Un mondo nuovo

Quel martedì

‹‹Alessandra››. , dice don Mimmo, ‹‹era nata e cresciuta qui, questa era la sua casa››. Educatrice, animatrice volontaria instancabile. Quel martedì, raccontano in oratorio, Alessandra tornava da Milano dove aveva fatto visita alla sorella Laura e al nipotino. Una telefonata a casa per avvisare: mamma, papà, cel’ho fatta, sono riuscita a prendere il treno per un soffio, altrimenti avrei dovuto aspettare un’ora ancora. Era il treno dello schianto, l’Alstom bianco striato di azzurro che ha terminato la sua corsa nella piana di ulivi tra Andria e Corato. A casa Bianchino inizia l’angoscia. A sera, nessuno sa ancora dare notizie precise ai genitori. Papà Giuseppe si arrabbia: ‹‹Non sappiamo nulla, dov’è Alessandra?››. il cellulare resta muto. Don Mimmo rimane accanto a mamma Nicoletta, che per Alessandra vorrà una cerimonia privata con gli amici di sempre nella parrocchia dell’Immacolata dopo la veglia funebre in oratorio. Don Mimmo apre il teatro dell’oratorio. ‹‹Questo››, racconta ‹‹era il regno di Alessandra. Era una grande appassionata di ballo e si occupava delle coreografie di tutti gli spettacoli oltre a fare la catechista››. È stato il papà a correre, mercoledì mattina, all’Istituto di medicina legale di Bari. Ha riconosciuto subito la sua ragazza perché, a differenza di altre vittime, il corpo di Alessandra era quasi intatto. Solo quest’anno Alessandra non aveva dato una mano a preparare le attività estive dell’oratorio perché impegnata in un corso di formazione e a cercare lavoro. Le foto e i post sulla sua pagina facebook appaiono quasi crudeli, perché fermano la realtà alla vigilia di quel maledetto martedì. ‹‹Resterai con noi››, recita il cartello preparato dagli amici dell’oratorio ai funerali. Si cita la frase che san Giovanni Bosco sussurrò in punto di morte: ‹‹Dite ai miei ragazzi che li aspetto tutti in paradiso››.