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Breve pensiero sulla 20a Domenica dopo Pentecoste

Post n°118 pubblicato il 02 Ottobre 2016 da Veritatis1973

Breve pensiero sulla 20a Domenica dopo Pentecoste:

http://www.seonweb.eu/swManager/sw_images/news/Piero_del_Pollaiolo_prudence_258.jpg

"Vivere con la prudenza a compagna delle proprie azioni, senza perdere del tempo, che non sapete se potete poi ritrovare. Pensare sempre che di molte ore anche i migliori avranno a rendere conto. Ore di tiepidezza, di ciance vane, di sonnolenza pigra, di peccato anche. Fruire perciò di ogni minuto per riparare il male fatto o il bene non fatto. Il domani non è mai sicuro. Usare perciò del presente che è sempre un dono di Dio, per darvi modo di acquistare meriti ai suoi Occhi Ss.
Essere prudenti, ossia riflettere prima di fare cose che uno stimolo interno vi spinge a fare e che sembrano anche buone. Talora il demonio suscita un impulso, buono in apparenza, ma che crea un successivo procedere errato. Talora anche di una ispirazione o di un dono veramente divini se ne serve il demonio per suggestionare al male o sprezzandoli o esagerandoli, o continuando a dirli esistenti anche quando sono già passati. È la ragione della caduta di molte anime che Dio aveva predilette, e che non hanno saputo essere prudenti, e tanto più vegliare quanto più i doni o le ispirazioni sono sublimi. Prudenza nel pensiero, nell'azione, nell'uso del dono, o nell'eseguire l'ispirazione. Che non ne sorga fumo di superbia o smania di esagerazione, che sciuperebbe tutto.
Saper tacere e saper ascoltare nel silenzio le reazioni della coscienza alle voci che ode. Ricordare che ciò che viene dall'alto comunica sempre pace e fortezza contro le voci dei sensi e delle seduzioni, mentre ciò che viene dall'invidioso Avversario dà sempre turbamento e favorisce il cedere dell'io a ciò che seduce la parte inferiore con la sensualità, o il pensiero con l'orgoglio e la menzogna. Imparare a leggere la volontà di Dio. In una vita raccolta ciò si ottiene. In una svagata, no".

Fonte: M. Valtorta, Libro di Azaria, CEV 2012, pp. 251-252.

Padre Berti nota "la sublimità, originalità, esattezza, chiarezza di tanti insegnamenti e consigli contenuti in questo volume" (vedi M. Valtorta, Libro di Azaria cit., p. 6, introduzione di P. Corrado M. Berti O.S.M., 2 febbraio 1972).

 
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