Messaggi del 02/03/2018
Post n°2546 pubblicato il 02 Marzo 2018 da namy0000
Tag: amici, banche, lavoratori, lavoro, occupazione, palestre, sicurezza, sindacati, ufficio di collocamento, yoga IL FUTURO DEL LAVORO COMINCIA IN GERMANIA. Il sindacato tedesco della Ig Metall ha siglato un accordo che permette di lavorare di meno per dedicarsi alla famiglia. In ufficio conta sempre di più l’equilibrio con la vita privata. Di recente un amico che seleziona il personale per una banca d’affari si è lamentato con me dei millennial (le persone nate tra il 1980 e il 2000) che cercano lavoro. Ha detto che durante i colloqui fanno domande tipo: “Posso uscire prima il venerdì pomeriggio per fare yoga?”. Da anni le ricerche dimostrano come la maggioranza dei millennial non sia disposta a lavorare a tutte le ore. Per loro è più importante trovare un “equilibrio tra lavoro e vita privata” che fare carriera. I millennial vogliono tornare a casa per occuparsi dei figli o almeno per giocare un po’ al Nintendo. Durante la crisi economica qualsiasi datore di lavoro avesse sentito la domanda sullo yoga avrebbe bocciato il candidato. Tanto ne avrebbe trovato sempre uno più disperato. Ora però le cose stanno cambiando: l’economia globale sta crescendo a un ritmo sostenuto e le persone qualificate in cerca di occupazione scarseggiano. La Ig Metall, il sindacato dei metalmeccanici tedeschi, ha appena siglato un accordo che consente ai suoi iscritti del land Baden-Württemberg di lavorare 28 ore alla settimana per due anni, in particolare quando hanno bambini piccoli. La cura dei figli non riguarda più solo le donne: la maggioranza degli iscritti alla Ig Metall, infatti, è composta da uomini. È vero che la Germania è una sorta di paradiso per i lavoratori. Tuttavia, se altre economie continueranno a crescere, l’orario lavorativo diventerà una priorità anche altrove. Durante i boom economici, le persone disposte a rinunciare ai soldi in cambio di maggior tempo libero sono di più. La crisi scoppiata nel 2008 è quasi passata. Dal 2009 nell’eurozona la disoccupazione è al livello più basso e il tasso di aumento dei salari statunitensi a quello più alto. Oggi i lavoratori hanno una sicurezza che mancava alle generazioni precedenti. Immaginate una persona nata nel 1980 in un paese occidentale. Suo nonno, nato intorno al 1930, lavorava per molte ore al giorno in una fabbrica. Suo padre, nato nel 1955, lavorava un po’ meno in un ufficio. Ora la sua è la terza generazione che si sta costruendo una carriera dopo la seconda guerra mondiale, mirando a qualcosa in più del livello di sussistenza. Nonostante la precarietà, il lavoratore di oggi ha in media più soldi con cui tirare avanti. Quello che gli manca è il tempo…” (Internazionale n. 1244 del 23 febbr. 2018). |
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