire dalla povertà una popolazione che dovrebbe raddoppiare nei prossimi trent’anni continuerà a essere un compito di portata storica per il governo etiope. Affidandolo solo al ‘libero mercato’ e al settore privato, si rischia di lasciare indietro decine di milioni di persone. Se i salari rimarranno bassi e il lavoro continuerà a essere in larga misura informale, la povertà non diminuirà, anzi cresceranno le disuguaglianze”.

Humera è una cittadina etiope sul confine con l’Eritrea. Dopo la pace, molti eritrei arrivano qui per incontrare i loro familiari. Alcuni, però, poi non possono tornare indietro.

I pericoli del federalismo etnico. Le riforme del primo ministro etiope si scontrano con la costituzione del paese. Si rischia un nuovo conflitto interno. … Il censimento dell’Etiopia elenca più di 90 gruppi etnici, a ci sono solo 9 assemblee regionali su base etnica con diritti speciali per il gruppo designato come maggioritario. …

Nel solo 2018 le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 500 manifestanti … quasi un milione di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case  a causa delle violenze a sfondo etnico.

Cresce il timore che l’Etiopia possa essere colpita dal prossimo conflitto interetiìnico dell’Africa… Come gran parte dell’Africa, l’Etiopia è a un bivio.

Abiy potrà ottenere dei progressi solo se l’Etiopia adotterà un diverso tipo di federazione, territoriale e non etnica, in cui l’accesso ai diritti in un’unità federale sia sancito non su base etnica ma della residenza. Un accordo del genere permetterà agli etiopi di allontanare i rischi di una dittatura.