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Allevatore da una vita(alleva varie specie di uccelli :canarini di colore,cardellini,verdoni ancestrali e relative mutazioni,ciuffolotti,merli e tordi mutati ,carpodachi messicani…..)diviene un “manipolatore genetico”:il merlo ancestrale(nero), ad esempio ,che è un classico soggetto che tutti conoscono ,lui lo vuole bianco ,ed il bianco è un’altra cosa da vedersi;il verdone ancestrale è bello ma…il lutino(giallo)è…un’altra cosa.Giudice nazionale degli ornicoltori italiani nel settore I.E.I.(indigeni esotici,ibridi) raccoglie le massime soddisfazioni di allevatore nel 2009 aggiudicandosi due titoli mondiali,in gennaio, a Piacenza .

 

 

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C'era una volta...il merlo : tra leggenda e realtà.

Post n°15 pubblicato il 22 Dicembre 2010 da ValterW

 

C'era una volta...il merlo:

tra leggenda e realtà.

NELLA FOTO:MERLO MUTAZIONE OPALE

ARTICOLO PUBBLICATO SULLA RIVISTA

"ITALIA ORNITOLOGICA"NOVEMBRE 2010

TERZA PARTE

Tra le mutazioni esistenti in questo turdide, quella bianca ad occhio rosso (albina) è senz’altro la più ricercata e appariscente da vedersi,opposta al nero d’origine,pregio ed orgoglio per gli allevatori; è però anche la più difficile da ottenere in cattività, i piccoli albini sono i primi ad essere soppressi dai genitori,sono meno robusti,spesso con problemi di vista e udito. E’ un fattore autosomico recessivo,per manifestarsi deve comparire nei due cromosomi omologhi,  quindi portato sia dal maschio che dalla femmina.  Il bruno invece è un fattore legato al sesso,per manifestarsi in forma omozigotale,deve essere presente :nel maschio ,su entrambi i cromosomi sessuali  XX;nella femmina,nel solo cromosoma X (il cromosoma Y,per quanto concerne detto fattore,è da considerarsi vuoto).Con questa mutazione già nel nido si può distinguere il sesso dei piccoli. L’argento,a mio avviso,è ancora una mutazione non ben definita: alcuni la chiamano agata,altri pastello S.F. o D.F. Se così fosse dovrebbe essere però una mutazione legata al sesso in entrambi i casi;ciò non è,non si manifesta in questo modo. Io stesso ottengo dei maschi argento, da argento X femmina ancestrale(provenienza estera dal bagaglio genetico sconosciuto).Molti ritengono sia un fattore recessivo:purtroppo non lo posso dimostrare in quanto non ho soggetti puramente ancestrali. Potrebbe però trattarsi anche di un fattore dominante perché nel mio allevamento nascono soggetti,sia maschi che femmine ,da coppie composte da un solo genitore mutato. Vorrei sottolineare che  i soggetti visti in vari allevamenti  o da commercianti sono completamente diversi  tra loro,non sembra trattarsi della stessa mutazione quindi potrebbero essere generati non dalla stessa combinazione genetica. Questa mutazione si  può presentare sia in S.F. che in D.F. con una gamma di gradazione di grigio molto ampia:da appena accennato all’estrema diluizione.La femmina si presenta con più disegno come ben evidenziato nelle due foto( esperienza personale).L’opale è una delle ultime mutazione,meno appariscente dell’argento ma pur sempre un pezzo raro nell’allevamento. E’ un fattore recessivo pertanto la femmina è determinante per la creazione di questo “colore”. Nella foto vediamo un opale argento, è percettibile la tonalità grigio azzurrino.Anche il satiné come l’albino colpisce l’osservatore;sempre impegnativa la riproduzione e come nel bianco ad occhio rosso si possono manifestare con maggior frequenza malformazioni congenite. E’ un fattore legato al sesso. Nella foto vediamo un maschio satiné argento e nell’argento questo fattore determina la totale scomparsa del disegno . Il merlo come gli altri turdidi è conosciuto più che per la bellezza(data anche dalle mutazioni),per il canto. Alle prime luci del mattino lo si sente cantare dalla sommità di un albero o dall’antenna di casa,”purtroppo”mentre ancora qualcuno riposa. L’ambiente migliore per poter ascoltare in tutta  tranquillità questo canto in un concerto di note lo troviamo nelle” fiere e sagre dei osei”passeggiando con la famiglia,di domenica mattino,dopo il sorgere del sole,lungo i viali dei parchi che fanno da cornice a queste manifestazioni raggruppate fino a poco tempo fa in un’unica federazione la F.I.M.O.V. che trova qui nel Veneto, in Graziano Fabris, il suo massimo esponente. Tra queste fiere la più antica è Sacile nata nel 1274 come occasione d’incontro tra uccellatori e cacciatori per mostrare le doti canore degli uccelli da vendere come richiami utilizzabili nelle successive cacce autunnali,con gli anni trasformate in una festa canora a carattere amatoriale. Il re indiscusso in questa zona rimane il tordo perché più degli altri volatili caratterizza la zona sacilese,da secoli scelta da questi turdidi quale passo autunnale verso le più calde regioni africane .A Montebelluna(7 km da casa mia) ,nel Veneto,si proclama invece ,la domenica successiva Sacile, il merlo nazionale nel suggestivo verde del parco Manin(purtroppo danneggiato alcuni anni fa da una tromba d’aria). Quest’anno,agosto 2010, il titolo è andato all’allevatore Simeoni L.di Montebelluna con il merlo “Balotelli”,e chi più del sig. Renato Tessari montebellunese,amico di vecchia data,allevatore,espositore,vincitore di gare canore, esperto giudice,collaboratore dell’A.O.R.f.u. veneta ed istruttore del corpo giudicante, ci può introdurre nell’interpretazione del canto di questo turdide che suscita tante “sublimi emozioni”a chi lo ascolta? Ecco riportate le sue considerazioni di esperienze vissute.  Il canto è un concerto nel suo insieme unico e superlativo,è una composizione e come tale va ascoltato e interpretato per : INTENSITA’- CREATIVITA’- ACCOSTAMENTO – TONO – ARMONIA – AGGREGAZIONE – PAUSA e INTRECCIO. Porre dei criteri nell’ascolto e nei giudizi rientra nella qualificazione sia come ascoltatore che come giudizio. Ecco la linea da seguire: Cronometrare la DURATA della melodia o “Cantada” (le lonc – le curt ),Conteggiare il NUMERO DI NOTE per ogni cantada (cantae longhe – curte ),Conteggiare il REPERTORIO globale dei versi espressi  ( tante cantae – poche),Misurare la VELOCITA’ di espressione ( le svelt – le lent ),Capire e interpretare le PAUSE tra versi e tra melodie ( la passion – le sfasà ), Valutare la MODULARITA’ accostata alla creativita’ (le intorgoea – el ripete ),Capire l’espressione tonica e d’intreccio “GGRR di gola” (la la R – le liscio ),Deprezzare i versi non di specie sulle note di repertorio ( le stonà – la monàe ), Melodie di corteggio con versi, canti e rumori del sottobosco ( le completo – l’oseea).Ecco riportate alcune melodie rispettose dei parametri della specie trascritte dopo anni di attenta osservazione su soggetti fenomenali: “Cantata completa formata da 4 versi e oseada” GOR-CIRE pausa  FOR-GUIII pausa cir-ciur-cii. “Cantata rotonda” IOR-PEPPEE pausa GRI-TUR-PARAPERO-PEOO cir-sas-cir-grii. ”Cantata lunga completa di tono e di R” FIOR-CITUR-PEO pausa IOR-GRITOR-MII pausa RTESS-FOON-CITORR pausa GRACIAR-GRIROO-GLO-GLO’ pausa cibe-quin-quin-tin tin plin plin zitt. L’arte del canto,riconosce i versi,i trilli e i cinguettii. Ecco 6 tipi di suoni: Il verso d’ANNUNCIO :  BRII “briada o zirlo” ,il verso d’ALLARME : TIN-TIN-TIN pausa TIN “squinquinnada o trillo”, Il verso d’AVVISO : COC pausa COC-COC-COC “sciocchedada o coccada”, I versi del CANTO : GR-PE-UI-LE-RO-FO-TU-DO-CO-DE-OR…formate da note di linguaggio e trillo alte di espressioni gotturali e armoniose puntualmente inframezzate da impennate di modulazione o gozzute direttamente emesse dal profondo della laringe-trachea in quel tratto che confluisce ai polmoni. D’intento generoso,in sonogrammi a 8 HZ. I versi di CORTEGGIO : ZII-VIT-CII  CIB  TIE-FOR-GRI-ZUIT-PIN-CIU-REN-FRIU… “oseae” emesse all’incirca nei valori di 1/4 di tono rispetto alle note alte,sono sostanzialmente la ripetizione dei canti e dei suoni del sottobosco. Espressione di dolcezza e intensa passione armoniosa in sonogrammi a 2 HZ. I versi di LAMENTO : CRI-CRI-CRI-CRI “el siga”.Conoscere gli ulteriori aspetti significativi che s’intersecano negli incontri ornitologici tra allevatori detentori di pregiati e sofferti soggetti,visitatori e componenti della comunicazione canora è cultura appagante. Sentire il ripetere delle considerate melodie,apprendere suggerimenti di esperienze e conoscenze delle tipicità di zone,di territorio e aree con elementi di pertinenza e volumi di architetture paesaggistiche ci fanno avvicinare al venatorio. Concludo col ricordare che il naturale canto degli uccelli,espressione d’amore,oggi patrimonio conosciuto dagli esperti,un tempo dovuto,sta ritornando di moda anche come terapia d’aiuto.                                                                                        

 

                                                                                                                    

    Testo e foto di    Valter V.  

    CORNUDA (TV)

    w-roger@libero.it

                                                                                                                                  

                                                                                  


                                                         

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