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Messaggi del 11/11/2017

Ci chiamavano slavi

Post n°2405 pubblicato il 11 Novembre 2017 da namy0000
 

L’Europa passa per Aspropyrgos (in Grecia). Immigrazione, tensioni sociali, criminalità, nazionalismo. Tutti i problemi del continente europeo si intrecciano in una piccola città nel cuore della Grecia.

Una notte di aprile Konstantinos Potouridis è sparito dalla sua casa ad Aspropyrgos, una città industriale nel centro della Grecia… Nonostante che sia stato pagato il riscatto, Konstantinos non è tornato: era stato ritrovato ammanettato, con il corpo pieno di proiettili e incatenato a un sacco di pietre sul fondo del canale Mornos, sulle colline che sovrastano la città… ‹‹Mio nipote sfoggiava troppo la sua ricchezza››, dice Kostas. ‹‹Aveva la casa più grande della zona, sei taxi, diverse motociclette. Era come se avesse un bersaglio sulla schiena››.

Questa non è una storia insolita ad Aspropyrgos, è Aspropyrgos a essere una città fuori dal comune. Situata venti chilometri a nordovest di Atene, è tagliata fuori dal resto del paese dal mare da un lato e dai monti dall’altro. Nella piana brulla su cui si stende questa città lo stato greco ammassa tutto ciò che è troppo sporco o rumoroso per stare nella capitale. Ad Aspropyrgos ci sono acciaierie, fabbriche di mattoni, miniere, silos di cemento, centrali elettriche e raffinerie di petrolio. ‹‹Erano i terreni vicino ad Atene più a buon mercato che si potesse trovare››, dice Eirinaos, che fa il macellaio. ‹‹Oggi questi vecchi pascoli per le pecore sono diventati una miniera d’oro››. Il canale Mornos è la principale riserva idrica di Atene e in una spianata a nordest c’è la più grande discarica della Grecia. Con una superficie pari a circa l’1 per cento del territorio greco, Aspropyrgos e la vicina piana di Thriasio contribuiscono quasi al 40 per cento della produzione industriale greca. ‹‹Aspropyrgos fa, l’Europa prende››, si legge sui graffiti sparsi per la città. Ma Aspropyrgos è più di un centro industriale, è un porto franco. Ogni anno tre milioni di container carichi di merci passano per la città senza lasciare traccia… Una buona percentuale di questa merce ritorna ad Aspropyrgos per essere smaltita in una discarica.

I magazzini sono costruzioni di cemento grandi come hangar e protette da recinzioni di filo spinato, da guardie giurate o da cani legati alla catena. ‹‹Anche i magazzini abbandonati attirano i ladri. Arrivano qui e strappano via i fili elettrici e rubano le tubature››. I quaranta agenti di polizia di Aspropyrgos non bastano per pattugliare la zona, ma non è un segreto che molti di questi magazzini contengono più di quello che dichiarano. Alcuni sono intestati a società inesistenti, altri hanno ascensori e scantinati segreti. Da qui passa il traffico di rifugiati che arrivano dal mar Egeo: vengono nascosti temporaneamente ad Aspropyrgos e poi attraversano il mar Adriatico per sbarcare in Italia. Dall’isola di Creta, dalla Turchia e dal Sudamerica arrivano carichi di hashish, eroina e cocaina, nascosti nei pezzi di ricambio per le auto. La città è specializzata anche nel contrabbando di sigarette, un’attività che solo in Grecia assicura guadagni per un miliardo di euro… Le persone, come i beni, vengono dagli angoli più disparati dell’Europa e dell’Asia… Per le strade si sente una cacofonia di albanese, russo, greco e romaní. Dopo la grave crisi economica e l’avanzata del nazionalismo nel Paese, ad Aspropyrgos sono esplose gravi tensioni etniche che sfuggono al controllo di uno stato al collasso. Le guerre per il controllo del territorio scoppiate negli anni Novanta in Unione Sovietica e nei Balcani sono sbarcate nei quartieri di Atene, dove spesso la polizia si rifiuta di mettere piede. Gli omicidi sono all’ordine del giorno…A questa miscela esplosiva si aggiungono gli ultimi arrivati in città: i cinesi. Il colosso dei trasporti marittimi China Ocean Shipping Company (Cosco) ha progetti ambiziosi per Aspropyrgos. Il gruppo asiatico vuole fare della città il principale centro di distribuzione della nuova via della seta, la rete integrata di infrastrutture e trasporti grazie alla quale a Cina vuole mettere le mani su una porzione significativa del commercio mondiale nei prossimi  vent’anni… I carichi arriveranno in treno ad Aspropyrgos per poi proseguire fino a Praga su una nuova linea ferroviaria che distribuirà le merci in tutti i paesi coinvolti. A patto che, ovviamente, i cinesi riescano a portare a termine il progetto…

Come avevano fatto con i propri cittadini altre nazioni colpite dalla diaspora verso l’Unione Sovietica, la Grecia aveva richiamato in patria centinaia di migliaia di greci pontici, i “greci del Ponto”  – i loro antenati se n’erano andati dalla Grecia secoli prima -, ma non aveva fatto niente per aiutarli. Li aveva mandati a Gorutsa, una lingua di terra chiusa dai campi rom da una parte e da una fila di raffinerie dall’altra, e gli aveva detto di costruirsi le case da soli. Tornati in patria, i greci pontici hanno cominciato a rimpiangere la terra che si erano lasciati alle spalle. I loro concittadini non li prendevano sul serio quando dicevano di essere greci. ‹‹Ci chiamavano slavi››, raccontano, ‹‹e ci trattavano come tali››. Il paesaggio degradato non somigliava affatto alla luminosa e splendente madre patria cantata dai greci pontici in esilio. Il mare era inquinato, le montagne erano disseminate di rifiuti, l’aria aveva un odore quasi selvatico… Non sorprende che le persone che vi abitano preferiscano restare aggrappate al passato (in Unione Sovietica), visto il modo in cui la Grecia le ha trattate…

 

Molti greci pontici sono sicuri che l’arrivo della Cosco porterà più vantaggi che svantaggi. Dicono che i cinesi ripuliranno la città e imporranno l’ordine, senza però interferire con il contrabbando di sigarette. I rom, invece, hanno paura. Pochi si azzardano ad andare a cercare metalli nella nuova ferrovia cinese. ‹‹Questa gente adopera il profitto ancora più dei politici››, dice Lambros. ‹‹Faranno di tutto per ottenerlo, ammazzeranno i cani randagi, distruggeranno le montagne››. Ma a prescindere da quali saranno le conseguenze, è chiaro che nel bene e nel male in questa città infetta sta arrivando un nuovo sceriffo” (Una parte del testo, L’Europa passa per Aspropyrgos, Alexander Clapp, 1843 The Economist, Regno Unito, Internazionale n. 1228 del 27 ott. 2017). 

 
 
 

I giovani girano la mola

Post n°2404 pubblicato il 11 Novembre 2017 da namy0000
 

‹‹I giovani girano la mola, i ragazzi cadono sotto il peso della legna e… sono abbandonate dai giovani le cetre, perché la gioia si è spenta nei nostri cuori›› (Geremia 5,13-15).

 

“‹‹Il fuoco divorò i suoi giovani migliori, le sue ragazze non ebbero canti nuziali›› (Il Salmista, 78,63, descriveva in forma forte e poetica il deserto di morte che colpisce i più deboli). Sradicare i germogli della vita vuol dire spegnere l’esistenza stessa di un popolo”.

 

“Quando mio padre mi portava allo stadio, mi insegnava che dopo ogni vittoria bisognava prepararsi a una nuova sfida e, dopo ogni sconfitta, bisognava risollevarsi e lottare per vincere di nuovo", (ha detto all’ANSA Silvio Berlusconi, 21 giugno 2017).

“I giovani oggi, 2012, vengono considerati “bidoni dei rifiuti per l’industria dei consumi; mentre i talenti, l’acutezza, l’inventiva, lo spirito di avventura sarebbero diamanti grezzi in attesa di essere levigati per diventare diamanti a tutti gli effetti da docenti talentuosi, acuti, inventivi e avventurosi”.  I giovani hanno bisogno più di testimoni che di maestri” (Gianfranco Ravasi). 

 
 
 

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