Un mondo nuovo

Uniti in un'unica carne

“Tristezza, solitudine sono il contrario di quello che dovrebbe essere il senso profondo del matrimonio, che parte da queste espressioni di Dio nel libro della Genesi: ‹‹Non è bene che l’uomo sia solo››, e poi: ‹‹I due saranno un’unica carne›› (Genesi 2,18.24). Purtroppo, non sempre questo ideale si realizza. A volte, addirittura, ci si sente come in prigione. Occorre che ci si prepari bene al matrimonio, avviando un cammino che tenga conto non solo degli aspetti dottrinali e pastorali, ma anche della vita concreta delle coppie. ‹‹Nel tuo otre raccogli le mie lacrime››, afferma il Salmo 56. Ed è proprio così. Dio-Amore non dimentica le nostre sofferenze e ci invita ad avere ancora fiducia in lui, a non scoraggiarci, a ricordare e a far leva sui tanti doni che abbiamo ricevuto nella nostra vita… Non sfuggire a un clima oppressivo, ma esprimere l’amore che si ha dentro e poi ridonarlo rinforzato alla nostra famiglia. Purtroppo spesso non si viene educati all’importanza dei rapporti intimi nella vita di coppia e si riducono alla soddisfazione dell’istinto oppure a un dovere. Mentre dovrebbero essere l’espressione dell’amore reciproco, fatto anche di carezze, di baci, di abbracci, ma che culmina nell’atto sessuale. Il rapporto fisico è importante, è una riattualizzazione del sacramento del matrimonio perché, come prevede lo stesso Codice di diritto canonico, per mezzo di esso i coniugi diventano una sola carne. Segno del nostro amore per l’altro, o almeno del patto matrimoniale con cui Dio-Amore ci ha uniti. Occorre, comunque, non ridurre tutto a questi momenti di intimità. Anche i consigli di papa Francesco agli sposi, con le tre parole da usare spesso: ‹‹Permesso, grazie, scusa››, possono essere utili per fare di ogni momento della giornata un’occasione di incontro, di dialogo, di confidenza. Tenere vivo il dialogo con Dio-Amore: la sua grazia ci potrà sostenere, incoraggiare, rasserenare” (FC n. 39 del 29 settembre 2019)