Creato da Distinta_Intrigante il 07/04/2009

COME WITH ME

My imagination

 

dovresti, dovrei, devo, devi?

Post n°66 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da Distinta_Intrigante

«Non devo avere paura.

La paura uccide la mente.

La paura è la piccola morte che porta con sé l´annullamento totale.

Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi.

E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla.

Soltanto io ci sarò.»

Frank Herbert, Dune(1965).

Più vado avanti e più sono convinta che i giudizi, le critiche, le credenze che si rivolgono agli altri siano la dimostrazione di una mancanza di controllo sul proprio essere e sulla situazione stessa, allora si cerca di dominare la cosa ponendosi sopra le parti.

Perché?

Perché nel momento in cui ci si pone sopra le parti, ci si ritiene erroneamente immuni dall’influenza o dal potere che queste parti potrebbero avere su di noi, ma in verità abbiamo proprio paura che ci colpiscano senza avere la capacità di fermarle.

Le critiche, i giudizi, le prese per il culo rispettano tutte una sorta di regolamento che ci autoimponiamo da quando siamo bambini. Chi esce fuori da questo assolutistico regolamento, viene preso per pazzo o strano.

Basta pochissimo per essere considerati pazzi.
Proviamo ad andare al supermercato alle dieci di mattina, prendiamo una confezione di preservativi e un pacco di pannolini per neonati. Osserviamo le reazioni delle persone.
Ci sentiremo a disagio perchè moltissimi ci punteranno, anche solo con la coda dell’occhio, alla ricerca di un’altra prova che palesasse in loro l’idea di una nostra presunta pazzia o stranezza. Il linguaggio del corpo parlerebbe per loro.

Il disagio, però, non proviene dall’altro, ma da noi. Proviamo disagio perché incosapevolmente anche noi riteniamo ciò che stiamo facendo “fuori dalla regola”, altrimenti non ne sentiremmo nemmeno gli occhi degli altri addosso.

Se ci abituassero fin da piccoli a pensare che avere paura è naturale invece che da “deboli”, non sentiremmo la necessità di preservarci sani e forti agli occhi degli altri.

Invece no, veniamo addestrati a non aver paura, ci indottrinano sul fatto che avere paura è inutile, ci dicono “non devi aver paura”. Ci raccontano storie in cui chi ha paura è lo sfigato e l’eroe, invece, è quello che combatte fino alla fine e non si arrende solo perché ha paura, anzi, l’eroe non ha paura.

Ci dicono che si DEVE aver coraggio perché se no la società ci schiaccia, così cresciamo con l’idea che avere paura è sbagliato, che non si deve aver paura, che chi ha paura è perso, fallito, sfigato. Ed eccolo, il problema principe:

il dovere. Il dovere di essere in un modo che non si è. Il dovere di…perché se no…

Pensiamoci bene. Quante volte al giorno ci viene detto o diciamo “dovresti, dovrei, devo, devi”? Una marea di volte.

Ma questo regolamento su come si DEVE vivere chi lo ha inventato?

La regola che ho deciso di seguire io è una sola: permettermi di avere paura e prendermi la briga di raccontarlo al mondo, perché se il mondo si vuole illudere che la pazza sono io che ammetto e accetto la mia paura, e non lui che la nega e non l’accetta, be’, credetemi, chi continuerà a girare facendosi molto male non sarò io, ma lui.

 

 
 
 

Algaiarens

Post n°64 pubblicato il 09 Febbraio 2010 da Distinta_Intrigante

 

Stavo pensando alle vacanze estive.....e mi sono imbattutta in questa spiaggia.

Qualcuno ha capito dove si trova????

 
 
 

Cougar

Post n°63 pubblicato il 07 Febbraio 2010 da Distinta_Intrigante

Se una volta erano gli uomini, soprattutto quelli in crisi di mezza età, a caccia di donne giovani e sbarazzine, adesso è arrivato il turno delle donne.

Si chiamano "cougars" (coguari, puma) ed è il nickname riservato alle donne mature che cercano compagni molto più giovani di loro, a scopo non solo sessuale ma anche sentimentale.

Il trend è emerso negli ultimi anni, con l'avanzamento sociale delle donne soprattutto nel mondo del lavoro, tanto che se ne sono occupati vari media, tra i quali il Daily Mail. Da sempre le donne sono state valutate in base alla loro bellezza e giovinezza, mentre gli uomini venivano giudicati in base alla loro possibilità di provvedere per la famiglia. Oggi invece ci sono donne che hanno carriere fantastiche e sanno badare a loro stesse.

 Il fenomeno ha attecchito anche nel mondo dorato di Hollywood e sono tante le donne più "agé" a scegliersi giovani e aitanti boyfriend, a partire dalla splendida Demi Moore, di 44 anni, felicemente risposata con il 29enne Ashton Kutcher.

Il trend sociale è talmente riconosciuto che un'autrice canadese, Valerie Gibson, ci ha persino scritto un libro, a metà tra il sociologico e il frivolo. Si chiama: "Cougars: A guide for older women dating younger men" (Coguari: una guida per donne mature che si accompagnano con uomini più giovani) in cui spiega il segreto dell'attrattività di queste donne: «Le cougar sono molto sofisticate, molto attraenti, molto sensuali, in perfetto controllo della loro vita.

Sono piene di energia e non sanno cosa farsene di uomini della loro età. Oggi si mantengono in forma e in ottima salute, hanno successo e sono indipendenti e questo agli uomini più giovani piace molto.

Tra pochi mesi uscirà anche un film intitolato "Cougar Club", con Faye Dunaway, Carrie Fisher e Izabella Scorupco (ex-Bond girl) in cui un gruppo di donne mature e deluse dal matrimonio con i primi partner, si lancia nei locali delle città a caccia di "sangue fresco".

Le donne non hanno alcuna intenzione di tornare nei loro ruoli di prima. Ora possono permettersi di fare quello che vogliono.

Ed era anche ora.

 
 
 

Quarantenne o velina?????

Post n°62 pubblicato il 02 Febbraio 2010 da Distinta_Intrigante

Quarantenni d’assalto, alla ricerca di relazioni con uomini più giovani

 

Le quarantenni, secondo gli intervistati del mensile Playboy, hanno un maggior carico di sensualità (almeno così la pensa il 52%), mentre il 38% ritiene che siano molto più interessanti delle donne più giovani.

 Al trionfo delle bellezze mature contribuisce anche l'eccessiva intraprendenza delle giovanissime che spaventa gli uomini. I quali, invece, nel gentil sesso apprezzano «la capacità di sedurre, senza cadere nella volgarità» (68%) e i maggiori contenuti rispetto alle ragazze d'oggi (52%).

Addirittura un intervistato su due ritiene che le quarantenni siano più sexy e interessanti delle over 20-30. E per il 39% le signore «ageè» sono molto più affascinanti delle ragazze classe «80 o giù di li».

Dormano sonni tranquilli, allora, le signore che si sentono attaccate dal velinismo rampante.

Sì, perché, un uomo su due ritiene le over 40 perfette nel ruolo di amante, ma il 46% le vorrebbe al proprio fianco anche e soprattutto nelle occasioni di rappresentanza.

Il sogno proibito è quello di rimanere bloccati in ascensore (54%) o naufragare con la splendida signora su un'isola deserta (51%).

L'indagine è stata condotta su 110 opinion maker, sociologi ed esperti di comunicazione, che hanno spiegato i motivi di tanta passione: le quarantenni piacciono per la loro classe innata, i modi accattivanti, la determinazione e la capacità di godersi la vita. Ed è proprio per questo che gli italiani le sognano come amanti, fidanzate, amiche e persino capo-ufficio.

Una quarantenne non ti sveglierà mai nel cuore della notte per chiederti a cosa stai pensando. Non le importa un bel niente di saperlo.
Se una quarantenne non vuol guardare la partita, non ti starà intorno a piagnucolare. Farà qualcosa che le piace e, in genere, si tratterà di una cosa più interessante.
Una quarantenne si conosce abbastanza da sapere chi è, cosa è, cosa vuole e da chi.
A poche quarantenni interessa cosa tu pensi di loro o di ciò che fanno.
Le quarantenni hanno dignità. Raramente ti faranno una scenata all'opera o in un ristorante costoso.
Naturalmente, se te lo meriti, non esiteranno a spararti, se pensano di farla franca!
Le donne più mature sono generose di complimenti, spesso immeritati. Sanno cosa vuol dire non essere apprezzati.
Una quarantenne è abbastanza sicura di sé per presentarti alle amiche. Una donna più giovane in presenza di un uomo ignorerà persino le sue amiche più care, perché non si fida. Alle quarantenni non interessa se tu sei attratto dalle loro amiche, perché sanno che queste non le tradiranno.
Le donne diventano telepatiche ad una certa età. Non hai bisogno di confessare loro i tuoi peccati. Li intuiscono puntualmente.
Ad una quarantenne un rossetto rosso brillante dona. Ciò non vale per le più giovani. Una volta superate le prime due o tre rughe, sono molto più sexy delle giovani.
Le donne meno giovani sono dirette e oneste. Ti diranno subito se sei un imbecille, o se ti stai comportando da tale. Non hai bisogno di chiederti in che rapporti siete.

Ma non solo. Le quarantenni rappresentano anche il sogno erotico degli italiani. La rivincita delle donne mature inizia proprio dal quarantesimo compleanno. Ed è tutta in discesa.

 

 
 
 

Tutto nasce da un'idea!

Post n°61 pubblicato il 28 Gennaio 2010 da Distinta_Intrigante

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Cosa significa essere innamorati?

Post n°60 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da Distinta_Intrigante

 

 

Questione di empatia!

L’amore è una delle tante esperienze che consentono alla persona di crescere, di maturare, anche perché l’intensità dei sentimenti provati e le attenzioni e le tenerezze ricevute dall’altro portano in genere l’individuo a prendere coscienza di alcune parti di sé stesso che non conosceva.

La sensazione che produce l’innamoramento è quella di sentirsi profondamente ed intimamente uniti ad un’altra persona.

Di questa persona si pensa di conoscere tutto, soprattutto per quanto riguarda la sua interiorità, dei suoi interessi, dei suoi sentimenti.  Se il partner ricambia questi sentimenti il fattore-empatia raggiunge il suo massimo livello di espressione e i due soggetti della coppia sperimentano la sensazione di essere una ‘cosa sola’, si sentono intimamente uniti da un forte legame affettivo.

L’innamoramento è anche un momento di verità, di sincerità: finalmente si ha la possibilità di mostrarsi all’altro per ciò che si è e di essere ricambiati nel sentimento proprio per questo essere sé stessi: si tratta di una incredibile iniezione di autostima, che porta ad apprezzare aspetti di sé stessi, interiori ed esteriori che non si conoscevano o ai quali non si attribuiva importanza.

Questa sensazione di fusione si sperimenta in modo particolarmente profondo e coinvolgente nelle relazioni sessuali, nella sintonia che in questi momenti si viene a creare fra i reciproci bisogni e desideri di tenerezza, di passione e di appagamento.

L’empatia permette di interpretare correttamente i messaggi inviati dal partner e di rispondervi in modo adeguato attraverso la propria fisicità.

Il desiderio di stare insieme porta i due partners a frequentarsi spesso e questo fa si che le storie dei due singoli protagonisti si fondano, per creare una storia ed una cultura comuni, di coppia. 

I due partners infatti sono gli unici depositari di un linguaggio da loro inventato, di particolari simbolismi, allusioni, codici di comunicazione, che essi legano alla loro storia, alle loro abitudini, ai loro riti.

Ciò che accade è che il conoscersi meglio genera diversi livelli di intimità, nei quali lentamente alla passione e all’innamoramento iniziali si sostituiscono man mano sentimenti di affetto, generosità, sostegno, solidarietà.

Tutto questo non potrebbe avvenire se non si mantenesse sempre aperto il canale dell’empatia, soprattutto per quanto riguarda la capacità di mettersi nei panni dell'altro, di considerare il suo punto di vista, di ascoltarlo anche nelle sue delusioni e nelle sue malinconie.

Per poter rimanere insieme occorre dunque cambiare, cercare sempre nuovi equilibri, mantenendo sempre, nei confronti dell’altro, un atteggiamento di apertura, di fiducia, di ascolto e spesso anche di perdono, perché nessuno è perfetto.

Quanto detto, ovviamente, non vale solo per il partner, ma anche per sé stessi: accettare i propri limiti e le proprie contraddizioni, riconoscere i propri errori, cercare il chiarimento nei litigi e nei malintesi è spesso una condizione senza la quale non vi può essere futuro di coppia.

Anche i litigi non sono tutti uguali: un conto è lanciarsi accuse, offese, insulti, al solo scopo di sfogare la collera, un conto è mantenere, malgrado tutto,  un atteggiamento di comprensione e di ascolto delle motivazioni e dei sentimenti dell’altro.

Non è cosa semplice: per riuscirci occorre esercitarsi.

Dedico il post a Iubi, con l'augurio che si innamori presto!!!

 
 
 

Quando non ci si ama più!

Post n°59 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da Distinta_Intrigante

 

Stamattina un mio collega mi ha detto che ormai da nove mesi non vive più a casa con sua moglie.

Erano sposati da 23 anni!!!!!

Possibile!

Erano una coppia modello, sempre insieme...affiatati, carini...

La separazione è un evento doloroso, che  capita sempre più spesso! 

Perché?????
 
Suppongo per i motivi più vari!!!


Lasciarsi con il proprio partner, o peggio, con la propria moglie, o marito, o compagno/a di vita. Dopo un lungo  percorso assieme, magari dopo uno o più figli a condire l'amore della coppia.
Perchè è pur vero che si possono trovare tanti escamotage, le parole più delicate per raccontare la conclusione di un legame, ma resta sempre uno sfascio, un momento di grande dolore e ricco di conseguenze psichice, affettive, di equilibrio, anche economiche.

Ma  perchè ci si divide?
Ho messo in fila alcuni tra i motivi più ricorrenti, sapendo che ne esistono anche molti altri.
Il primo è il più usato e abusato, che sembra anche parare eventuali domande successive, o curiosità ulteriori: "non ci si ama più".

 Per altro: come se l'amore fosse solo un sentimento, e non coinvolgesse anche scelte, volontà, raziocinio. Nel senso: può essere un motivo valido, ma non è che come ci si innamora con un colpo di fulmine, altrettanto esista il colpo di fulmine all'incontrario, che d'improvviso faccia scoprire a una coppia di non amarsi più.


Ma continuiamo con le motivazioni di separazione. Ci si divide a volte perchè c'è una terza persona. Per un tradimento o un nuovo innamoramento considerato incolmabile. Oppure per un logorio di lunga durata fatto di litigi e incomprensioni reciproche, che hanno minato la fiducia iniziale.


Anche gli stili di vita sono coinvolti: se la coppia ha sempre e solo preferito occupare il proprio tempo in altro che nel coltivare il proprio rapporto, può rischiare di dover raccogliere i cocci alla lunga. Può essere il lavoro, scelte divergenti nell'educazione dei figli, o nella gestione economica, o anche in cose più futili.


Perchè in definitiva quando ci si lascia si è deciso che la persona di cui pur ci si era innamorata non corrisponde a quell'immagine che ci si era fatti di lei all'inizio del rapporto. Il che è fisiologico per certi versi. Ma per altri lo si condera troppo, e quindi si rompe l'equilibrio. motivi per cui ci si lascia credo possano essere molteplici. E non credo si possano spiegare, sono variabili.

Credo che ci lasci perchè in un rapporto viene a mancare qualcosa che prima si aveva e che magari, per i motivi più disparati, non si ha più. Insoddifazione, è questo il primo termine lessicale a venirmi in mente.

....Ci si lascia perchè si è insoddisfatti o anche perchè non si hanno più interessi, idee, ideologie comuni.  

Ci si lascia perchè all'interno della coppia manca o viene a mancare il segreto della felicità:

Essere felice della felicità dell'altro!

 

 

 

 
 
 

IO TI CAMBIERO'

Post n°58 pubblicato il 28 Dicembre 2009 da Distinta_Intrigante

 

Vi sembrerò misogina, ma non sopporto di vedere donne che fanno sempre gli stessi errori, rovinandosi da sole la vita, per cui mi rivolgo a quelle che si riconosceranno negli sbagli e negli esempi qui sotto e chiedo loro, di riflettere.. di smettere di commetterli e di cominciare a volersi un po' più bene...

Per cui mi scuso in anticipo se sarò dura, ma è l'unico modo perchè vi sia chiaro quello che sto dicendo.

Errori delle donne

 Smettetela di farvi dei film che non stanno nè in cielo nè in terra, cercando di interpretare le cose, secondo il vostro modo di ragionare, che però non è il loro.. perchè finirete inevitabilmente col soffrire scontrandovi con la realtà...

Se lui vi ha detto che non vuole una relazione seria, vuol dire  che non vuole impegnarsi e non che vuole vedere come va, perchè è ancora presto o non vuole illudervi o che lo dice ma non lo pensa, solo perchè non è sicuro dei vostri o dei suoi sentimenti.... 

 Non dico che un giorno non possa cambiare idea, ma ammesso che dopo un po' lui si senta pronto per una storia importante (che non necessariamente significa matrimonio, sia chiaro!), non vuol dire che vedrà voi come donna da avere al suo fianco.. ma anche se dovesse vedere voi, tranquille che ve lo farà sapere...

Se un uomo vi dice che vuole solo sesso i casi sono due:

1) Vi sta bene anche così e decidete di divertirvi

2) Non vi sta bene e allora lasciate perdere

L'errore più comune delle donne è quello di seguire il mito del "io ti cambierò" ... convinte di riuscire a trasformare l'uomo a suo piacimento, per farlo diventare migliore, o più maturo o semplicemente con gusti e abitudini diverse.. 

Se lui ha iniziato a piacervi perchè era in un certo modo, perchè ora volete cambiarlo?   Se volete un uomo diverso sceglietevene uno diverso, anzichè accanirvi nel voler traformare quello che avete a fianco, per dimostrare al mondo la vostra onnipotenza o  il potere femminile.

 Per cui riflettete e chiedetevi cosa cercate veramente da un uomo dopo di che cercate quell'uomo  e se non lo trovate e proprio non sopportate l'idea di stare da sole  allora accontentatevi come fanno molte donne (che cosa triste però!!!), ma non andate a lamentarvi in giro  del fatto che lui prima era diverso.. e ora non è più lo stesso.. che prima sembrava così perfetto, mentre ora si è rivelato pieno di difetti.

Non è più probabile che voi quando l'avete conosciuto gli abbiate cucito addosso l'immagine che volevate avere di lui e che non corrispondeva alla persona che avevate di fronte? 

  Fatevi un esame di coscienza.. Siete così sicure che lui sia davvero cambiato? Chiedetevi se quei suoi difetti che trovate così insopportabili non fossero già lì in bella mostra quando lo avete incontrato la prima volta, ma voi a suo tempo li avevate semplicemente ignorati  o peggio lui vi piaceva proprio per quei difetti che all'inizio trovavate così buffi e vi facevano sorridere..  e che ora, invece, vorreste scomparissero ! 

Qualcuno di evidentemente molto saggio, una volta ha detto: Se volete cambiare un uomo, cambiate uomo!!!!!!!

Se vi piace il tombeur de femmes , non sconvolgetevi  se poi  vi ritrovate accanto uno che ammicca alle altre quando passeggiate insieme  e non venite a piangere se un bel giorno scoprite di avere in testa un paio di corna peggio di un cervo adulto nella stagione degli amori .. 

Ricordatevi che chi nasce tondo non muore quadrato,  per cui se vi piace quadrato cercatevelo quadrato, se invece nonostante tutto lo avete scelto tondo, allora non venite a lamentarvi  e a smenarla con la storia che eravate così innamorate e che il mondo è ingiusto e cose così..

Pensateci bene  e se è il caso, date una svolta alle vostre scelte sentimentali. ?????? 

 
 
 

Un esame scientifico svelerà la verità su sesso e tradimento

Post n°57 pubblicato il 27 Dicembre 2009 da Distinta_Intrigante

tradimento-confessione
È in arrivo un nuovo test che dimostrerà scientificamente se una persona ha mentito o meno. Un’arma importante per chi sospetta un tradimento del partner!

 

Tra poco si potrà svelare se una persona è sincera o sta mentendo: un test scientifico può dare la certezza matematica se siamo o meno di fronte ad una bugia.

 Il test è il risultato di una lunga ricerca di un team di studiosi svizzero dell’Università di Zurigo, che ha individuato i meccanismi fisiologici del cervello che non permettono di mantenere gli impegni presi.

 In questo modo sarà possibile capire in anticipo se una persona ha intenzione o meno di mantener fede a una promessa data.

 La ricerca, seppur nata con altri scopi, può essere applicata a molti ambiti della realtà: dal tradimento in amore, all'incapacità di mantenere le promesse, dalla criminalità alle menzogne dette per coprire qualcuno, a quelle dette a fin di bene.

 Ovviamente il nuovo test può essere valido non solo nell'ambito del sesso o del lavoro, ma può essere molto d’aiuto anche alla psicologia, proprio perchè analizza alcuni meccanismi che sono alla base della mente umana.

 Il coordinatore del progetto, Thomas Baumgartner ha dichiarato: “anche se le persone sono consapevoli del fatto che stanno facendo una cosa sbagliata, non hanno in realtà ancora fatto nulla. Hanno cioè la possibilità di porre rimedio alla situazione e di fare la cosa giusta”.

 Un consiglio alle donne: provate a scoprire cosa nasconde vostro marito sottoponendolo a questo test, e se ancora non foste convinte che vi sta dicendo la verità, affidatevi al famoso sesto senso: quello femminile non fallisce mai.

 

 

 
 
 

FATTI BELLO PER ME

Post n°56 pubblicato il 15 Dicembre 2009 da Distinta_Intrigante

Perchè dalle donne si pretende un bell'aspetto e dagli uomini no?

So che può sembrare una domanda superficiale ma per me non lo è per niente: le donne devono essere gradevoli e curate, gli uomini invece se ne fregano, basta che siano intelligenti, simpatici e brillanti.
 Un tempo, quando alle donne si chiedeva solo di essere madri ed elementi decorativi per la casa poteva essere giustificato, ma adesso che anche noi dobbiamo essere intelligenti, lavorare, ed avere le stesse caratteristiche intellettuali degli uomini, perchè una donna brutta è considerata semplicemente racchia ed un uomo brutto e trascurato viene ancora definito interessante?
Non vi sembra un anacronismo?
Gli uomini risponderebbero perchè di donne intelligenti brillanti e colte non ce ne sono!!!


La verità è che solo la sensibilità femminile riesce a vedere il bello all'interno di un corpo non certo attraente. Chiedere tanto agli uomini mi sembra troppo e per questo si fermano all'esteriorità.

Ho amici non particolarmente belli, né brillanti, né ricchi che stentano a trovare una ragazza, e intendo una qualsiasi ragazza, eppure si permettono anche il lusso, quelle rare volte che incontrano una che li apprezza per quello che sono, di non provare nemmeno a frequentarla pur trovandola simpatica e interessante, per il semplice fatto che magari questa ha 3 kg più del dovuto o che ne so, non va in giro col tacco a spillo e i capelli ossigenati.

Uomini!!!!
Dubito che un bell'uomo, la cui trascuratezza vada al di là dell'estetica dell' uomo un po' macho, possa ritenersi gradevole. Se non ci si lava o non ci si cura o si hanno i ceci tra i denti si è tagliati fuori.

Fermo restando che spesso le donne cerchino caratteristiche diverse in un uomo rispetto a quelle richieste dai maschietti. E' anche vero che gli uomini sono più propensi a vedere il lato meramente sessuale della faccenda, mentre le donne no, o non solo.
La gradevolezza è positiva per tutti, come l'essere brillanti, spiritosi o quant'altro: per me avere una bell'uomo scemo sarebbe una gran seccatura e pregiudicherebbe la possibilità di far diventare quel rapporto qualcosa di più, ma anche uscire con un cervellone che sembra che si sia appena alzato dal letto, mi farebbe sentire la donna più umiliata del pianeta. Detto questo, ho un' amica bellissima che va come il pane senza aprire bocca; un'altra colta, brillante, positiva e brutta che si difende altrettanto bene!! Non mi sembra così terribile: a volte la giustizia c'è!!!

 
 
 

LE REGOLE DELL'ATTRAZIONE

Post n°55 pubblicato il 15 Dicembre 2009 da Distinta_Intrigante

 - Esigente in amore, aspettative nelle coppia

Non sarà un'avventura????

Siamo d’accordo: essere in coppia è sinonimo di stabilità e fedeltà.
Tradire il tuo uomo? Non è assolutamente nel tuo stile. Solo che, a volte, ti capita di immaginare come potrebbe essere... se accadesse per caso, per amore o per disperazione!
Una cosa è certa: quando succede, c'è sempre una ragione, buona o cattiva che sia.

Ma cosa cerchi esattamente? Un'avventura? Una storia seria? Hai bisogno di sentirti sexy? Vuoi risvegliare l'interesse del tuo partner? 

Ti accorgi di piacere
ad un tuo collega, non rimani indifferente ai suoi sguardi...
Lusingata e rassicurata sul tuo sex-appeal, inizi a stare un po' di più davanti allo specchio, la mattina, e cerchi dei pretesti per ritrovarti da sola con il tuo collega… E un giorno o l'altro cedi!
Per alcune donne la trasgressione ha un effetto benefico sulla coppia. Infatti, sentendosi di nuovo desiderate, ricominciano ad avere cura di sè, per sedurre.
Il partner "ufficiale" si accorge del cambiamento e riscopre il
desiderio nei confronti della propria compagna…

 


Devi essere cosciente del fatto che il tuo compagno può scoprire tutto e decidere di lasciarti, anche se...


...potresti innamorarti del tuo amante senza essere ricambiata! Oppure potresti ritrovarti da sola, dopo essere stata lasciata sia dal tuo amante, che si è stufato, che dal tuo compagno, che ha scoperto tutto.

 Allora il gioco vale veramente la candela?

 

Confessare o meno il tradimento?

A questo proposito c'è chi dice che è sempre meglio essere sinceri e chi, al contrario sostiene che è meglio non dire niente, per non far soffrire.

Pensiamo che, per aumentare le possibilità di sopravvivenza della coppia, sia meglio scegliere la seconda via. Soprattutto se l'avventura è finita. Inutile far soffrire la persona che si ama per una storia a cui non si pensa più e a cui non si è più interessati! 

Per alcune persone il senso di colpa è tale che preferiscono raccontare tutto al partner.

Ma è opportuno annientare l'altro per avere la coscienza più leggera? 
In ogni caso il tradimento mette a durissima prova il legame di coppia, e spesso lo lacera irrimediabilmente. 

Credi che ne  valga la pena?????

 

Dedicato ad una mia amica





 

 
 
 

PAUSA CAFFE'

Post n°54 pubblicato il 01 Dicembre 2009 da Distinta_Intrigante

Uno sguardo d’ intesa, le mani che si sfiorano sopra il mouse e un messaggio infilato di sfuggita nell’ agenda: «Ci vediamo tra 15 minuti alla macchinetta del caffè».

 Tresca, flirt, cotta, liaison, relazione. Chiamatela come vi pare, purché sia in ufficio. È boom del sesso nei luoghi di lavoro. Impiegati e manager confessano di avere un legame sentimentale con un collega.

La letteratura, la cinematografia e i tavoli degli avvocati sono pieni di situazioni alla Bridget Jones.

Al lavoro si passa molto più tempo coi colleghi e anche i momenti di relax sono pensati con loro. Le fantasie esterne sono ridotte al minimo». Il meccanismo è semplice. «A differenza che nei rapporti coniugali  tra colleghi si è liberi dai doveri, emozioni e sentimenti possono prevalere.

Inoltre in ufficio spesso esprimiamo il nostro lato più brillante e ci illudiamo che il collega ci veda sotto una luce diversa».

La diffusione del fenomeno è confermato dai matrimonialisti. «Nella maggior parte delle separazioni - dice Annamaria Bernardini De Pace - il tradimento nasce al lavoro: condividere esperienze favorisce le “avventure”».

La ricerca descrive anche i metodi di approccio più usati. «Il fiore appoggiato alla scrivania  lascia il posto a metodi “tecnologici”, come l’ e-mail affettuosa e il messaggio sullo screen saver». Ma sopravvivono «trucchetti» più tradizionali. Ad esempio, prendere il caffè insieme o trovare un pretesto per fare tardi in ufficio.

Tra i posti di lavoro in cui i flirt sono più frequenti, primeggiano quelli in cui si fa lavoro di squadra, come ospedali e giornali. Quelli in cui la creatività stimola l’ eros, come le agenzie di pubblicità. Quelli in cui si condivide una passione o un obiettivo: teatri, palestre, studi di avvocati. Ovunque sbocci, la cotta in contesto professionale, pare faccia bene alla produttività. Il 56 per cento degli impiegati sostiene di essere più motivato. Il 77 per cento di aver persino raddoppiato la propria resa. Non sono d’ accordo però i capiufficio: l’ 87 per cento considera dannosi i corteggiamenti tra colleghi.

Anche il lieto fine sarebbe una rarità. «Nella maggior parte dei casi va male - sostiene Willy Pasini, sessuologo e docente alla Statale -. L’ esperienza è stimolante solo se è “leggera” e se non dura oltre i sei mesi. Altrimenti gelosie e tensioni complicano tutto. La razionalità in queste situazioni deve avere un ruolo ancora più importante che nei rapporti coi non colleghi».

Niente passioni travolgenti tipo Jungle fever, dunque. Tantomeno rapporti violenti sul genere Rivelazioni.

E per qualche consiglio, c’ è anche un «manuale» ironico: Kamasutra per l’ ufficio, autrice Julianne Balmain.

 
 
 

IL TRENO HA FISCHIATO. ( Pirandello)

Post n°53 pubblicato il 26 Novembre 2009 da Distinta_Intrigante

Chi di noi conosce veramente se stesso?

Pochi o nessuno. Ormai non è più data molta importanza al fatto di esistere e manifestarsi in quanto individui.

Andiamo tutti negli stessi negozi, compriamo gli stessi tipi di vestiti (tra poche decine di scelte possibili, alla fine ci assomigliamo un po’ tutti), tutti mangiamo le stesse cose, tutti guardiamo gli stessi programmi alla TV… La chiamano “società”, un insieme di individui che condivide la stessa cultura, usi, costumi ecc..

Neppure ci rendiamo conto di quanto tutto questo in realtà pesi sul nostro inconscio, su quella parte nobilissima di noi che è il nostro vero Essere e che si trova nel nostro profondo. Ormai siamo tutti così standardizzati che difficilmente si riesce a cogliere con immediatezza quelle che sono le peculiarità, i talenti, i carismi di una persona. Tutto soffocato dal continuo, incessante, logorante cercare di conformarsi agli altri.

Non siamo più quello che siamo, ma quello che gli altri pensano noi dovremmo essere. Ma gli altri chi? Chi sono questi “altri”? E che scopo hanno nel volerci tutti uguali? O non siamo forse noi ad essere caduti nella trappola del pensare che da noi ci si aspetti qualcosa di particolare?

Tutto questo diventa particolarmente pesante quando, oltre a conformarci agli standard sociali, cerchiamo anche di accontentare le persone che più ci sono vicine: familiari, amici, colleghi di lavoro. Pur di piacere e non essere criticati, impariamo la sottile arte del capire cosa ci si aspetta da noi e ci adeguiamo a queste aspettative.

 Il problema è che ogni persona si aspetta da noi qualcosa di diverso e non possiamo contemporaneamente soddisfare tutti. Attenzione alla parola “contemporaneamente”. Sì, perché purtroppo molti imparano anche a comportarsi in maniera molto diversa a seconda di chi hanno davanti.

Cercare e ritrovare la propria vera identità non è sempre così facile. Intanto bisogna mettere in conto che qualsiasi cosa cambiamo di noi stessi per essere più in linea con il nostro vero Essere sarà comunque un cambiamento che il nostro coniuge, i nostri figli, i nostri genitori, i nostri amici potrebbero non essere in grado di accettare da subito.

Troppo abituati a vederci in un certo modo, si trovano spiazzati di fronte alla persona nuova che sta emergendo.

L’unico modo di risolvere la faccenda è quello, invece, di andare in profondità dentro noi stessi e imparare a conoscerci, imparare quali sono i nostri principi (che spesso tradiamo), quali le nostre aspirazioni, quali in nostri reali bisogni, quali i nostri talenti che reclamano a gran voce di essere sviluppati e utilizzati.

 La biblioterapia è sicuramente un validissimo strumento (leggere i libri adatti a risolvere una situazione). Ma anche il tenere un diario oppure un blog!

E voi, pensate di conoscervi????

 
 
 

L'AMANTE IDEALE

Post n°52 pubblicato il 20 Novembre 2009 da Distinta_Intrigante

Consigli per quarantenni!

E’ venuta a trovarmi un’ amica e mi ha detto che vuole farsi l’amante.
E’ normale, quando arrivi alla mia età o ti fai il blog o ti fai l’amante, che altro resta?
Comunque fatto sta che lei il blog proprio non voleva farselo, ho cercato di convincerla ma quando ad un certo punto mi ha chiesto com’era a letto il blog, lì ho capito che era meglio che si facesse l’amante.

Non è che non le abbia risposto, le ho detto che il blog a letto a volte ti costringe a ragionare, ma lei, giustamente, mi ha risposto che sono quarant’anni che ragiona e adesso si vuole divertire. Come darle torto?


Così, per quanto lei fosse riluttante all’idea, ci siamo messe a ragionare sul suo futuro amante, “certe scelte”, le ho spiegato, “vanno comunque ragionate e ponderate”, poi, per convincerla, le ho spiegato che una volta scelto l’amante ideale, non dovrà più occuparsi di alcun ragionamento.
Lei ha sbuffato, si è fatta vaga, ha nicchiato poi, dopo aver fissato il vuoto per un po’, si è fatta seria e mi ha detto “ma ti rendi conto che i quarant’anni sono l’età più ragionata del nostro percorso di donne?

Allora le ho chiesto:“come lo vuoi?” .
“Lo voglio poco impegnativo, voglio che si accorga che mi sono levata fino all’ultimo pelo sotto alle ascelle, ma che non dica niente se le ascelle le tengo pelose. Lo voglio come gli stagionali, frizzante d’estate e fermo d’inverno.

“va bene dai, partiamo dal fisico, come dev’essere fisicamente e che età deve avere?”


“Fisicamente non ho grosse esigenze, lo voglio curato e pulito, più si avanza con gli anni e più è facile puzzare… il puzzo di vecchio e naftalina e l’alito pesante sono sempre in agguato, ti aspettano dietro alla porta di un compleanno e non sai mai quale sia. E poi non lo voglio troppo giovane.  Lo voglio della mia età, della mia generazione”   


“E fino a qui si può fare, il mondo è pieno di mariti annoiati che non vedono l’ora di “sentirsi vivi” grazie ad un’altra donna”
“Ma scherzi! Io non voglio un marito annoiato e neanche un single!”
“E allora come lo vuoi? Che stato civile deve avere l’amante ideale? Divorziato?”
“Noooo! Per carità! Dunque, se uno a quarant’anni è single e piacente, probabilmente non ha trovato nessuna donna che volesse sopportarlo. Gli uomini non sono fatti per stare da soli per cui se sono soli o nessuna li ha voluti…… oppure non sono ancora uomini e io un altro bambino non lo voglio.
Se poi sono separati o divorziati, è perchè la moglie li ha lasciati. Gli uomini non lasciano mai la propria moglie se non hanno un’altra donna disposta a prendersi cura di loro. E se la moglie li ha lasciati (nonostante i figli) significa che lui è davvero un menagramo.


Sposati e annoiati o infelici, sono in cerca di un’ancora di salvezza. Non cercano una tenera amicizia ma cercano il sesso (che entro breve scopriranno potersi procurare senza troppi impicci a pagamento) oppure cercano l’altra, colei che li salverà dal matrimonio infelice.
No guarda, meglio felicemente sposato!”
“E perchè un uomo felicemente sposato dovrebbe farsi l’amante?”
“Perchè gli uomini sono poligami per natura. Pensaci, il loro compito in natura è quello di inseminare tante più femmine gli è possibile. E’ per la salvaguardia della specie, un maschio e dieci femmine ripopolano il mondo, una femmina e dieci maschi…beh…. insomma, in linea di massima le femmine si gratificano con la prole e i maschi con le femmine”
e allora perchè tu vuoi l’amante? Non sei gratificata dai tuoi figli?
si certo, infatti io non voglio l’amante per gratificarmi, voglio l’amante per distrarmi da tanta gratificazione

La cosa effettivamente si fa complicata, mentre lei adesso si dedica ai peli dell’inguine, mi chiedo se sia il caso di andare avanti. Il suo inguine sta benissimo ma quella maniacale ricerca della perfezione ostentata senza pudore, mi incuriosisce.   
Vorrei chiederle se pensa di darsi l’antirughe anche intorno all’ano mentre io inforno la torta, ma poi mi oriento verso un altro tipo di perfezionismo.


“E socialmente? Cosa deve fare questo amante ideale nella vita? Magari il libero professionista come tuo marito…”


“Non ci siamo” penso che parli dei suoi peli “i liberi professionisti hanno il vantaggio di essere già abbastanza stanchi mentalmente per cercare nell’amante un po’ di tranquillità.

 E questo sarebbe un vantaggio se non fosse che i liberi professionisti in realtà non sono mai abbastanza stanchi da non soffrire di sensi di colpa per il loro lavoro. Ogni scrupoloso professionista, sa benissimo che avrebbe potuto fare di più o meglio o diverso e una parte della sua testa è sempre su quella scrivania dell’ufficio che ha appena lasciato.

“Allora un creativo! Che ne dici di un creativo?”
“Ma scherzi! Quelli vivono su un altro pianeta, sono tutta apparenza e niente sostanza, loro creano ma poi sono altri coloro che realizzano e qui, in caso di amante, c’è bisogno di realizzare.
L’amante deve essere un investimento sicuro, un BOT, un CCT,  nessun investimento azzardato e niente obbligazioni. Ti pare che ce ne siano pochi di obblighi nella mia vita?”

 Va be' dai.....chiama l'idraulico!!!

 

 
 
 

UN ESPERTO.....IN CONDUTTURE!

Post n°51 pubblicato il 17 Novembre 2009 da Distinta_Intrigante

 

idraulico

L'idraulico suona sempre due volte!

Alle prese con guaine, tubi, cazzuole, vanghe: l'uomo che piace e che si candida al ruolo di amante perfetto deve essere nerboruto e imperlato di sudore


Sì, tradire. Ma con chi? Il collega d'ufficio, il vicino di casa o il pendolare che si incontra ogni giorno sui mezzi rimangono sempre gli uomini, di fatto, più gettonati per un'avventura extraconiugale

Ma l'immaginario erotico femminile viaggia altrove, nei territori più selvatici del maschio "di fatica", che si presuppone nerboruto e perennemente imperlato di sudore.

Remore a far crescere un bel paio di corna da cervo sulla testa del compagno ufficiale?

Molto poche: il 64% delle donne intervistate si azzarda a dire che tradirebbe il compagno alla minima occasione.

 Vince a mani basse, nella classifica degli uomini più appetiti, il muratore, sognato dal 22% per la sua forza, la muscolatura scolpita dal lavoro e la prestanza fisica. Ma stuzzicano parecchio anche  l'idraulico (vagheggiato dal 20% delle donne) e il giardiniere (per il 16%).

Più scalpitanti e desiderose d'evasione che mai, le donne oggi «si sposano con Giovanni, il ricco ingegnere, ma poi sognano Gino il muratore» conferma l'avvocato Annamaria Bernardini de Pace, nota divorzista, che aggiunge:  «Al centro dei desideri proibiti c'è l'"uomo di sostanza", ma poi il tradimento rimane per tutti un'esperienza devastante». Per chi lo subisce, senz'altro, ma per chi lo esercita (sensi di colpa a parte)? Dite la vostra

 
 
 

INTELLIGENZA EMOTIVA E SUCCESSO NEL LAVORO

Post n°50 pubblicato il 09 Novembre 2009 da Distinta_Intrigante

 

GLI INFALLIBILI  TRE: Motivazione, Controllo degli impulsi, Modulazione del proprio stato d'animo!

Per avere successo nella vita in genere e nell'ambito lavorativo in particolare, non è sufficiente disporre di un elevato Quoziente Intellettivo o essere competenti da un punto di vista professionale; occorre anche poter disporre dell' intelligenza emotiva.

Quest'ultima si fonda su due tipi di competenza, una personale - connessa al modo in cui controlliamo noi stessi - e una relazionale, legata al modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri.

Se ci dovessero chiedere di elencare i fattori che portano un individuo ad avere successo nella vita in genere, e sul lavoro in particolare, probabilmente ai primi posti della lista metteremmo un'intelligenza vivace, una carriera scolastica brillante, precise competenze professionali e, probabilmente, alcuni fattori legati alla sorte, come ad esempio il far parte di una classe sociale abbiente, l'avere un aspetto fisico avvenente e l'essersi imbattuto in circostanze fortuite del tutto favorevoli.
Tutto vero, ma non basta. Pensiamo ad esempio ad una persona con una straordinaria intelligenza, brillante dal punto di vista accademico, competente sul piano lavorativo, ma arrogante, irascibile, incapace di trattare con le altre persone e di gestire le proprie emozioni: nonostante le sue competenze professionali e la sua intelligenza, non siamo affatto sicuri che avrà successo nella sua carriera professionale.

Se per accedere ad una determinata professione spesso appaiono prerequisiti importanti l'essere qualificati come persone intelligenti, avere un titolo di studio conseguito a pieni voti, mettere in campo una competenza professionale di prim'ordine, per mantenere e facilitare una carriera lavorativa sono necessarie anche altre caratteristiche.
Quali sono? Daniel Goleman le raggruppa sotto il termine di intelligenza emotiva e le qualifica come un modo particolarmente efficace di trattare se stessi e gli altri.

Tra queste caratteristiche rientrano ad esempio:

  • la capacità di motivare se stessi e di continuare a perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni;
  • la capacità di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione;
  • la capacità di modulare i propri stati d'animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare;
  • la capacità di essere empatici e di sperare.

Più in generale, alla base dell'intelligenza emotiva ci sono due grosse competenze:

  • una competenza personale , legata al modo in cui controlliamo noi stessi
  • una competenza sociale , legata al modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri.

Entrambe le competenze sono caratterizzate da abilità specifiche. In particolare, alla base della competenza personale troviamo la consapevolezza, la padronanza di sé e la motivazione; alla base della competenza sociale troviamo invece l'empatia e le abilità nelle relazioni interpersonali.

 
 
 

IL cuore e la mente

Post n°49 pubblicato il 05 Novembre 2009 da Distinta_Intrigante

Il cuore e la mente combattono nella nostra vita quotidiana, anche su piccole cose, piccoli gesti.

Molti di noi lasciano vincere la mente perche  sembra più razionale...piu sicuro,  pensando che cosi si evita di farsi male...ma alla fine, anche usando la mente, può accadere, e facendo cosi scappiamo dalle gioie che può darci il cuore...

La razionalità si contrappone all'amore e cosi si rischia di...non amare mai.

''Meglio amare e perdere che vincere e...non amare mai...''

 

 
 
 

Vincenzo Cerami nei suoi Consigli a un giovane scrittore:

Post n°48 pubblicato il 01 Novembre 2009 da Distinta_Intrigante

Credi in quello che fai!

Scrivere un lavoro scientifico o allestire una presentazione sono attività che richiedono tecnica, applicazione, umiltà. Perdita di tempo, se vogliamo metterla così. Legittimo chiedersi: ma chi me lo fa fare?

La contropartita può essere assai gratificante. Quando si scrive un articolo o si fa una presentazione scientifica si fonda un piccolo mondo che prima non c’era. Ovviamente, si parla qui di articoli che vale la pena scrivere e presentazioni che vale la pena ascoltare: qualcosa che ha richiesto sacrificio, immaginazione e intelligenza, e che sottometti con trepidazione al giudizio degli altri.

Imparare a scrivere vuol dire imparare a comunicare, ad accettare le critiche, a confrontarsi con chi ne sa più di te (e a volte meno), condividere la propria esperienza e diventare un lettore e un ascoltatore più consapevole.

Saper scrivere, così come saper parlare e saper ascoltare, spesso vuol dire, nel nostro lavoro, tornare a casa e modificare qualcosa – di piccolo o grande – nella pratica quotidiana. Scrivere un articolo scientifico o comunicare la propria esperienza in ambito congressuale– esponendosi così al giudizio e alle critiche dei colleghi -dà un valore aggiunto e una certificazione di qualità a quello che si fa.

 
 
 

La Chat: un “mondo alternativo”

Post n°47 pubblicato il 29 Ottobre 2009 da Distinta_Intrigante

Una sorta di “acuna matata” (vivere senza pensieri )miracolosa!

Non c’è una spiegazione univoca per capire cosa una persona cerchi in chat.


La chat può essere considerata una moderna agenzia di socializzazione che permette a chiunque possegga un PC ed un collegamento in rete di entrare in contatto con altri individui e instaurare relazioni.
 
Si è già detto che la chat può essere considerata un “mondo alternativo”, un luogo socialmente sicuro dove le “maschere” cadono e il giudizio altrui non conta, lasciando spazio ad una disinibita espressione delle proprie emozioni.


Ma chi è il “chatter”? E’ cosa assai ardua tracciare un profilo “tipo” di chi frequenta la chat. Fatto sta che, nella maggior parte dei casi, la comunità virtuale diventa una sorta di “ambiente protetto” dove poter dare sfogo alle proprie emozioni e ai propri sentimenti senza la paura di esser giudicati nel modo di porsi oppure di sentirsi “osservati” nell’agire.
Si inizia a chattare per curiosità o perché un/a nostro/a conoscente ci presenta questo “mondo alternativo”, dove la vergogna e l’inibizione non esistono.
La stragrande maggioranza di chi inizia a chattare lo fa per frustrazione, solitudine o perché sta attraversando un momento particolare della propria vita in cui il mondo reale nega importanti aspettative, sovente riguardanti la sfera affettiva (delusioni amorose, mancanze o carenze parentali, assenza di amicizie consolidate, un passato che si ripete, un lutto, una separazione ecc…).


E’ bene precisare che per “solitudine” ci si riferisce ad un concetto molto più ampio del sentimento. Infatti, si può condurre la propria vita circondati da tante persone attente e premurose “reali”, in un contesto apparentemente soddisfacente, ma comunque essere “soli” con se stessi a causa di una “inconfessabile” mancanza interiore che non trova risposte adeguate nella realtà quotidiana.
In buona sostanza, la chat diventa un “mondo alternativo” dove socializzare, permettendo di togliere la “maschera” che ogni giorno si indossa per paura del giudizio altrui.


Ma questo rifugio, spesso, diventa una vera e propria trappola per la mente, poiché accade che ci si possa imbattere in una “dipendenza” vera e propria dove la chat diviene il solo modo di socializzare sia in ambito amicale che sentimentale. Nella sostanza, sfugge ai pensieri il mondo vero, fatto di ruoli, responsabilità e accadimenti o situazioni poco piacevoli ma che pure si devono affrontare.


La chat diviene quindi l’unico "mondo" dove si vorrebbe “esistere”, dove le avversità della vita reale non esistono e dove il nostro “Io” più frivolo e giocoso si può manifestare senza pensieri.

 

 
 
 

Sixpence None The Richer ~ Kiss Me

Post n°46 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da Distinta_Intrigante

 
 
 

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