Creato da VegaLyrae il 15/07/2006

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Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 24 Settembre 2006 da VegaLyrae

 Vita o non-vita?immagine
E' di questi giorni l'appello al Capo dello Stato di Piergiorgio Welby, completamente immobilizzato dalla SLA (sclerosi laterale amiotrofica), per chiedere l'eutanasia. Io penso che al di là di ogni emarginazione o discriminazione; al di là di ogni guerra o ingiustizia o terrorismo, che possano in qualche modo far apparire vano il senso della  propria vita ad una persona, una "non vita" è innanzitutto e soprattutto quella di chi è ormai ridotto a vegetare. Fermo restando che nessuno può assurgersi il diritto di sopprimere la vita di un'altra persona, ma se è la persona stessa chiedere che venga posto fine alle sue sofferenze, questa richiesta, credo,  dovrebbe essere legittimamente esaudita.

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Commenti al Post:
antonello_mi
antonello_mi il 24/09/06 alle 22:40 via WEB
avere già fatto una simile richiesta già è segno di gran coraggio....questo dovrebbe far riflettere il legislatore. Saluti
 
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 25/09/06 alle 15:34 via WEB
...e penso che per il legislatore sia arrivato il momento di prendere atto della cosa... :o)
 
pro_mos
pro_mos il 24/09/06 alle 22:49 via WEB
concordo con te.
 
cinico_nick
cinico_nick il 25/09/06 alle 11:03 via WEB
...beh, cazzo, se uno non è nemmeno padrone della sua vita!!!.. chi è lo "STATO" che decide della tua vita e della tua morte?! e poi, i preti che sparano su le solite cazzate!?!? "il dolore è un dono divino!!", ma ve la beccassivo voi una cosa del genere, invece di far filosofia sulla vita e sulle spalle delgi altri!!... (spero sia chiara la mia posizione hahahaaah)
 
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 25/09/06 alle 15:32 via WEB
La Chiesa si sà che ha una visione unilaterale in materia. Penso che questo sia uno di quei delicati ambiti in cui dovrebbe essere salvaguardato il diritto di uno Stato laico a prendere liberamente delle decisioni in materia, proprio per evitare le strumentalizzazioni; cosa che per l'Italia non è affatto facile. L'eutanasia in fondo è lo spinoso problema che sta esattamente dall'altra parte della medaglia rispetto alla legge sull'aborto e sull'impiego delle cellule staminali embrionali. Dove inizia la vita di una Persona e dove finisce la vita di una Persona? Scrivo Persona con la P maiuscola perchè penso che il nodo della questione sia tutto qui. Una blastula è una Persona? Per me no, per la Chiesa sì. Un' individuo ridotto a un vegetale e per cui le attuali conoscenze non possono far null'altro se non aspettare, e tenere attaccate delle macchine è una Persona? Forse lo è ma la sua non è una vita da "Persona". Ripeto: credo sia molto difficile fare una legge che tuteli tutte le parti: sia il diritto alla vita che il diritto alla morte o alla "non vita".
 
   
cinico_nick
cinico_nick il 27/09/06 alle 09:09 via WEB
...sull'aborto, ne parliamo un altra volta, sulla Persona, ognuno DEVE avere il diritto di decidere della propria vita...
 
     
VegaLyrae
VegaLyrae il 27/09/06 alle 15:26 via WEB
Il mio discorso non era riferito solo all'aborto, ma anche all'impiego di cellule staminali nella ricerca. Oggi come oggi esistono migliaia di ovuli fecondati e "orfani" perchè con tutta probabilità non verranno mai più impiantati nell'utero di una donna. Di questi embrioni non si può fare nulla, se non stoccarli in azoto liquido. Non andranno mai a dare una Persona e nel contempo non possono essere distrutti, perchè "potenzialmente" potrebbero dare una Persona. Restano lì, senza più alcuno scopo tranne, brutalmente parlando, creare problemi di spazio perchè nel tempo tendono ad accumularsi sempre più. Io credo che almeno questi embrioni potrebbero essere utilizzati nella ricerca medico-scientifica, ma la Chiesa si oppone, per cui il problema viene procrastinato ad libitum. Comunque per tornare ai diritti della Persona, è vero che ognuno virtualmente dovrebbe avere il diritto di decidere della propria vita, e infatti io sono favorevole al testamento biologico e all'eutanasia. Ci sono però persone che tenderebbero a togliersi la vita per fragilità psicologica. In questo senso sono d'accordo con lupopezzato: queste persone, in quanto inserite in un contesto sociale, andrebbero dissuase ed aiutate a risolvere i propri problemi. In questo caso essere padroni della propria vita sarebbe solo un danno per sè e per la società intera. :o)
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 27/09/06 alle 16:21 via WEB
Scusami, non voglio possa sembrarti un'occupazione di blog, però per completezza e chiarezza del mio pensiero ti riporto i commenti sullo stesso argomento in questo scambio con Ossimora. Forse, al di là delle banalizzazioni, chiariscono ancora di più. === Inviato da lupopezzato il 26/09/06 @ 12:25 Ciao Antonia, hai scritto «La questione non è a mio parere nè etica nè politica ma riguarda la libertà individuale. Dare la possibilità di decidere». Io penso invece che la questione sia etica e politica perché è un problema che investe anche il giuridico. Se fosse "esclusivamente" un fatto di libertà individuale, il modulo di autodeterminazione o testamento biologico non avrebbe nemmeno senso. Invece – com’è giusto che avvenga in un modello sociale avanzato - quel modulo delimita lui stesso la libertà individuale solo a determinati ed estremi casi e, quindi, presuppone correttamente dei confini alla nostra libertà limitandoci a decidere di morire solo in casi tragici e drammatici dove, diversamente, la vita sarebbe solo una sopravvivenza fatta di dolore inutile. La necessità di legiferare in materia è un dovere sociale al quale il legislatore non può più sottrarsi ma dobbiamo essere tutti coscienti che non si tratta di una legge di facile stesura. L’autodeterminazione aiuterà parecchio il legislatore a evitare di rispondere ad un certo numero di domande. Resteranno però ancora molte domande alle quali dovrà rispondere la legge ed in particolare alla domanda "qual è il limite dove fissare i paletti". Quando sì e quando no. Il fatto che non sia una legge facile non deve essere una giustificazione per lasciar perdere però mi pare che nessuno provi a valutare anche i tanti risvolti non morali ma "giuridici". Importante, comunque, che la legge nasca in fretta ma senza banalizzare il problema partendo dall'assunto sbagliato che "la vita è mia e ne faccio ciò che mi pare". Ciao :o) === Inviato da Anonimo il 26/09/06 @ 14:29 Ciao,si ,io credo che riguardi in primis e sopratutto la libertà individuale ,sopratutto perchè quando si sta male e si soffre si è davvero ed ineluttabilmente soli davanti alla mancanza di speranza,in questa situazione estrema i paletti chi altro può metterli?In nquesto senso il testamento biologico può essere uno strumento già valido. === Inviato da lupopezzato il 26/09/06 @ 15:45 Antonia, i paletti non può metterli il malato ma solo la legge. Chi avrà il compito di staccare la spina dovrà farlo sentendosi autorizzato dalla legge e non dal malato. Ti invito ancora a leggere il problema sotto l’aspetto giuridico e non sotto quello emotivo. Il testamento biologico è indubbiamente un buon punto di partenza per pensare una legge ma gli aspetti giuridici sono e restano tanti. Mi permetto di porre alcune domandine alle quali il legislatore dovrà rispondere: 1) considerato che il testamento biologico compete all’individuo, competerà solo ai maggiorenni? Per i minorenni chi è che lo compila? 2) Nel caso di genitori che devono compilare il testamento biologico per un figlio e hanno opinioni opposte, si tirerà a sorte? 3) Un ragazzo di 15 anni, malato terminale e cosciente, il cui testamento biologico, compilato dai suoi genitori, prevede di non staccargli la spina, dovrà aspettare i 18 anni per cambiare testamento? 4) Chi è autorizzato a staccare la spina? 5) Se chi è autorizzato a staccare la spina pone obiezione di coscienza a chi passa il compito? 6) Nel caso in cui non si sia ancora fatto testamento biologico che si fa? Come vedi dire che «in questo senso il testamento biologico può essere uno strumento già valido» equivale, in termini legali, a non aver detto nulla. Le polemiche con il mondo cattolico le ritengo inutili. Questo è uno Stato laico, "fottiamocene" e - senza banalizzare gli aspetti giuridici ma anche senza sottovalutare la complessità del problema - facciamo una legge seria, punto. ====== Ecco, ora dovrebbe essere più chiara la mia posizione rispetto all'eutanasia. Ciao e scusami per lo spazio che ti ho preso. :o)
 
lupopezzato
lupopezzato il 25/09/06 alle 12:37 via WEB
Sui problemi di carattere morale - mentre è abbastanza facile esprimere una posizione a favore o contraria ad una ipotetica legge – è sempre difficilissimo progettare la legge stessa. Sull’eutanasia infatti è troppo facile dire che si sarebbe favorevoli ad una legge che consentisse di staccare la spina. Penso che nessun individuo sia d’accordo sulla sofferenza inutile o su quella che tu chiami "non-vita". Potrei dire che in una riflessione abbastanza superficiale sul problema sarebbe difficile trovare motivazioni contrarie. Le riflessioni superficiali sono però pericolose ed insidiose e per questo il Presidente della Repubblica non se ne è uscito con una banalità del tipo "ognuno è padrone della sua vita". Per fortuna non facciamo traversate in solitario ma ogni individuo è parte del tessuto sociale. Se passassero banalità come "ognuno è padrone della sua vita", potremmo togliere i limiti di velocità, le cinture o il casco e se ci capitasse di vedere un tizio che vuole buttarsi giù - piuttosto che cercare di convincerlo a desistere - gli grideremmo "aspetta che sposto la macchina" e poi dovremmo sperare che il tizio che si butta muoia al primo tentativo perché in termini "sociali" un suicidio fallito significa, tante volte, invalidità permanente e costi sociali. Questo per spiegare che "ognuno è padrone della sua vita" equivale a "ognuno è padrone della sua pistola" ma nel limite delle leggi a cui si deve sottostare. Perciò scendiamo dall’albero. Rispetto a problemi morali così profondi e complessi, il legislatore deve porsi domande che approfondiscano ogni angolo oscuro del problema stesso. Una su tutte: giuridicamente quand'è che una vita diventa non-vita?
 
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 25/09/06 alle 15:20 via WEB
Condivido. Infatti quando nel mio post scrivo che nessuno può assurgersi il diritto di sopprimere la vita di un'altra persona, forse un pò sinteticamente, mi riferivo proprio a questo. E' facile a priori dire: "Poniamo fine alle sofferenze di questo individuo" ma in termini legali e giuridici la cosa non è affatto semplice, perchè bisogna appunto stabilire quando una vita diventa "Non più vita". E i paramentri per definirlo sono tutt'altro che banali. Così come non era affatto banale formulare una legge sull'impiego delle cellule staminali di origine embrionale a scopo di ricerca; e infatti il quesito di quel referendum risultava incompleto e ambiguo per gli addetti ai lavori, figuriamoci per il resto della popolazione. Io penso tuttavia che un malato terminale di cancro che soffre dolori atroci oppure una persona che si trova a vegetare, incapace di fare qualsiasi cosa, compreso il nutrirsi, ma che ha la lucidità mentale per capire che quella situazione è permanente e irreversibile e chiede di farla finita... ecco io credo che a queste persone la società dovrebbe concedere un gesto compassonevole. Senza contare che, cinicamente parlando, anche loro hanno un peso in termini di costi sociali. La difficoltà, secondo me interviene quando la persona non è più lucida o cosciente, come Terry Schiavo oppure quella ragazza di cui non ricordo il nome, in coma irreversibile ormai da un decennio e per la quale il padre chiede da anni di staccare la spina. Sono queste le situazioni in cui è difficile legiferare in modo giusto, corretto, equilibrato e tale da non prestarsi a strumentalizzazioni.
 
   
cinico_nick
cinico_nick il 28/09/06 alle 08:18 via WEB
... le leggi sono fatte da uomini ed in quanto tali sono e saranno sempre perfettibili, in ogni caso iniziare un dibattito, anche legislativo, non puo' essere che positivo. La chiesa, beh lei si basa su assiomi e verità assolute, quindi pensare che possa essere malleabile su alcuni argomenti credo sia una semplice utopia... ma, ricordo male, o l'Italia è uno Stato laico?!...
 
     
VegaLyrae
VegaLyrae il 28/09/06 alle 15:20 via WEB
Condivido... e no, temo che l'Italia, checchè se ne dica, non sia uno Stato laico.
 
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