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Il compagno di Dalla e il velo dell'ipocrisia

Post n°319 pubblicato il 05 Marzo 2012 da adriana_ar
 

Di Michele Serra

Con la compostezza, il dolore e la legittimità di un vedovo, il giovane Marco Alemanno ha reso pubblico omaggio al suo uomo e maestro Lucio Dalla in San Petronio, dopo l'eucaristia, se non rompendo almeno scheggiando il monolito di ipocrisia che grava, nell'ufficialità cattolica, sul "disordine etico" nelle sue varie forme, l'omosessualità sopra ogni altra.

È importante prenderne atto. Anche se è altrettanto importante sapere che fuori dalla basilica, nel denso, sconfinato abbraccio che i bolognesi hanno dedicato a Dalla, i suoi costumi privati non costituivano motivo di dibattito. Se non per lodare e rimpiangere la dimestichezza di strada e di osteria che Dalla aveva con "chiunque", il suo promiscuo prendere e dare parole, tempo e compagnia, la sua disponibilità umana. Ma dentro San Petronio la vita privata di Lucio, la sua omosessualità pure così poco ostentata, e mai rivendicata, creava un grumo che Bologna ha provveduto a sciogliere nella sua maniera, che è compromissoria, strutturalmente consociativa. Città rossa e vicecapitale del Papato, massonica e curiale, borghese e comunista. Un consociativismo interpretato al meglio (cioè senza malizia, per pura apertura di spirito) proprio da Dalla, che era amico quasi di tutti, interessato quasi a tutti. Non avere nemici è molto raramente un merito. Nel suo caso lo era.

In ogni modo si capisce che quel grumo, specie per una Curia che da Biffi in poi si è guadagnata una fama piuttosto retriva, non

era semplice da gestire. Il vescovo non era presente, il numero due neppure, "altri impegni" incombevano e sarebbe infierire domandarsi quale impegno, ieri, fosse più impellente, per ogni singolo abitante della città di Bologna, di andare a salutare Lucio. L'omelia è stata affidata al padre domenicano Bernardo Boschi, amico personale del cantante, che non avendo zavorre istituzionali sulle spalle ha potuto e saputo essere affettuoso, rispettoso e libero, dunque prossimo alla città e ai suoi sentimenti.

L'ingrato compito di mettere qualche puntino sulle "i", per controbilanciare la quasi sorprendente "normalità" di una cerimonia così solenne, e insieme così semplice, nella quale il solo laico a prendere la parola, a parte il teologo Vito Mancuso, è stato il compagno di Dalla; quel compito ingrato, dicevo, se l'è caricato in spalla il numero tre della Curia, monsignor Cavina, che nel suo breve discorso introduttivo ha voluto ricordare che "chi desidera accostarsi al sacramento dell'Eucarestia non deve trovarsi in uno stato di vita che contraddice il sacramento". Concetto che, rivolto alla cerchia di amici di Lucio presenti in chiesa, e ai tanti "freaks" che affollavano chiesa e sagrato anche in memoria della dimestichezza che avevano con Dalla, e Dalla con loro, faceva sorridere: più che severo appariva pateticamente inutile, perché dello "stato di vita" delle persone, dell'essere canoniche o non canoniche le loro scelte amorose e affettive, a Lucio non importava un fico secco, né si sarebbe mai sognato, nelle sue recenti e purtroppo finali incursioni nella teologia, di stabilire se a Dio le scelte sessuali interessino quanto interessano a molti preti.

Comunque - e tutto sommato è il classico lieto fine - il breve monito di monsignor Cavina a tutela dell'eucaristia e contro gli "stati di vita che contraddicono quel sacramento" (?!) è passato quasi inosservato e inascoltato. Come un dettaglio burocratico. Marco Alemanno ha incarnato in una chiesa, e in una cerimonia che più pubblica non si sarebbe potuto, tutta la dignità di un amore tra uomini. Semmai, c'è da domandarsi quanti omosessuali cattolici meno famosi, e meno protetti dal carisma dell'arte, abbiano potuto sentirsi allo stesso modo membri della loro comunità. L'augurio è che la breve orazione di Marco per Lucio costituisca un precedente. Per gli omosessuali non cattolici, il dettato clericale in materia non costituisce il benché minimo problema: francamente se ne infischiano. Ma per gli omosessuali cattolici lo costituisce, eccome. Ed è a loro, vedendo Marco Alemanno pregare per il suo uomo accanto all'altare, che corre il pensiero di tutte le persone di buona volontà. (La Repubblica)

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
ospite il 05/03/12 alle 12:42 via WEB
fino ad oggi io non sapevo nulla della sua omosessualità ,è ne sono rimasto molto sorpreso,ma nulla toglie alla sua genialità,però pensandoci mi sono fatto una domanda ma se Lucio DALLA fosse stato un povero comune mortale senza soldi ecc..eccc. quale donna si sarebbe innamorato di lui ??piccoletto peloso bruttino ecc..ecc..?in effetti quando ha cominciato la sua carriera era un povero ragazzo senza quattrini,e forse nessuna donna lo stimava.....forse.......??
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ospite il 05/03/12 alle 13:02 via WEB
dato che parliamo del velo dell'ipocrisia..............!!!.....????
 
adriana_ar
adriana_ar il 05/03/12 alle 17:38 via WEB
Sembrerebbe, da quello che scrivi, che essere omosessuale per Dalla fosse stato un “ripiego” perché nessuna donna se lo filava… Così pensando allora perché, dopo, con i quattrini, che fanno gola alle donne ,come si capirebbe dal tuo commento, non è “ritornato “ etero? Mah… mi fai sorridere …
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ospite il 05/03/12 alle 18:24 via WEB
perchè?..perchè gli uomini non sono tutti uguali,non sono tutti dei polli che si fanno spennare dalle donne.....
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
ospite il 05/03/12 alle 18:36 via WEB
e poi il senso del mio commento non era riferito a Lucio Dalla,ma ha una mia riflessione dato che si parlava del velo della ipocrisia la mia domanda era ma quale donna si metterebbe insieme ad un uomo piccoletto brutto ,peloso è senza soldi?? ma neanche una pazza,ti faccio sorridere ma o detto una verità........
 
il_dono_dell_aquila
il_dono_dell_aquila il 05/03/12 alle 22:38 via WEB
Il fatto che con la morte di un grande artista come quello , un giornalista come Michele Serra abbia voluto dedicare tanta penna alla discussione sulla sua omosessualità, è una dette tante dimostrazioni del fatto che in Italia tutti ( anche Michele Serra ) siamo un pò segati..
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
0spite il 06/03/12 alle 06:05 via WEB
concordo pienamente con il tuo commento,....
 
adriana_ar
adriana_ar il 06/03/12 alle 08:58 via WEB
Quest'articolo non tratta però dell'omosessualità di Dalla ma dell'ipocrisia della chiesa di fronte a questa tematica.
 
 
il_dono_dell_aquila
il_dono_dell_aquila il 08/03/12 alle 13:51 via WEB
infatti, ma quel che dico io è che di fronte ad una cosa come la morte di Lucio Dalla, che per quanto mi riguarda rappresenta la fine di un altro pezzo del mio mondo, e che comunque andrebbe considerata in se e per se, qualcuno ci vuole sempre e comunque innestare un argomento legato al cattolicesimo.. Io lo leggo come un segno del fatto che qui da noi il cattolicesimo, o peggio la Chiesa, sono ancora pervasivi della cultura..
 
   
il_dono_dell_aquila
il_dono_dell_aquila il 08/03/12 alle 13:54 via WEB
Mi raccomando però Adriana, non leggere i miei commenti come una critica negativa! Il tuo post è comunque molto interessante da leggere.. Anzi.. Ce ne fossero!!! Qui si leggono per lo più cavolate trite e ritrite..
 
swala_simba
swala_simba il 07/04/12 alle 08:30 via WEB
l'ho saputo quando ero lontana.
Grazie per aver postato questa riflessione che non conoscevo.
ci sono due versi di Alda Merini che vorrei scrivere proprio qui perchè altro non c'è da dire: solo stendere la mano e accogliere..

Spiegami amore come faccio ad amare la carne senza baciarne l’anima

un abbraccio, mia cara

 
 
swala_simba
swala_simba il 07/04/12 alle 10:22 via WEB
p.s. da me gli auguri per te ^_^
 
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