vitaperezvitaperez

Nessuna debolezza.

Ok sono intrattabile [a volte].

Insopportabile. Ermetica. Impenetrabile.
[Totalmente sigillata].
Sono quel luogo che non riesci a visitare.
Binari [morti] che non arrivano a destinazione per te.
Sono silenzi e parole ridotte [al minimo].
Sguardi che non approdano nei tuoi [occhi].
Sarà mia la colpa?

Non lo so [fino in fondo].

Noi due bambine: non me lo ricordo.
Sei [mia] sorella.
Ho vaghi pensieri della [mia] infanzia.
Ricordo di te, solo un letto in cui volevo dormire, lenzuola sotto le quali volevo nascondermi.
Il [tuo] letto.
La [tua] stanza. Non potevo mai.
Incredibile: [MAI]!!!

Io dormivo di là. Ero la più [piccola] e dormivo di “là”.
Dormivo con lei.
In una stanza che mi faceva paura. In una stanza da adulti. Con un quadro terrificante alla parete. E foto di nonni mai conosciuti che mi guardavano severi e morti.

In un letto grandissimo, con grandi sbarre di ottone liscio e satinato [dal tempo].

E luci fioche.
Dormivo con la sorella di nostro padre.
E [a nessuno] fregava niente del fatto che [io] non volessi. Dovevo dormirci {e basta} “con la zia”.
Non importava a nessuno che piangevo.

Dovevo capire che bisognava che andasse così e basta.

Cosa c’entra adesso mi dirai.
Non ti trattava male.

Si, infatti non lo faceva.

[Nessuno] mi trattava male. Perché io da bambina sapevo rendermi quasi [invisibile].

Tutti troppo distratti ed io [totalmente] nascosta emotivamente.

 E non raccontavo sogni, io. Ero una bambina [senza] sogni.
Piccola. Molto piccola.
Avrò avuto tre, quattro anni e poi su fino a diventar grande.
Fino a che zia non è[ morta] ed io facevo ormai le medie, ho sempre dormito lì.

Lunghe notti sveglia.

Tutte le sere dovevo [difendermi] dai mostri immaginati, ero troppo occupata a proteggermi dalle paure ad occhi aperti. Dalla luce che dovevo tenere spenta.

Dovevo esser grande e [non fare capricci]. Dovevo fare compagnia alla zia che veniva sempre a dormire dopo di me. Molto tardi.
E se volevo la mamma… dormivo con zia che necessita c’era?!?!?!

Quello era il [ mio posto]. Diverso dal tuo e {diverso} dagli altri bambini.

Che avevano i libri di favole, e le mamme e i papà …

Papà, lui era l’unico che non era troppo convinto di laciarmi lì…Ma lo faceva [comunque].

Che ricordi sciocchi…cosa c’entrano con noi due…?

Forse tutto, forse niente.

Ma è cominciato tutto {lì}.
Ho iniziato lì a pensare che dovevo trovare [il modo] per entrare in un altro mondo…uscire dalla finestra come Peter Pan e rientrare al mattino.

Trovare un’alternativa {dolce}, dove i bambini potevano essere più felici di quanto lo ero io.
Dove andare a dormire non era mostruoso. E così ho iniziato.
{Voi non esistevate più}.

Le mie paure, le tenevo per me.
Niente più lacrime.

Non abbiamo mai più parlato.
[Di nessuna mia debolezza!]