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UNA PASSIONE INNATA

Allevatore da una vita(alleva varie specie di uccelli :canarini di colore,cardellini,verdoni ancestrali e relative mutazioni,ciuffolotti,merli e tordi mutati ,carpodachi messicani…..)diviene un “manipolatore genetico”:il merlo ancestrale(nero), ad esempio ,che è un classico soggetto che tutti conoscono ,lui lo vuole bianco ,ed il bianco è un’altra cosa da vedersi;il verdone ancestrale è bello ma…il lutino(giallo)è…un’altra cosa.Giudice nazionale degli ornicoltori italiani nel settore I.E.I.(indigeni esotici,ibridi) raccoglie le massime soddisfazioni di allevatore nel 2009 aggiudicandosi due titoli mondiali,in gennaio, a Piacenza .

 

 

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Il carpodaco messicano :una balia universale.

Post n°8 pubblicato il 11 Novembre 2010 da ValterW
Foto di ValterW

Il carpodaco messicano :

una” balia” universale.

Carpodaco messicano:campione mondiale Piacenza 2009 allev.e foto dell'autore.

 Articolo pubblicato sulla rivista ITALIA ORNITOLOGICA  n°10  ottobre 2010

Prendo lo spunto da una visita fatta nell’web in un forum di ornitologia per parlare ancora del Carpodaco Messicano(carpodacus mexicanus),visto sotto l’ottica di eccellente soggetto da imbecco. Da esotico raro e ricercato com’era,è riuscito negli ultimi vent’anni ad entrare in quasi tutti gli allevamenti di fringillidi,tanto da aver indotto la CTN degli I.E.I. ad inserirlo nelle manifestazioni ufficiali in una apposita categoria. Ultimamente mi  sembra che  venga un po’ snobbato da molti seri allevatori ,forse perché,in primo luogo degradato a ruolo di balia,a mio avviso per altro azzeccato,tanto che lo ritengo un protagonista nell’allevamento,soprattutto di fringillidi, avendo  la femmina del carpodaco un carattere molto docile e  una capacità nutricatoria molto varia,dai semi alle prede vive, essenziali quest’ultime al fabbisogno delle specie adottive e in secondo luogo forse per la difficoltà nell’ottenere dei  soggetti  il più standardizzati possibile,dovuta soprattutto al meticciamento,in passato con le molteplici sottospecie esistenti(ne sono state riconosciute oltre una decina),distribuite tutte in America del nord, ricordiamone alcune: il centralis(Messico centrale), clementis(Isola di S.Clemente,California),amplus(Isola Guadalupa),frontalis(Columbia merid. Canada,Nebraska occ.,Baja California,Messico),rhodopnus(Sinaloa centrale,Messico),coccineus(Messico sud occidentale)…ecc.  Il Carpodaco Messicano è diffuso nell’America del nord,dal Canada occidentale scende lungo gli Stati Uniti occidentali(California,Nevada,Oregon,Arizona,Hawaii….)spingendosi  sempre più verso sud lungo tutto il Messico.Convive con altri due suoi “parenti”:il Carpodaco di Cassin (carpodacus cassinii),più grande del “Messicano” ed il Carpodaco Purpureo(carpodacus purpureus),di dimensioni leggermente maggiori del Cassin;tutte queste specie e sottospecie, in comune   hanno il colore del lipocromo:infatti sono tutti a  fattore rosso che va dal rosa,al rosso,al rosso porpora,con almeno un’ eccezione data proprio dal nostro” esotico” (carpodacus mexicanus)che in alcuni esemplari,il rosso della livrea nuziale del maschio adulto viene sostituito dal giallo.Soggetto possente e fiero,è  molto comune,tanto che la sua presenza in quelle aree è paragonabile a quella dei passeri nel nostro territorio;si trova frequente nelle vicinanze e all’interno di periferie,città e villaggi (frequenta spesso le mangiatoie dei giardini),ma anche nelle fattorie,negli allevamenti,nei terreni coltivati,nei frutteti e nelle boscaglie fino a 1500 m d’altitudine. Si nutre principalmente di erbe selvatiche,di cardo e tarassaco, é considerato però dannoso per i problemi che crea alle varie colture di cereali e agli alberi da frutto(infatti  si ciba anche dei germogli di queste piante).Si presenta con una forma arrotondata ed affusolata,un corpo robusto ed una testa massiccia,un petto arrotondato e privo di stacchi,un piumaggio composto e aderente  con un disegno paragonabile a quello di un canarino melaninico di tipo mosaico,costituito da striature,vergature,marcature ,mustacchi ecc. ed un disegno lipocromico (sessualmente dimorfico)che interessa esclusivamente le zone di elezione,le quali nel maschio sono  rappresentate da: maschera,sopraccigli,gola,alto petto e codione di  colore rosso brillante e nella femmina dal solo codione sempre dello stesso lipocromo. Per quanto riguarda le melanine,nel mantello sono presenti eumelanina nera e feomelanina che,combinandosi nel disegno melaninico,danno origine ad un colore di fondo ruggine e ad un disegno marrone scuro. I principali difetti strutturali,riscontrati nelle varie manifestazioni, vanno ricercati nella testa piccola,piatta,nel dorso insellato o inarcato, nella forma troppo affusolata,nelle ali pendenti o incrociate; per quanto riguarda il disegno si riscontra in tanti soggetti un disegno lipocromico che deborda al basso petto,mentre quello melanico lo notiamo spezzettato,irregolare,troppo sottile o assente. Contrariamente alla femmina, il maschio,nel periodo riproduttivo(da marzo ad agosto-settembre),diventa molto focoso,impetuoso,aggressivo,tanto da distruggere sia la covata che il nido,procurando spesso seri danni anche alla femmina,costringendo l’allevatore ad adottare la tecnica dell’allontanamento dopo la deposizione, questo comporta un grande sforzo fisico da parte della partner nell’allevare la prole da sola.  Lavoro ormai da molti anni con questi stupendi fringillidi esotici:due coppie,quattro coppie ,dieci coppie, mantenendole nel corso degli anni ,selezionandole,curandone i particolari, perché la selezione sta alla base di tutto, fa la differenza.                                                                    

Ho trattenuto in allevamento  sempre il meglio,scartando  non solo soggetti con difetti strutturali, ma anche e soprattutto quelli che presentavano lacune caratteriali,un’inclinazione ed una predisposizione, ad esempio, a non allevare,proprio per poter ottenere un favoloso ceppo da” imbecco”:bello e nello stesso tempo…utile.

L’ambiente e vari fattori esterni,possono essere causa di disturbo e quindi produrre stress ai nostri amici;più si renderà consono l’ambiente ai soggetti,più si potrà contare in un loro alto rendimento.

Oggi i miei carpodachi lavorano bene in coppia sia su gabbia da 60 cm. come in voliera,in quest’ultimo caso convivendo con altre specie:una coppia di verdone,di ciuffolotto,di cardellino,senza alcun eccesso di violenza.“Partito “come allevatore di canarini(colore,arricciati ed inglesi,nelle possibilità economiche e conoscenze di un dodicenne), con l’aiuto degli”zii”Rigo(Arrigo)B.,Mario M. ed Angelo M.(quest’ultimi  due purtroppo deceduti),mi appassionai agli i.e.i. qualche anno dopo, con la conoscenza di un altro vicino di casa, Pietro P.(Piero), con una passione diversa:gli ibridi. Esperto conoscitore della fauna europea,amante dei fringillidi e serinus esotici, tecnico nella “manipolazione” genetica e patito dell’ibrido, condivisi con lui sacrifici,soddisfazioni ,illusioni. Quante  volte,anche a voi sarà capitato di veder nascere dei soggetti  “scabrosi”(cardellino x ciuff. ,fanello x ciuff., ciuffolotti,fringuelli…), cercando di far di tutto pur di poterli aiutare a vivere, mettendoli anche sotto a delle ottime balie come il gloster, il fife fancy, il fiorino o il comunissimo ex” bronzo od il salmonato”,senza risultato;poco tempo a disposizione,si diceva,alimentazione insufficiente,ambiente non idoneo,umidità eccessiva,rialzo termico o  crollo improvviso  della temperatura .Tutti fattori determinanti per lo sviluppo dei nidiacei,ma il più importante rimane, per questi soggetti parzialmente insettivori, l’alimentazione. Difficile abituare un canarino ad imbeccare con larve o bigattini un ciuffolotto o un fringuello. Certo che tutto è possibile avendo del tempo,anche l’imbecco a mano.La pensione o un lavoro particolare aiuterebbe enormemente l’allevatore,ma per chi è “costretto” ancora a guadagnarsi il pane quotidiano ogni giorno rimanendo lontano da casa,affidandosi a delle balie per cercare che l’illusione divenga realtà,il messicano, proprio per la sua tendenza naturale a nutrirsi un po’ di tutto, comprese prede vive o congelate(apportatrici di proteine animali), potrebbe essere la chiave giusta. Nessuno nega la possibilità che ogni specie, in cattività,possa allevare i propri pullus alimentandoli come fossero allo stato naturale e questo eviterebbe l’uso di balie,si rinforzerebbero sia strutturalmente che caratterialmente,ma ciò non sempre è possibile.

Per la sua affinità e compatibilità genetica, il messicano, si ibrida con parecchi fringillidi e serinus.Il suo disegno,le sue mutazioni, favoriscono l’apprezzamento nell’accoppiamento con il canarino, semplice da ottenere ma con effetti visivi stupendi. Uso spesso la mutazione feomelanica, indipendentemente sia essa sul maschio,femmina ,portatore,canarino o messicano;essendo il  feo una mutazione recessiva,il risultato è eccellente,(non disdegnando tuttavia tutte le altre combinazioni  di disegno e colore a fattore  rosso) ed il contributo nutritivo apportato da questo esotico,anche in questo caso,contribuisce ad una crescita più rapida dei novelli.

Un classico ibrido tra fringillidi rimane sempre quello con il cardellino x verdone(ottimi  quelli ottenuti dal mio insegnante Ezio Parise che ho avuto, in passato,il piacere di ammirare e giudicare). Le varie mutazioni e la struttura sempre più ritoccata per entrambi i parentali,rendono questo ibrido favoloso,pur rimanendo anch’esso tra i soggetti,a mio avviso, meno difficoltosi  nella realizzazione,validissimo però ,come quelli creati tra messicano x canarino o i classici fringillidi x canarino per stimolare l’interesse dei  futuri giovani ibridatori. Il “messicano” ,anche in questo caso,mi  sta aiutando.

Ho incominciato a sperimentare il messicano come balia molti anni fa,rischiando(visto che non son molti coloro che affiderebbero i migliori pullus alla coppia messicana),proprio con i ciuffolotti,con risultati sorprendenti (foto non eccellente,scattata con una delle prime digitali);allevando sia il nostro ciuffolotto(pyrrhula pyrrhula),sia il testa grigia(pyrrhula erythaca),che il nepal(pyrrhula nipalensis)in quei tempi abbastanza rintracciabili nei mercati e di costo abbordabile. La massima difficoltà, a mio avviso, è raggiunta però nell’allevamento del fringuello(apprezzato da molti per il suo canto armonioso da altri per i colori meravigliosi  di base e nelle nuove mutazioni) ,già nei primi giorni di vita nonché verso la fase terminale dello svezzamento,essendo soggetto molto pignolo,”scabroso”;anche con loro i messicani si presentano sempre attivi,premurosi disponibili  all’imbecco fino alla loro completa indipendenza:sarebbe  stata un’altra spina sul fianco per molti allevatori.

 Certamente l’allevamento in cattività ormai da moltissimi anni da parte soprattutto degli stranieri europei dai quali spesso ci riforniamo, rende quest’uccello molto socievole, docile e ben predisposto alla nidificazione.  Troppo bello sarebbe se tutto andasse sempre per il verso giusto.  Sono tanti gli amici locali che per vari motivi vengono a farmi visita puntualmente(forse anche  per assaggiare un buon bicchiere di prosecco), uno di questi è Rudy De L.(ottimo nuovo giudice degli i.e.i.  di cui mi ritengo il suo” padrino”,preparato sui “silvani”, ormai un esperto nell’allevare,conoscitore della genetica e possessore della conoscenza tecnica), coinvolto in questo modo di “salvare”e di allevare i fringuelli con i messicani, ottenendo eccellenti  risultati con massima soddisfazione da parte mia.

L’ambiente,le condizioni atmosferiche,la luce solare,l’umidità,sono fattori che influiscono in modo determinante sulla sopravvivenza dei nostri uccelli in cattività come pure una giusta alimentazione, bilanciata da carboidrati,proteine,lipidi,minerali , sviluppata in base al proprio allevamento e ai vari fattori esterni che lo circonda. Lo zio Arrigo mi ricorda sempre che negli anni 40,prima della guerra,l’alimentazione dei piccoli era basata sul pane grattugiato e uovo sodo con del miglio come seme e solo dopo la guerra incominciò a fornir loro la scaiola (in quei tempi costosa)ottenendo sempre delle ottime nidiate(allevava arricciati,inglesi ,canarini di colore,mentre per i cardellini riprodotti in gabbia piccola, adoperava il canarino di colore come balia aiutandoli spesso a mano). Ne è passata di acqua sotto i ponti da quei tempi e i prodotti per questo settore si sono fatti più specifici,selezionati: c’è solo l’imbarazzo della scelta. L’alimentazione che fornisco ai c.messicani  per i nidiacei è diversa da stagione a stagione(incomincio a marzo e termino con i cardellini ed i ciuffolotti ad agosto-primi di settembre). A marzo fornisco loro del pastone secco(comprato,questo solo per  convenienza personale,)con l’aggiunta di una frittatina,di semi  germinati e di piselli,aumentandone così il valore nutritivo; un classico come in tanti altri allevamenti. E’ a questo punto però che entra in gioco il “messicano”che per la sua facilità di alimentare qualsiasi pullus anche con prede vive ,portatrici di proteine animali, rende meno difficoltoso lo svezzamento di soggetti particolari. Fornisco pertanto,a parte, anche tarme della farina vive, qualche camola del miele e dei bigattini scongelati (larva della mosca carnaria). Con l’arrivo dei primi” caldi “sostituisco il classico pastoncino che potrebbe durante la giornata deteriorarsi facilmente con semi di girasole seminati precedentemente: mezze teste di girasole,nero o rigato,ormai pronte all’uso,contenenti semi teneri, ancora allo stato lattiginoso,ricchi di proteine vegetali digeribili e nutrienti,stimolanti per l’imbeccata alla prole e tarassaco.  A parte sempre le prede vive.  Concludo dicendo :il carpodaco messicano per me rimarrà sempre una gran bella “macchina” da imbecco,una balia universale che all’occorrenza sa trasformarsi anche ,nel mio caso specifico , in un “campione mondiale”. Quanto scritto rimane sempre e solamente  un’esperienza  personale,arricchita nel corso degli anni  da quella altrui,messa a disposizione anche da riviste specializzate come questa.

                 Testo e foto di Valter  V.

                          Cornuda (TV)

      E- mail : w-roger@libero.it                             

 

 
 
 
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