Creato da vita.perez il 20/01/2008

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equilibrio precario...non spingete

 

Giorni

Post n°1084 pubblicato il 23 Novembre 2020 da vita.perez

Così passano i giorni.
La prima settimana è andata.
Dalla scorsa Domenica la mia regione è stata dichiarata zona rossa.
La mia vita non subisce grossi contraccolpi, le restrizioni mi influenzano sicuramente,
ma mi adeguo ancora con una certa elasticità, a chiusure e limitazioni.
Le mie giornate sono scandite da risvegli lenti, colazioni senza fretta,
inizio lavoro da remoto, lunghe passeggiate col cane, letture…
Questa settimana non sono stata nemmeno sola.
Mia nipote, ventenne, reduce da complicate dinamiche familiari,
ha deciso di trasferirsi per un po' da me.
Oggi dovrebbe andar via.
Ventenne, ho specificato. Non è un dettaglio.
I ventenni sanno essere una ventata di aria fresca e pulita.
E lei nonostante tutto, nonostante le difficoltà che sta affrontando, lo è.
Nonostante la Vita non sia stata proprio generosa con lei.
Sorride, ama, studia, si confronta, si interroga… Vive.
Vive con la forza e l’energia dei vent’anni.
Quella forza e quell’energia a volte implosiva, a volte esplosiva.
Vive il suo dentro e il suo fuori, e mi piace guardarla in equilibrio sulla fune che la separa dall’estremità dei suoi obiettivi.
Mi piace quando mi accorgo che riesce a camminare sospesa su chilometri di altezze,
mi passa un po' di quella paura che ho a pensarla senza rete di protezione.
Si, sulla fune senza rete, perché la Vita non è un circo ahimè, nonostante tutte le maschere e le finzioni che la abitano.

 
 
 

...

Post n°1083 pubblicato il 02 Novembre 2020 da vita.perez

[ Lei aveva questo dolore che le disegnava il sorriso ]
una maschera di bellezza indecente
inconfutabile bugia dell’antica gioia
nata per sfidare il buio le insegnarono
a non splendere le insegnarono
a mangiarsi il sole nelle camere sfitte dell’infanzia
ma lei sorrise dentro e si formò il distacco
come una luce immobile al centro
che sconquassa tutto
la sua anima divenne giostra
divenne gioia che conosceva
la tristezza dei cavallini che girano e girano
senza toccarsi mai.
_Serena Migliorini

 
 
 

Orchidee

Post n°1082 pubblicato il 28 Ottobre 2020 da vita.perez

Non ho voglia di scrivere che anche quella di oggi è stata una giornata faticosa,
quindi non lo farò.

Racconterò piuttosto della bellezza delle mie orchidee.

Ne ho diverse e di colori bellissimi. Mi piacciono molte le orchidee.
Adoro le loro fioriture, soprattutto quelle autunnali.
Così inattese.
Osservo le gemme sugli steli, le guardo germogliare, poi crescere fino a sbocciare.
A volte quasi non so aspettare, ho bisogno che fioriscano in fretta, ma loro …hanno istanti e silenzi…e mi danno la misura del tempo necessario affinché le cose si realizzino e spesso si perfezionino.
…poi la loro fioritura esplode e si sostiene il tempo necessario ad esprimere e manifestare la bellezza.
Un tempo lungo.
L’orchidea racconta a lungo di se. E’ un fiore che resiste.
Mesi di rivelazione. Manifesta bellezza.

 
 
 

Pensieri

Post n°1081 pubblicato il 13 Ottobre 2020 da vita.perez

Sono consapevole di dover fare i conti con una rabbia mai totalmente elaborata.
Sono consapevole di ferire.
Sono consapevole di millantare verità.
Sono consapevole di avere un ego molto organizzato.
Sono consapevole di produrre un contraddittorio articolato.
Sono consapevole di distruggere volontariamente il mio avversario.
Sono consapevole di utilizzare le debolezze.
Sono consapevole di non aprirmi a perdoni facili.
Sono consapevole di essere spietatamente reale.
Sono consapevole di non lasciare spiragli.
Sono consapevole di opporre i miei stati d’animo.
Sono consapevole di strumentalizzare le emozioni.

Sono consapevole di saper maneggiare le emotività.

Sono inconsapevole quando lo faccio.
Provo a essere capace di avere delle riletture.
Mi fa stare male ferire.

Ho lavorato tanto sulle mie emozioni.
Ho una personalità molto strutturata. 
Sono a mio agio in condizioni di isolamento.
Conosco a fondo le pieghe della mia solitudine.
Ho diverse cicatrici.
Alcune invisibili, ma sensibili al tatto.

 

[Appena ieri scrivevo che non si tocca il dolore]
_che non si toccano le cose quando fanno troppo male.
Oggi un disastro.

 
 
 

Acqua bollente e vapore

Post n°1080 pubblicato il 12 Ottobre 2020 da vita.perez

Oggi mi è sembrato di scalare una montagna.

Ho fatto una fatica immensa ad entrare ed uscire dalle relazioni.
Ci sono rapporti all'interno dei quali bisogna nuotare in superfice…troppo rischioso avvicinarsi a certe profondità.
L’imperativo, adesso, è rimuovere il dolore.
Non si toccano le cose quando fanno troppo male.
E quindi, dicevo che mi è sembrato di scalare una montagna, e che sento una grande stanchezza.
Sono uscita da lavoro, ho guidato verso casa con la voglia di togliermi tutto di dosso e infilarmi sotto una doccia calda.
Non vedevo l’ora di rientrare.
Di rientrare in me.

A casa, così ho fatto.
Chiavi nella toppa, coccole per il mio cucciolo, poi via borsa e giubbino, via pantaloni, via giacca e camicia, tasto di avvio alla mia play list preferita, via l’intimo, e... 



…acqua calda
sulla pelle nuda,
sul viso,
sui capelli,
sulle spalle,
lungo la schiena…

Non so per quanto tempo sono rimasta sotto il getto d’acqua,
senza muovere un muscolo,
senza aggiungere sapone,
senza aggiungere un pensiero.


Solo acqua bollente e vapore.

Fuori note indistinte saturavano casa.
Quando ho chiuso l’acqua c’era David Bowie ad aspettarmi con la sua Space Oddity…
e ho pensato che è incredibile quanto questa canzone sappia sempre arrivare al momento giusto nella mia vita, e che non poteva esserci canzone più indicata …per uscire dal mio viaggio nello spazio universo doccia bollente e vapore….

 
 
 

Le stagioni di mezzo

Post n°1079 pubblicato il 11 Ottobre 2020 da vita.perez

La pioggia mi ha bagnata mentre rientravo dalla mia solita passeggiata col cane.
Ho accelerato il passo, ma non troppo…
Avevo ancora voglia di camminare...


Ho tirato su il cappello del giubbino e abbiamo continuato il nostro 
giro…

 Per il mio cucciolo la pioggia è un dettaglio trascurabile, lui continua ad annusare, a saltare da un’aiuola all’altra, ad indugiare su qualche traccia…
Lo osservavo e mi dicevo che
in fondo riesce
 sempre ad insegnarmi
qualcosa quel musacchione!!!

Ed allora ho indugiato anche io. 

E come lui, ho annusato l’aria e, a pieni polmoni, ho respirato il profumo della pioggia. 

La strada era ricoperta di foglie,
e di aghi di pino…
e le goccioline fini, pian piano, bagnavano
l’asfalto su cui ogni tanto sfrecciava un’automobile.
Ecco l’autunno, ho pensato.
Le stagioni di mezzo…quelle che adoro...

 
 
 

Niente

Post n°1078 pubblicato il 11 Ottobre 2020 da vita.perez

Stamattina mi sono svegliata molto presto.
Ho aperto gli occhi e la luce filtrava dalla veneziana semichiusa.
Mi aspettavo una mattinata piovosa e invece c’era il sole.
Così, ho messo su un po' di musica, ho fatto colazione fuori, ho dato una spuntatina a qualche pianta con la tazza di caffe fra le mani, e mi sono crogiolata un po' sotto i raggi di un sole autunnale…
E’ Domenica.
Tutto è più rallentato. Niente orari, appuntamenti di lavoro, corse per evitare il traffico.
Niente.
Questo il mio programma.
Un bel niente,
Un mezzo invito a pranzo, su cui ho indugiato un po', per poi rifiutare.
E quindi un bel ritorno al niente.

Le mie domeniche in solitudine. Le adoro.

 
 
 

Domenica

Post n°1077 pubblicato il 04 Ottobre 2020 da vita.perez

Camminare di sera in autunno mi piace molto.
Giubbino leggero, un foulard, mani in tasca e cane che mi trotterella davanti…
Passi lievi stasera e silenzio.
Senza troppi pensieri.
Domenica in relax. Pranzo al sole vista mare. Pomeriggio di chiacchiere.
Case familiari e avvolgenti.
Sorrisi e attenzioni.
Passeggiate, mescolati fra la gente.
Caffè.
Rientro in auto. Musica.
Casa.
E’ andata così questa giornata.
A prendermi cura di me.

 
 
 

Primo Ottobre

Post n°1076 pubblicato il 01 Ottobre 2020 da vita.perez

E così oggi c’è il sole e il suo conforto.
Dopo tanta pioggia è tornato un clima più mite ed è tornata la luce dei primi di ottobre,
figlia ancora degli ultimi luccichii di settembre.
Settembre è uno dei miei mesi preferiti, insieme a giugno.

 
 
 

Cosa sbaglio?

Post n°1075 pubblicato il 28 Settembre 2020 da vita.perez

È tutta da stendere al sole ad asciugare, oggi, la mia vita.
Ha piovuto tanto stanotte.
E piove tutt’ora.
L’umidità annacqua le cose, i pensieri, le emozioni.

Non è un momento facile.
L’ennesimo.
A volte mi chiedo cosa sbaglio?
Io, che ho provato per tutta la vita a far andare le cose nel verso giusto, ma senza forzarle.
A correggere e lavorare sui miei errori.
A ridisegnare i miei confini.
A provare a trovare un equilibrio che mi consentisse di essere felice di quello che ho e che sono.
Ho sempre lavorato tanto per guadagnarmi un posto nel mondo, che proprio non riuscivo a trovare.
Ho maneggiato e rimaneggiato le mie emozioni per costruire la donna che sono e di cui vado fiera.
Io, che ho sempre creduto nel potere immenso dell’altro, come stimolo per migliorarsi.
Io, che ho creduto in me stessa anche quando ero a pezzi e pensavo di non farcela ad uscire da momenti molto dolorosi.
Ho trasformato le mie paure. Ho abitato la mia solitudine. Ho combattuto e combatto i miei mostri interiori. Ho accolto e amato le mie inadeguatezze. Ho imparato a lasciar andare. Ho respirato più forte quando l’aria era poca.
Ho amato e continuo a farlo. Ho tagliato quando dovevo farlo.
Io, che ho sempre ricominciato.

Dove sbaglio, oggi?

Oggi sento di non saper ricominciare. Di non saper affrontare. Di non saper trasformare.

Probabilmente accade perchè non si tratta di me.

Di una parte di me, è di questo che si tratta.
Una sorella è una parte di te. È inevitabile.
Una sorella ce l’hai aggrappata all’anima.
Nonostante la diversità, le lontananze, le incomprensioni, le differenti vite.
Nonostante le esperienze diverse. Nonostante le rabbie e i rancori e i dolori non risolti.
Una sorella è uno specchio, la cui immagine riflessa ti mostra un altro aspetto di te.
Della tua famiglia. Di ciò che sei.
Talvolta migliore, talvolta peggiore.
Ma un aspetto di te.
Anche con quello devi fare i conti, soprattutto se quell’aspetto non ti piace.
C’è una radice.
A volte profonda e radicata, altre volte superficiale, che rompe il terreno tutt’intorno. Che cammina distruggendo.
Cammini si, è di questo che si tratta.
Strade che forse non sempre, consapevolmente, si scelgono, chi sa.

 
 
 

Certe vite

Post n°1074 pubblicato il 26 Settembre 2020 da vita.perez

Le vite difficili 

sono lanciate come treni senza guidatore contro muri di dolore.
Le vite difficili sono bersagli sensibili.
Cuori fragili che induriscono le scorze a furia di ferirsi.
Le vite difficili a volte hai paura che si spezzino…

 

 
 
 

Manchi

Post n°1073 pubblicato il 17 Maggio 2020 da vita.perez

Il mio cane ha paura del vento.
Mi chiedo sempre come sia possibile.
E’ il mio cane, ed io non ho paura del vento.
Si, lo so che non significa niente, e che le due cose non sono correlate, ma io adoro il vento.
Vabbè, fatta questa premessa, ti scrivo di ciò che volevo dirti.

Mi manchi.
Un concetto semplice.
Una sensazione che conosco bene.

Tu manchi spesso.
Certo non così.
La nostra vita è stata costellata di mancanze e resistenze.
Conosco bene la sensazione, e la controllo ampiamente.
Distanze volute, distanze obbligate, distanze capitate…certo tutte distanze terminate, con una sensazione di dispnea che va compensata con l’ossigeno del rivedersi.
Con l’aria che arriva di nuovo fino in fondo ai polmoni, quando dopo gli occhi arriva il corpo a chiudere tutto in un abbraccio.
Chissà di cosa siamo fatti.
Forse di profumo. E’ l’unica cosa, di noi, che trasporta il vento.

 
 
 

Giorno 13

Post n°1072 pubblicato il 22 Marzo 2020 da vita.perez

 

E così stamattina mi sono svegliata ed il cielo era grigio.
Sparito, anche quel raggio di sole che in questi giorni filtrava dalla tapparella appena aprivo gli occhi.
Il sole mi serve, le ombre lunghe di queste giornate sono già tante…
Erano giorni che pensavo di buttar giù qualche pensiero…ma le parole fanno fatica ad uscire…
Le emozioni sono come sedimentate. Tutte compattate, unite in mattoncini a formare una maglia stretta stretta. Quasi a difendersi da qualcosa. Qualcosa di sconosciuto.
La solitudine invece.
La mia solitudine all'opposto è tutta scomposta.
Oggi è stato il giorno della sezione.
Elemento per elemento.
Non mi era mai capitato prima d’ora di doverlo fare.
La solitudine è una sensazione che conosco bene, non ho mai avuto necessità di doverla scomporre in pezzettini piccoli, ne ho sempre goduto in misura addensata, in tempi dilatati ma rappresi, compatti.
La misura della mia solitudine non è mai stato il tempo.
Non ho mai avuto la necessità di doverla scomporre in giorni, in ore, frazionarla in minuti…
Eppure oggi, giorno 13, mi sono trovata difronte me stessa ancora una volta.
Piacere mi sono detta, sono quella risorsa che non avevi ancora tirato fuori.
Sono la voragine della tua solitudine, e tu sei seduta penzoloni sul ciglio del precipizio, ma niente paura.

 

Si, Signore e Signori, niente paura.
Andrà tutto bene.

 
 
 

Due donne.

Post n°1071 pubblicato il 07 Gennaio 2020 da vita.perez

Pochi baci.

Non sulla bocca. 

Voglia di sesso. A volte siamo anche questo. 

Due corpi estranei che si scontrano in una curva di intimità, presa a troppa velocità. 

Mani su corpi sconosciuti, che toccano parti note. 

Punti reattivi al piacere. 

Sensibilità facili da innescare. Tese e, in attesa come corde di essere suonate. 

Perimetri liquidi, conosciuti ma al tempo stesso ancora  inesplorati. Esplosioni di piacere senza pretese.

Solo sesso, senza passato e senza futuro. 

Seso lento. Come solo due donne sanno fare. 

Dentro i corpi, non fuori. 

Dentro dove tutto è liquido. 

Dove toccarsi è una strada mille volte percorsa.

Obbligata. 

Dove toccarsi è un cammino che giunge. 

Un incontro non troppo casuale. 

Una partita giocata al poker delle provocazioni. Finita in un full d'assi senza bluff. 

Tra lenzuola rosse. 

Pochi baci. 

Niente lingua. 

 

 
 
 

30.12.2018

Post n°1070 pubblicato il 05 Gennaio 2020 da vita.perez

Stamattina appena sveglia in un’ora imprecisa mi sono fermata a raccogliere il mio cuore che  si era,  probabilmente, smarrito in qualche piega profonda della notte.

E nella luce del mio risveglio, mi sono accorta che precipitava, invece, ancora un pizzico di  buio.
Con fatica ho respirato profondo ed ho pensato immediatamente che quello di oggi era il penultimo giorno dell’anno, e ho realizzato che era un giorno pieno di vento. E che lo era stata anche tutta la notte.
E  forse per questo avevo il cuore sperduto.
Nella semi incosciente paralisi di questi pensieri, ho provato ad alzarmi, ma mi sono seduta al centro del letto e ho continuato a pensare.
Ho penato che avevo voglia di parlare con qualcuno.
Di dire cose precise circa la profondità dei sentimenti e delle relazioni. Circa il peso delle parole e delle mancanze.
Di esprimere la mia incapacità di entrare a lungo, in contatto sano con la superficialità beata delle cose e di av
er bisogno invece di una profondità un po’ più…diciamo così… “ammalata” e sofferente.

L’inspiegabile necessità di tornare sempre  a un nucleo di solitudine appagante e respingente al tempo stesso, raccoglie la mia Vita e la riflette. E come un raggio di sole in uno specchio a volte acceca.
Così sono scesa dal letto. Ho aperto la finestra e ho lasciato entrare il vento.
E nel vento…ho capito che si nascondeva la traccia di tutti i miei pensieri.

 
 
 

Le braci cap. 16

Post n°1069 pubblicato il 28 Dicembre 2019 da vita.perez

"Quando due esseri uguali si incontrano, la si considera una fortuna, un dono della sorte. Ma gli incontri di questo genere sono disgraziatamente rari, come se la natura facesse di tutto, usando la forza e l'astuzia, per impedire che si formi una tale armonia – forse perché ha bisogno, per ricreare il mondo e rinnovare la vita, della tensione che si sviluppa tra individui che, pur vivendo secondo ritmi e tendenze discrepanti, si rincorrono eternamente. Una sorta di corrente elettrica alternata… dovunque si volga lo sguardo, si vede questo scambio continuo tra il polo negativo e quello positivo. Quanta disperazione, quante speranze inutili si celano dietro questa alternanza!"

—Sándor Márai

 
 
 

Rainy day...

Post n°1068 pubblicato il 14 Novembre 2019 da vita.perez

 

Piove.

Mi sono svegliata tardi stamattina. Ho fatto tutto di corsa.
E adesso mi porto addosso l’ansia delle cose mancate.

Le mattine di pioggia mi piacciono.
Mi piace fare colazione con calma, vestirmi con la radio che passa canzoni molli,
mi piace mettermi in auto e guidare sotto l’acqua spazzata via dai tergicristalli,
ingoiare asfalto bagnato e guardare le sfumature di grigio del cielo,
che fa da sfondo alla città a cui vado incontro.

Faccio la solita strada, e vedo sempre anche un pezzettino di mare.
Mi apre il cuore, non saprei rinunciarvi.
Quando faccio quella curva vista mare non mi distraggo mai,
qualunque cosa io stia pensando, il cervello interrompe un attimo il processo,
è come un click:
…seleziona mare, zoom panorama, selezione immagine, riprendi processo.

Stamattina curva veloce.
Ho fatto tutto di corsa.

Mi aspetta una giornata di relazioni. Relazioni di cui non ho voglia.

(…dov’ è la novità? Che asociale che sono!!!) :)

Per lo meno è Giovedì.

 

 
 
 

Sun is Up Today

Post n°1067 pubblicato il 13 Novembre 2019 da vita.perez

Il sole è alto stamattina, dopo una notte di pioggia.
Caffè al bar.
Occhiali Scuri.
IPod nelle orecchie.
Un nuovo giorno inizia lento.

 
 
 

Lieviti nei pensieri.

Post n°1066 pubblicato il 12 Novembre 2019 da vita.perez

 

Il sole è durato poco oggi.

Giusto il tempo di mettermi in auto e arrivare a lavoro, poi giù la pioggia.

Giornata lenta. Ho lavorato poco e male.

Interrotta mille volte da un collega di stanza.
Poca voglia di parlare.
Ho messo su un po’ di musica per riempire i silenzi che ci separavano,
ma lui di continuo colmava la distanza con tante parole.
Troppe per me.

Ho avuto la testa altrove tutto il giorno.

Ieri sera mi sono addormentata davanti al pc…
non mi capitava da mesi di addormentarmi sul divano.

Non mi capitava da anni di fare un viaggio così lungo in questo blog.
L’ho ripercorso tutto all’indietro, fino alla prima pagina.
Saltando tra il mio e quelli di Los.
Quante parole.
Un patrimonio di emozioni.

L’altra sera dicevamo di scriverci su un libro…si potrebbe farne un film 😊

Quante cose ci siamo dette l’altra sera.
Bella serata.
Ricca.
Forse è proprio da Venerdì che c’ho un fermento nell’anima.
E’ da Venerdì che c’ho come dei lieviti nei pensieri.

 

Un viaggio all’indietro anche quello di Venerdì. Molto bello.

 

Sono giorni che penso alle scale di casa dei miei.

(…mamma mia quanto disordine in questi pensieri 😊)

Che belle che erano quelle serate a chiacchierare sui gradini.

Credo di aver detto, sentito e visto accadere su quelle scale,
le parole e le cose più belle della mia Vita…

 

Ero su quei gradini seduta, la domenica mattina a godermi il sole d’inverno e le chiacchiere con mio padre.

Ero lì ferma, con mia madre che si affacciava per dirmi sempre la cosa dell’ultimo minuto, prima che uscissi di casa.

Ero lì da bambina, a giocare con le bambole e i soldatini, a dividermi i gradini con mia sorella e miei cugini.

Ero lì nelle foto degli adulti, in braccio ai miei zii sorridenti in bella posa sulle scale.

Ero lì quando dentro casa non ci volevo stare, quando dovevo scappare, quando non volevo ascoltare.

Ero lì quando mia madre ci chiamava che era pronto in tavola.

Ero lì quando tornavamo da scuola e mollavo lo zaino sulla prima rampa per correre a giocare, e puntualmente dopo pranzo dovevo recuperarlo.

Ero lì coi miei cani accoccolati sulle ginocchia.

Ero lì nelle sere d’estate con gli amici a ridere e cantare.

Ero lì quando tornavo di notte, seduta a metà scala a fumare l’ultima sigaretta prima di rientrare.

Ero lì quando mi riaccompagnavano a casa, e dicevo “dai saliamo un attimo, ci sediamo 10 minuti nelle scale”…

Ero lì quando bussavano e mi dicevano “scendi che parliamo”.

Ero lì quando piangevo e qualcuno mi teneva stretta per le spalle.

Ero lì ogni volta a farle di corsa, quando mia madre stava male.

Ero lì ad insegnare a scendere i gradini lunghi a mia nipote.

Ero lì a scrivere fiumi di pagine.

Ero lì quando le salivo per tornare da un viaggio.

Ero lì con te le notti prima che tu ti sposassi.

Ero lì a leggere i fumetti e i libri di mio padre.

Ero lì a piantare i tulipani e le fresie di mia madre.

Ero lì quando c’era da ingoiare l’ultima lacrima prima di rientrare.

Ero lì a recuperare i sogni di bambina, a governare la vita quando avevo bisogno di un posto in cui fermarmi a respirare.

Ero lì quando le ho scese prima di partire per gli States.

Ero lì quando c’era qualcuno da consolare.

Ero lì quando i discorsi seri si facevano di notte prima di rientrare.

Ero lì quando salutavo le persone che se ne andavano.

Ero lì quando mi giravo per l’ultimo sorriso prima di salire.

 

Ero lì su quelle scale, quando ho visto uscire le bare dei miei genitori.


Ero lì ad osservare, col cuore a pezzi, quando quella casa è stata chiusa e vuota.

 

 

Potrei continuare non so per quanto...

 

 
 
 

...una poesia

Post n°1065 pubblicato il 10 Novembre 2019 da vita.perez

E poi arriva uno sguardo,

un urlo in cui il mondo

si scuce, ti guarda da dentro

e non ti riconosce. Allora senti

che non c’è accordo con nessuno.

Dunque: esci per incontrare un albero,

innamorati del mondo,

ma non farne una storia,

un vanto. E sappi che la miseria

ti salva. E sappi che sei salvo

quando si svela la tua pochezza.

Pensa alla fortuna di non essere capito,

pensa che c’è un punto in cui tutto si rompe.

Non evitarlo mai quel punto,

da lì puoi uscire dalla prigione

in cui ti mette ogni volere,

la prigione del benessere

o del dispiacere.

_Franco Arminio

 
 
 

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