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Dal dolore può sgorgare l'arte
Post n°3179 pubblicato il 16 Novembre 2019 da namy0000
Tag: album, arte, artisti, cantautori, dimostrazione, Dolore, fantasmi, ghosteen, musicisti, sofferenza Il nuovo di Nick Cave, Ghosteen, è la dimostrazione che dal dolore può sgorgare l’arte più autentica. E che, forse, attraverso l’arte quel dolore può essere sostenuto, inquadrato in una dimensione diversa che non conduce all’oscurità definitiva. Il trauma che il cantautore australiano ha dovuto affrontare è il più terribile: la morte di un figlio. Il suo Arthur è scomparso tragicamente quattro anni fa, quando era quindicenne. Ne aveva fatto i conti solo parzialmente nel precedente Skeleton tree, le cui canzoni erano state in gran parte composte prima della perdita. Ora questo Ghosteen è uno struggente dialogo con il ragazzo e, insieme, una profonda meditazione sulla vita, la sofferenza, l’amore e la speranza. ‹‹Le canzoni del primo album sono i bambini. Le canzoni del secondo album sono i genitori. Ghosteen è uno spirito migrante››… Un padre, e sua moglie, madre del ragazzo, provano a comunicare, a dirsi addio e a ritrovare la pace in un’epifania di immagini potenti e misteriose di fiamme, cieli, sole e stelle, foreste, cavalli e figure mitologiche… Questo andarsene del figlio morto e inseguirlo del padre tra le nebbie e fantasmi richiama alla mente quel magnifico libro che è Lincoln nel Bardo di George Saunders. L’anno prossimo Cave sarà in concerto il 9 giugno ad Assago (Milano) e l’11 a Roma: evento imperdibile per ascoltare dal vivo anche questo capolavoro (FC n. 46 del 17 novembre 2019) |
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