Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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Die Liebe ist ein starke Narkotikum

Post n°238 pubblicato il 19 Maggio 2017 da Vasilissaskunk

L’amore è un narcotico molto potente …ti sconvolge ogni piccolo e vacuo equilibrio nascondendo  il reale ..sconquassa  .. dolcemente dilania ogni senso ….le percezioni diventano allucinate come il bisogno di saziarsi _la_famosa_fame_chimica ----- poi?  ---ecco, poi, quando l’effetto se ne  va rimane solo la devastazione nella landa del  reale …

Collabora la mente subdola con chissa quale infame neurone …malefiche sinapsi  ricamano  e scavano solchi profondi nell’anima … cosa li riempirà poi, nel momento dello stordimento non ci è dato di sapere …. Ora è solo un grido “ lasciati andare ….”

VISIONE_ Uragano lo sapeva molto bene poiché da sempre era innamorata dell’amore

Seduta sulle sponde del grande fiume pensierosa mangiava le foglie cadute dei suoi pensieri  ingoiandole voraci ..una dopo l’altra … le foglie erano croccanti e le bucherellavano le papille ..sapevano di vita ….

Quale portento era  far vibrare un cuore diverso dal suo ? Con questo pensiero tra le pieghe del cervello,  eccola ipnotizzata da quello scorrere anomalo delle acque…smise di mangiare, ma non che il suo appetito si fosse poi del tutto  saziato, alzo’ i gomiti per congiungere le mani al petto in un saluto di riconoscenza divina ….

Ardore stavo correndo svelto tra le acque fendendole di passione tingendole del colore del suo sangue gorgogliante…. Eppure il tempo si stava muovendo anche in quell’attimo di eterno poco prima che la  luna abbandonasse una nuova alba …..

Erano cosi vicini da potersi scambiare i rispettivi respiri e tutto intorno pareva armonizzarsi ai palpiti scalpitanti dei loro cuori …. tutum tutum ... apnea siderale ...Uragano era un misto perplesso di gioia e  soffocante reticenza,  dentro si  chiedeva se fosse possibile far accadere ancora la tempesta ….

E la tempesta si sa sconfina in potenza per quanto possa esser poi limitata di durata.

 
 
 
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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