Un mondo nuovo

Costo ambientale e sociale

2019, Internazionale n. 1310 del 7 giugno. SUDEST ASIATICO. NON E’ LA DISCARICA DELL’OCCIDENTE. Dalle Filippine alla Malaysia, i paesi della regione non vogliono più accttare i rifiuti provenienti dall’Europa e dal Nordamerica. E cominciano a rimandarli indietro. Per tutto il 2018 grandi quantità di rifiuti provenienti dai paesi occidentali si sono accumulati nei porti di Filippine, Indonesia e Vietnam, mentre in Malaysia spuntavano distese di plastica importata dall’Europa e dagli Stati Uniti. Il 23 maggio il presidente delle Filippine Duterte ha minacciato di rompere le relazioni diplomatiche con il Canada se il governo non accetterà di riprendersi 69 container con 1.500 tonnellate di rifiuti esportati nel paese asiatico tra il 2013 e il 2014. Per anni il Canada si è rifiutato di affrontare il problema, ma Manila ha avvertito che se Ottawa non agirà in fretta farà trasportare l’immondizia fino alle acque territoriali canadesi per poi scaricarla lì….. Secondo molti questo è l’unico modo per costringere gli stati, soprattutto occidentali, a occuparsi dello smatimento dei loro rfiuti e a non scaricarli più sulle spalle dei paesi in via di sviluppo….. Le aziende private che gestiscono i rifiuti per conto dei governi hanno cominciato a cercare alternative e hanno dirottato i carichi verso il sudest asiatico. La Malaysia ha pagato più di tutti questa deviazione. Secondo Greenpeace, le importazioni di rifiuti di plastica nel Paese sono passate da 168.500 tonnellate nel 2016 a 456.000 tonnellate solo nei primi mesi del 2018, con un costo ambientale e sociale molto alto….. Intanto la spazzatura continua ad arrivare. In Indonesia sessanta container di rifiuti pericolosi e tossici provenienti dall’estero sono fermi da cinque mesi in un porto dell’isola di Riau. Alla fine di maggio nelle Filippine sono spuntate balle di rifiuti urbani provenienti dall’Australia ed etichettate come carburante. Presto, ha fatto sapere Manila, saranno rispedite indietro.