Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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H2o

Post n°239 pubblicato il 22 Maggio 2017 da Vasilissaskunk

 

L’attenzione distolta a riconcentrarsi  sullo sconfinamento del suo  universo interiore ..possibili nuove frontiere rubate alla desolazione dell essere  ..accartocciata in se

Camminava lungo  la riva con le caviglie immerse, esse  pulsavano di un lieve dolore come  un  principio di assideramento …. Si era congelato forse anche il suo cuore il suo cuore?

Si chinava sceglieva un sasso tra un passo e l’altro ... con un indefinibile criterio di attrazione, per poi  gettarselo alle spalle   contando l’attesa prima del tonfo … gustando il massaggio viscido del muschietto verdastro sotto la pianta del piede….…

Annoiata e disillusa dal ripetersi di  sterili copioni, arzigogolii di  parole che mancavano grossolanamente il centro del bersaglio:   la sua anima….

Aveva bisogno di qualcosa di piu’ …senno’ sarebbe potuta bastare a se …nonostante la percezione di quel profondo senso di incompletezza e,  nonostante le innumerevoli esperienze avute che la portavano comunque  ad essere grata di queste tappe intermedie  di realizzazione  …

“ Cosa cerchi uragano …cosa brami che non hai ?”  tafano mentale fastidioso ronzava tra le tempie ….

Uni’ le braccia in avanti e si tuffo' in acqua uccidendo perentoria il calore  delle sue elucubrazioni  …c’era solo lei nel fluido liquido primordiale …occhi aperti a guardare le bolle del suo respiro propagarsi e il dolore nei polmoni carenti di ossigeno … poteva aprire la bocca e cercare di respirare le molecole dell’acqua fino ad annegare in se … certo avrebbe potuto, daltronde vi era pure dell'ossigeno in esse … oppure serrare i denti e rifiutarsi di respirare per quel sempre di allora …. Invece percepita la fine della sua soglia di resistenza  …usci’ convulsa a respirare l’atra parte di molecole componente il fluido da cui era riemersa …..

Scelse la composizione che la faceva vivere oltre che sopravvivere …non era semplice accattivarsi il suo ardore …

Commenti al Post:
un_uomo_della_folla
un_uomo_della_folla il 22/05/17 alle 15:01 via WEB
oh no, il mucchietto viscido sotto la pianta del piede... no ma sei sicura??? è pericolosissimo
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 22/05/17 alle 16:24 via WEB
se non caschi puo essere piacevole ... se non caschi... ;-)
 
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Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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