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Il Sole di Stagno - Romanzo

 

Il Sole di Stagno - Vincenzo Aiello - con-fine ed. - Bologna, 2006

C'è qualcosa che accomuna questo racconto di Aiello al grandioso romanzo di Walter Siti, Troppi paradisi. Così lontani e tra di loro diversi, entrambi si sono proposti di tematizzare il tempo, fissandolo alla svolta del secolo e del millennio. Per narrare come storia la contemporaneità e la propria stessa esperienza, senza consegnarsi all'autobiografia, bisogna scegliere una lingua e giova inoltre (secondo me) una cornice esplicita di referenti cronologici. Che annunci subito il carattere del testo, di selettiva ricostruzione. Distante dal testo soggettivo della semplice memoria. È il problema che Aiello, nella sua prova d'esordio, ha in parte eluso, affidandosi ai soli dati interni. Quanto alla lingua invece, o meglio alla voce di scrittore, ha usato felicemente, la sua, che nella nuova generazione è una delle più personali.

Lidia De Federicis (L'Indice dei Libri) 

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Messaggi di Marzo 2014

 

"L'utopia della Comunità?"

Post n°1154 pubblicato il 27 Marzo 2014 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

Dopo molti volumi di architettura con prestigiose case editrici del settore, il prof. universitario in Museologia e critica artistica del restauro in Molise, l'arch. napoletano Rossano Astarita, esordisce nella narrativa con "La fabbrica felice (pagg. 56, euro 2.50; Giannini)" , dove realizza la sua utopia di racconto-saggio. Qualche giovane oggi ricorda l'altra utopia di Olivetti che decise di impiantare a Bagnoli uno "stabilimento industriale" che producesse macchine calcolatrici? Ebbene c'è stato un tempo in cui ciò avvenne ed Astarita ne dà conto in questo medaglione letterario che accanto a personaggi del calibro di Adriano Olivetti, Luigi Cosenza, Ottiero Ottieri, ed altri, pone in primo piano la vicenda di vita e di ricerca di felicità di Vincenzo Artiaco, che figlio di un portinaio trova lavoro proprio nella fabbrica del patron di Ivrea. Il perito napoletano Vincenzo, che quando smetteva di lavorare, prendeva in prestito un volume dal bibliotecario Carletto Corbisiero 'o 'nnucente che - ed è storia vera - condannato ad 11 anni di reclusione e scoperto innocente fu assunto dall'ingegnere Adriano in omaggio ad una strana, per l'epoca, rieducazione della pena sbagliata, come in un'applicazione illuministica contraria de "La colonna infame". Il libriccino di Astarita oltre che una narrazione scritta bene è un oggetto artistico, con quella copertina che vede il disegno progettuale di Luigi Cosenza della futura fabbrica flegrea, e con quel retro di copertina che vede l'utopia de "La mano aperta" di Le Corbusier, "per ricevere, per donare"; il profilo della colomba della pace che ora fa bella mostra di sè a Chandighart, capiale del Punjab, nella spianata del Campidoglio.

Vincenzo Aiello

 
 
 

"Il coraggio dell'amore"

Post n°1153 pubblicato il 25 Marzo 2014 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

Venerdì 11 aprile alle ore 19 presso la Sala Annibale Ruccello del Multisala “Montil” in Via Bonito 10 a Castellammare di Stabia l'associazione "Idea Città" del presidente, l'avv. Gianpaolo Valitutti, presenterà la manifestazione “Napoli allo Strega” ,  una serata a sostegno della candidatura del romanzo di Antonella Cilento “Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori)” al Premio della Fondazione Bellonci. Alla presenza dell’autrice interverranno Vincenzo Aiello de Il Mattino di Napoli e Liliana Longobardi docente dello scientifico locale “F. Severi”. L’evento sarà accompagnato da canzoni seicentesche cantate dall’attrice Anna Spagnuolo che verrà accompagnata al piano dal maestro Salvatore Torregrossa. Le letture saranno a cura di Gea Martire. L'ingresso è libero.

Vincenzo Aiello

 
 
 

"Il filo forte della ginestra"

Post n°1152 pubblicato il 19 Marzo 2014 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

Dopo molti racconti lo scrittore partenopeo Domenico Infante tenta la strada del romanzo con “Sento la neve cadere (pagg. 127, euro 11.50)” per la editrice partenopea Scrittura & Scritture di Corso Vittorio Emanuele capitanata dalle sorelle Eliana e Chantal Corrado. Siamo a Petralia Sottana paesino spigoloso delle Madonie e qui si sviluppa la vita di Salvatore Salvati e della sua famiglia che ha come ultimo frutto il piccolo Esilio che nasce il giorno della Marcia su Roma. La vita scorre scandita dai tempi della natura – sebbene si uccida Matteotti ed imperversi il Ventennio – e le uniche tragedie vissute sono l’eruzione dell’Etna e lo scoppio della seconda guerra mondiale. Esilio cresce con Gaspare Diotallevi, figlio del mezzadro viciniore, e di Peppina il filo di ginestra che si farà donna. Nel microcosmo paesano la figura di Zu’ Lillo – in realtà Giuseppe Guerriero, camicia rossa sorrentina approdata a Petralia Sottana dopo i fatti di Bronte – è un po’ il simbolo della vecchiaia morale che “ti stronca il respiro, che ti annoda il ritmo del cuore, ma che è anche l’età dei ricordi, e basta un profumo a farti tornare a mente un’ora, un minuto, un sogno”. La lingua del quarantenne Infante, che nei primi racconti avevamo visto piena di echi deluchiani, marottiani ed eduardiani, alla prima prova narrativa romanzesca mantiene intatto il suo lirismo da Sacra Scrittura biblica, ma si riscatta con un ritmo ed un malia sua propria, che ne fa uno degli scrittori “da Napoli” più originali, nel senso di meno emulativi.

Vincenzo Aiello 

 
 
 

"L'amore è uno scoglio precario"

Post n°1151 pubblicato il 17 Marzo 2014 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

Un esordio autentico per la storia, e per una lingua solida, quello della 47enne scrittrice partenopea Rosaria Iodice e per il suo “La donna lumaca (pagg. 192, euro 15; Lupo editore)”, un romanzo ambizioso che attraverso l'itinerario di emancipazione di Angela, figlia della guerra e di una famiglia ordinaria di Pozzuoli, racconta in realtà, tra macrostoria e microstoria, la Storia della trasformazione dell’Italia con un occhio da pari opportunità. Un padre partigiano partorisce una famiglia monoreddito con tre figli ed un donna devota, ma l’approdo a Napoli in una casa popolare dà modo alla nuova famiglia di trovare una nuova coscienza ed un nuova vita. Angela comincia a lavorare in una sartoria e conosce il primo principe pseudo-azzurro che la porta ad un aborto ed a trovare conforto nelle voglie di Teresa la responsabile delle lavoranti. Scopre – come molte donne in Italia – il movimento delle donne e si fa trascinare dalle prime lotte per l’autodeterminazione che porteranno alla legge sul divorzio. Stretta tra amore per Teresa e voglia di una normalità borghese si sposa con Vittorio che scoprirà schizofrenico e che le darà la responsabilità di essere madre con Roberta. La vita va avanti tra consapevolezze raggiunte, un divorzio, ma anche nella scoperta del nuovo carattere della figlia che cerca all’esterno della famiglia la propria identità. In forza delle richieste della figlia, le restituisce un padre: anche se senza volontà. Ma è la linea femminile la protagonista di questa storia che mette assieme intimità e vita pubblica scandendo cambiamenti minimi e comuni, senza dimenticare che “siamo noi l’ago con cui si realizza la tessitura della nostra vita”.

Vincenzo Aiello

 
 
 

"L'ipertiroidismo della realtà"

Post n°1150 pubblicato il 14 Marzo 2014 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

E’ un esordio da ricordare, soprattutto per una lingua ritmica, questo del 28enne scrittore napoletano Marco Parlato e del suo “Tiroide (pagg. 128, euro 11; Gorilla Sapiens edizioni)” che sarà presentato domani 15 marzo alle ore 18.30 alla Biblioteca comunale di Piano di Sorrento. Stefano Maravelli è uno studente fuorisede, originario della Costiera sorrentina, che frequenta Letteratura alla Sapienza a Roma. Vive con un ospite di natura chimica: il Tapazole che deve prendere ad orari regolari per curare l’ipertiroidismo. Stefano è un tipico personaggio che cerca di vivere silenziosamente in un tempo in cui facebook e la vita post-ideologica costringono un po’ tutti a rendersi perennemente rintracciabili, e mentre riflette sul mondo, ritrova il testo sgrammaticato del diario di un immigrato nigeriano che si firma “Oluwafeme”. Per delle occasioni mondane viene risucchiato dalla sua terra natia – la famigerata “Terra delle sirene” - e l’ebbrezza da cerimonia conviviale gli fa dimenticare di assumere i farmaci per tenere a bada la tiroide impazzita: in questo loop riesce ad elencare tutte le idiosincrasie di questo tempo tutto in diretta, ma completamente inautentico. Dove le infanzie si riverberano in prime giovinezze senza sugo mentale ed anche la musica e l’informazione, la tv ed internet sono pieni di intrattenimenti senza futuro. Ed in un flashback tra il ciuco e l’onirico finisce per avere un infarto. Risvegliatosi scoprirà il nuovo farmaco, che l’accompagnerà in un futuro piatto e sporco che attende tutta la sua famiglia che non si era accorto stava spaccandosi sotto il peso della crisi economica. La via di fuga sarà costituita dalla pubblicazione di un bestseller sospetto.

Vincenzo Aiello

 
 
 
 
 

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