Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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LanovelladellOSTENTO

Post n°255 pubblicato il 29 Agosto 2017 da Vasilissaskunk

Non mi piace ostentare i miei affetti .... le persone care che mi stanno  intorno ... o meglio, raramente ne parlo ... le rinchiudo amabilmente in un delicato ermetismo... altro di scorso è il narcisismo dei miei  moti emotivi ...che vedete, io cerco di esprimere celandolo pero' nel velo della mia introspezione ... non ho chiaro tutto, ma ho chiaro un po di più, anche se non  posso dire di  averne  molto... 

non mi piace praticare l'ostentazione ... mi piace raccontare dei mie piccoli vortici ... le intimità le proteggo in diabolico decoro ... come quando ho realizzato un mio piccolo desiderio: quello lo posso dire, si ... cammino di cinque ore, cinque ore di salita come piace a me su, su e sempre piu su e non sarebbe mai abbastanza .. peccato che la montagna sia anche discesa... giunta allo specchio d'acqua color giada vi rividetti un po i sui occhi e poi mi buttai nelle acque fresche ..,anzi gelide per nuotare un po in qua e la... dirai e che sarà ? ah io l'ho chiamata felicità  

Commenti al Post:
ottobre5
ottobre5 il 30/08/17 alle 02:20 via WEB
sei sempre elegante, la riservatezza è nei tuoi gesti quotidiani e tu sei regale. Ottobre
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 30/08/17 alle 12:49 via WEB
esagerato ;-)
 
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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Ciao cara Vasilissa. Ti leggo.
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il 01/03/2023 alle 18:18
 
 

CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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