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Sarai il mio mare
il mio approdo e il mio partire,
mi spoglierò e mi immergerò nel tuo respiro...
Non avrò più paure,
m'abbandonerò a Te.
Ti amerò...
Tra le tue spigolose onde,
tra i versi e gli echi del mare,
che scriverai
col tuo vento che mi bacerà le labbra,
e l'odore della salsedine,
mi profumerà di Te.
Andrò a  largo
e  m'inabbisserò fino a toccare il fondale,
e il tuo cuore salirà dal mare,
rinascerà con me.
Lo bacerò, lo accarezzerò,
lo respirerò.
Saremo acqua nell'acqua.
Tu sarai il mio Mare,
 il mio Dio...
...ed io sarò la Tua Sirena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un oceano siamo noi ma vorresti guardare dentro di me, capire tutto...Per sentirti un uomo hai bisogno  della certezza che tutto sia sotto il tuo controllo...Non sai che le sensazioni, le emozioni, i sentimenti sono liberi...liberi come i pesci dell'oceano?Quale rete riesce ad andare in profondità e a catturare una sirena...non hai pensato che morirebbe ad essere tua prigioniera , strappata al suo mondo...Le parole di uno sguardo, una carezza, un bacio... non riesci a sentirle?La notte passata con i nostri corpi uniti, mai stanchi di chiedere e dare...Non c'era niente di noi, dei nostri corpi sudati che lasciasse spazio a quell'aria,quell'aria leggera che ti rinfresca,quell'aria che ci fa tornare solo un uomo e una donna,quell'aria che piano piano diventa distanza e ci fa scrutare come animali pericolosi...Un oceano siamo noi, calmi e rilassati o travolgenti ed immensi onda dopo onda....Rimaniamo immersi senza cercare il fondo...Non trascinarmi fuori...esposta all'aria e al vento che tutto rivelano e niente dicono...Uomo lo sei sempre e io donna o sirena, quando sono con te sono tua...Tutto ti è donato perchè anche tu fai così...Rimani uomo e io donna... non trasformarti in pescatore...

 

MIAO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sirene

Post n°17 pubblicato il 15 Settembre 2009 da xirenette
 

Ma il mito delle SIRENE non si limita al bacino mediterraneo: è presente anche nelle mitologie scandinave, irlandesi e inglesi, tedesche, russe e in quelle del medio oriente e dei paesi asiatici. Spesso alla figura femminile si aggiungono anche figure maschili, come Tritone, figlio di Nettuno, nella mitologia greca, Ningyo inGiappone e Vatea, il creatore, in Polinesia. Sirenai sono le isolette, mentre Sirenoussai le rupi a picco sul mare che dovevano prendere il nome da un santuario delle Sirene, così come Capo Ateneo, attuale Punta Campanella, lo prendeva dal santuario delle della dea Athena.
Le Sirenai o Sirenussai, intese ora come Sirene soltanto, ora come sede delle Sirene, erano nella mitologia greca riferimento alla dimora delle insidiose Sirene.
Ed è certo significativo che numerose imbarcazioni antiche siano naufragate nei pressi della mitica sede delle Sirene, le quali rappresentano nella mitologia greca gli ostacoli e i pericoli della navigazione in questo tratto di mare.
Ma ogni località marina ha le sue Sirene, con nomi e caratteristiche che le accostano o le differenziano tra di loro. Intorno all'isola di Man vivono le Ben Varrey, SIRENE particolarmente amabili.

Nei mari della Scozia si incontra Ceasg, SIRENA dalla coda da salmone che, se catturata, in cambio della libertà esaudisce tre desideri.

Le gelide acqua della Norvegia e della Svezia ospitano la Havfrue e l'Havmand, rispettivamente la SIRENA e il tritone della Scandinavia. La SIRENA è incostante e dispettosa, la sua apparizione indica tempesta o pesca misera.

Spesso le navi antiche avevano sulla prua una polena (figura di legno scolpita) a forma di SIRENA, come se gli uomini di mare volessero scongiurare l'ostilità di SIRENE come la Havfrue attraverso questo singolare omaggio.

 In Brasile si venera una SIRENA di nome Iemanjà, che è una Orixa, della stessa genìa degli spiriti divini, di origine africana, ai quali per tradizione si fanno offerte propiziatorie.

Anche in Australia hanno le loro SIRENE fantastiche, come Likanaya e Marrayka, vissute al Tempo del Sogno, le quali un giorno entrarono in acqua e videro la parte inferiore del loro corpo trasformarsi d'incanto in una coda argentea.

 La più singolare fra tutte è quella poi che abita nei pressi dell'isola di Giava. Il suo nome è Njai Blorong. Promette immensi tesori e straordinari gioielli agli uomini che diventano per un po' i "mattoni" viventi del suo castello sottomarino.

Orejona è una SIRENA con caratteristiche anfibie: ha gambe da donna ma mani palmate e branchie. Secondo la leggenda si tratta di una SIRENA "aliena" scesa da una navicella d'oro inabissata nel lago Titicaca, al confine fra Bolivia e Perù.

Nelle grotte marine spesso ne abitano di bellissime come lei, ma pure altrettanto crudeli e spietate tanto che amano cibarsi di carne umana e di tappezzare la loro grotta di teschi in cui sono rinchiuse le anime dei marinai affogati.

Le Ningyo sono SIRENE del Giappone, timide e fondamentalmente innocue.

In Thailandia vivono le Duyugun, le SIRENE dai lunghi capelli. Esse non sono attraenti e la prima di loro si dice che fosse una bambina molto disubbidiente trasformata dagli spiriti in SIRENA.

Nel delta del fiume Niger, in Nigeria, vive Mami Wata che dà invece poteri magici a chi la vede.

Nel mar Rosso nuotano le Memozini. Secondo la leggenda, questi esseri incantati sono le figlie dei soldati del faraone Ramses, annegati quando Mosè richiuse il Mar Rosso e sposati da allora con delle SIRENE.

Lungo le coste dell'Irlanda si incontrano le Merrows (donne del mare) che hanno dita palmate. Nelle acque del Galles nuotano le Morforwyn considerate come la personificazione delle onde in tempesta. 

Margyr vive nel mare d'Islanda. La sua presenza significa tempesta.

In Guyana, la dea delle acque è una SIRENA di nome Amana che può assumere qualsiasi forma ed è lei che ha insegnato la magia ai primi maghi e alle prime streghe.

Sempre nei mari della Guyana abita Orehu, una SIRENA che cerca di far annegare i bagnanti o perfino di far scontrare contro gli scogli intere canoe. Anche se crudele, è stata Orehu a dare all'uomo i frutti commestibili.

In Italia infine si nasconde in una conchiglia gigante, Murgen (nata dalle acque), una SIRENA che la notte tra il 24-25 Gennaio esce dalle acque e predice il futuro.

Sotto il faro di Messina da millenni se  ne  vede una che si renderebbe  visibile solo a pochi e appunto per questo di lei si conoscerebbe così poco.

Di fronte a Lecce poi dovrebbe ergersi il castello sottomarino della regina delle SIRENE.

 

 

 
 
 

sirene

Post n°16 pubblicato il 15 Settembre 2009 da xirenette
 

Nei secoli la figura della SIRENA ha subito cambiamenti
graduali, da  simbolo dell'inganno mortale, a semplice
frutto della fantasia di  marinai, che raccontavano di averle incontrate, conseguenza questa  dell'essere rimasti troppo a lungo in mare e di aver così perduto il  senno.
Le segnalazioni di avvistamenti sono proseguite fin quasi
ai  tempi nostri, mentre la figura della SIRENA si è
trasformata in un  simbolo di donna misteriosa, dotata di
fascino magnetico, capace di  risvegliare fantasie, spesso
raffigurata con connotati sexy, quasi un  simbolo erotico,
oppure, come nella favola di Andersen, il simbolo
 dell'eterna lotta tra razionalità e istinto nel cammino
dell'evoluzione  spirituale: la conquista di un'anima che fa
diventare umani e la perdita  della coda, simbolo animale, con conseguente rinuncia all'ambiente e  alla condizione originaria.Le SIRENE furono per molti secoli considerate creature del maligno, malvagie e simbolo di perdizione.
Solo con Omero la loro figura venne  nobilitata arrivando ad essere creature caritatevoli e accompagnatrici  di anime nel  mondo dell’Aldilà.
Dopo il periodo buio del  Cristianesimo, considerate di nuovo ad esseri del male, con la favola  di Andersen ritrovarono di nuovo la fama di esseri compassionevoli e  simbolo dell’amore tragico.

Ad oggi troviamo raffigurazioni di SIRENE negli Scritti
antichi, nei disegni mitologici, nei racconti dei marinai,
nelle leggende... e ad oggi ci si chiede se siano solo
frutto della fantasia perchè..

..non pochi raccontano di
averle incontrate davvero...

Lasciando per un attimo da parte le leggende, le origini del mito delle  SIRENE sono oscure e discordanti: quando nacquero non erano  donne-pesce, ma donne-uccello. I greci le descrivevano come  immensi uccelli con testa di donna. E’ solo nel Medioevo che il Liber  Monstruorum o il libro dei mostri parla delle SIRENE come  donne-pesce.In origine dunque esse avevano corpo d'uccello dai lunghi artigli, con  grossi seni e volto di donna. Questa fisionomia ben si associa alla  caratteristica del canto ammaliatore, essendo il canto elemento tipico  degli uccelli e non degli esseri marini. Il loro nome deriverebbe da una  radice sanscrita (svar=cielo) legata al significato di splendore (e  quindi attrazione) oppure, secondo altri etimologi dalla base  semitica sjr", che vuol dire cantare.

 Come si sia passati poi dalla figura di donna-uccello a quello di  donna-pesce, resta un mistero. Tra le ipotesi, un errore di  trascrizione, dal latino 'pennis' (penne, piume) a 'pinnis' (pinne).  Un'altra ipotesi è che il mito donna-uccello sia nato in paesi lontani  dal mare, o in zone interne, una figura mitologica molto simile come  raffigurazione e attitudine alle Arpie, per mutarsi poi in
donna-pesce  quando il mito delle SIRENE ha raggiunto culture rivierasche, proiettate  verso il mare.

 

 
 
 
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Un blog di: xirenette
Data di creazione: 16/06/2009
 

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 Galleggiando a lungo in oceani deserti ho fatto del mio meglio per sorridere finché i tuoi occhi melodiosi e le tue dita mi attirarono affettuosamente alla tua isola e tu cantasti naviga da me naviga da me lascia che ti avvolga Sono qui Sono qui aspettando di possederti... SIRENA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il vento era caduto, le vele si erano afflosciate sull'albero; nella notte appena rischiarata dalla nuova luna la nave dondolava leggermente sullo specchio nero dell'acqua, quando la SIRENA cantò.Parve ai marinai di sentire un fruscio come di una brezza leggera; poi come una musica che salisse dal mare profondo; poi come una voce dolcissima, mai udita prima; e finalmente il canto li avvinse ad uno ad uno in un sonno senza risveglio.

 

 

 

 

Le periferie ne sono piene.Nella penombra o piuttosto nello sfumato anche nel chiaroscuro fin troppo visibili sulla scena della vita ad ogni passo ne calpesti qualcuna.Hanno nomi di donna. Si nascondono perchè sono prevenute  per loro si tratta di fuggire chi creda nella loro esistenza pena il loro  rattrappirsi in vere figure femminili se scoperte. I cercatori di SIRENE escono dall'ombra per porre loro domande e per guardarle in viso.Esse girano il dorso e si mordono le labbra per non rispondere mentre i cercatori sentono aumentare il ritmo dei loro battiti cardiaci a quell'incontro tragico a ben guardare supplicante passerella di desideri senza conforto.Si sa quanto sia difficile scorgere le cose ai bordi delle quali viviamo forse qualcuno che viene da lontano può svelarci meglio ciò che ci circonda.Ma vallo a dire ai cercatori di SIRENE.

 

 

 

 

 

 Divina sirena
il tuo canto
m'incanta
mi spacca in mille pezzettini
e mi ricompone come un puzzle.
Signorina Sirena
pendo dalle tue
rosse labbra
il loro movimento soave
mi distrugge poco a poco.
Ah! Che note solari
che dolce melodia
che ritmo tremante
sono le note che mancavano
per la mia ultima canzone.
Legato al sentimento-principio
che ancora mi salva, urlo:
"liberatemi, vi prego,
liberatemi, ora, liberatemi,
vi scongiuro".
(FolliaSolitaria)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

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