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Qualcuno l'ha chiamato

Post n°2174 pubblicato il 04 Maggio 2017 da namy0000
 

Marino Golinelli. “Qualcuno l’ha chiamato il “Bill Gates d’Italia”, altri lo considerano un mecenate, lui stesso preferisce essere definito casomai un filantropo. La verità è che è semplicemente un filosofo che crede nella vita, nel futuro, nella conoscenza, nei giovani. Spesso in giacca coreana, un sorriso furbo e intelligente, Golinelli è l’incarnazione di ciò che tutti noi vorremmo essere a 95 anni: lucidi, pieni di progetti, con lo sguardo che volge ancora avanti. Lo incontriamo a Bologna, nel nuovo Opificio che è diventato la casa della Fondazione creata nel 1988: una “Cittadella per la conoscenza e la cultura” fra le più grandi in Europa, ricavata da una fabbrica abbandonata che si estende su 9.000 metri quadrati. Un investimento di 12.000.000 di euro che registra 15.000 presenze all’anno. ‹‹Vengo da una famiglia modenese povera, legata alla terra che credeva nel lavoro e che ha voluto far studiare i figli. Ero uno studente amorfo, quando per caso, a 16 anni, mi sono imbattuto in un libro sulla fisica atomica di Niels Bohr. Lì è nata una passione che mi ha portato a iscrivermi all’università finché, a 22 anni, ho capito che cosa volevo fare nella vita: curare i malati con le medicine. Così è nato l’imprenditore››, racconta Golinelli. Nel 1948 rileva un piccolo laboratorio a Bologna e comincia a produrre farmaci. L’inizio di un’avventura che, passaggio dopo passaggio, condurrà alla creazione di Alfasigma, un colosso che fattura 900.000.000 di euro, esporta in tutto il mondo, e dà lavoro a 2.800 persone. ‹‹Sono partito da zero, comprando lo zucchero al mercato per confezionare sciroppi che poi trasportavo alle farmacie viaggiando in tram, rischiando di rompere le damigiane. Ho commesso tanti errori, e due volte mi sono ritrovato solo, a un passo dal fallimento, perché non avevo una formazione››. Sarà per questo che l’educazione è diventata una delle missioni della sua vita, e nel 1988, si è concretizzata nella Fondazione Golinelli. ‹‹Il nostro è un paese generoso nel donare, però un conto è fare un intervento estemporaneo, un altro impegnarsi in maniera stabile. Credo che gli imprenditori abbiano un responsabilità che non si può esaurire nel bilancio sociale. Da parte mia, ho voluto ridare alla società parte della fortuna che ho avuto››, spiega l’imprenditore. La Fondazione, con il suo bellissimo Opificio, intende sostenere i giovani dagli 0 ai 20 anni, ‹‹l’età decisiva per la formazione delle capacità cognitive: frequentano anche bambini di pochi mesi, perché la maturazione comincia dal momento in cui usciamo dalla pancia della mamma. I genitori a volte trascurano i figli, concentrati sulla loro carriera, io stesso, quando avevo bambini piccoli, li ho trascurati: non sappiamo cosa vuol dire aiutarli a crescere. L’Opificio vuole dare la possibilità alle giovani generazioni non solo di conoscere, addentrandosi nelle scienze, ma anche di avvicinarsi alla cultura, perché da essa vengono i valori che devono orientare i nostri comportamenti››. Il progetto “Opus 2065”, al quale Golinelli ha destinato altri 30.000.000 di euro, organizza laboratori, conferenze, corsi con lo scopo di ‹‹formare giovani capaci di pensare, agire, sentire in un mondo imprevedibile che cambia rapidamente. Vogliamo fornire gli strumenti affinché possano realizzare sé stessi››, sintetizza Golinelli, un uomo sempre proiettato al futuro. ‹‹So chi gestirà il progetto quando non ci sarò più, le 5 persone del consiglio di amministrazione che assumeranno la gestione. Le famiglie dovrebbero domandarsi cosa lasceremo ai figli?››. Golinelli ne è a tal punto persuaso che non ha mai voluto per sé né una casa né un’auto di proprietà, mentre ha assecondato la sua passione per l’arte. ‹‹I figli si sono sistemati, mia moglie condivide il progetto: dunque il sogno che mi resta non riguarda questioni personali, ma che la Fondazione sappia rinnovarsi nel tempo per contribuire a costruire una società sostenibile, un futuro migliore per tutti››” (Paolo Perazzolo, FC n. 17 del 24 aprile 2016).

 
 
 

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