Creato da blazau_zen il 04/12/2007

Zazen

Sedere e Guardare dentro se stessi, Brillare in Silenzio

 

 

Tanzan ed Ekido

Post n°63 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da blazau_zen
 
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Una volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa.

Pioveva ancora a dirotto. Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza, in chimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada. "Vieni, ragazza", disse subito Tanzan. Poi la prese in braccio e la portò oltre le pozzanghere. Ekido non disse nulla finchè quella sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte. Allora non poté più trattenersi. "Noi monaci non avviciniamo le donne" disse a Tanzan, "e meno che meno quelle giovani e carine. E' pericoloso. Perché l'hai fatto".
"Io quella ragazza l'ho lasciata laggiù" disse Tanzan. "Tu la stai ancora portando con te?".  




 
 
 

Ogni stagione

Post n°62 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da blazau_zen
 
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"Centinaia di fiori in primavera, la luna in autunno, la brezza fresca d’estate, la neve in inverno.

Se non occupi la tua mente in inutili cose, ogni stagione è per te una buona stagione."

Wumen Huikai, Zen Master


 
 
 

Lo zen che porti dentro 

Post n°61 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da blazau_zen
 
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"L'unico zen che trovi
in cima alle montagne
é lo zen che porti lassù."




 
 
 

Nel mezzo

Post n°60 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da blazau_zen
 
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"Noi danziamo in cerchio e supponiamo...

Ma il Segreto sta nel mezzo e sa."




 
 
 

Il Cammino

Post n°59 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da blazau_zen
 
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"E' bene avere un fine verso il quale dirigersi; ma dopo tutto quello che conta è il cammino."

Robert Frost


 
 
 

Fermati 

Post n°58 pubblicato il 30 Settembre 2008 da blazau_zen
 
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"Fermati! Fermati! Non parlare. La verità ultima non bisogna neppure pensarla."



 
 
 

Abbandonare gli attaccamenti

Post n°57 pubblicato il 24 Settembre 2008 da blazau_zen
 
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Un giorno un maestro trovò un discepolo inchinato davanti ad una statua del Buddha e lo colpì con un bastone.

Il monaco protestò: "Non è un atto meritorio adorare il Buddha?"
"Si", rispose il maestro, "Ma è ancora più meritorio lasciar perdere gli atti meritori"




 
 
 

Movimento 

Post n°56 pubblicato il 18 Agosto 2008 da blazau_zen
 
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"... nell'immobilità ritroverete il movimento ..."


Maestro Dogen (1200-1253)



 
 
 

Bodhidharma 

Post n°55 pubblicato il 04 Agosto 2008 da blazau_zen
 
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Un giorno,
un'immensa folla di persone si radunò per ascoltare gli insegnamenti
di Shakyamuni il Buddha,
ma quella volta il Buddha non disse una parola,
tenne semplicemente in mano un fiore.
Solo un discepolo comprese l'essenza di questo gesto.
Avvenne così la prima trasmissione
di un insegnamento senza parole,
da maestro a maestro
da mente a mente.

Mille anni dopo, un monaco indiano
arrivò in Cina dopo un lungo viaggio:
si chiamava Bodhidharma.
Era il ventottesimo erede di una ininterrotta linea
di maestri dicendente direttamente dal Buddha
e portava con sé l'essenza di quell'insegnamento.





 
 
 

La Via del Buddha 

Post n°54 pubblicato il 04 Agosto 2008 da blazau_zen
 
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“Studiare la Via del Buddha è studiare se stessi.
Studiare se stessi è dimenticare se stessi.
Dimenticare se stessi è essere risvegliati alla realtà”


Maestro Dogen (1200-1253)


 
 
 

Più scarsi delle Api 

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Adottare un atteggiamento di responsabilità universale è essenzialmente una faccenda personale.
Il vero test della compassione non sta in ciò che si afferma nel corso di astratte discussioni, ma in come ci si comporta nella vita di tutti i giorni.

Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama


Le leggi di natura fanno sì che, per sopravvivere, le api debbano cooperare, di conseguenza possiedono istintivamente un senso di responsabilità sociale. Non hanno costituzione, né leggi, né polizia, né religione, né morale, ma a causa della loro natura lavorano fedelmente insieme. Di tanto in tanto possono combattere, ma in generale, grazie alla cooperazione, l'intera colonia sopravvive. Noi esseri umani abbiamo una costituzione, delle leggi e una forza di polizia. Abbiamo la religione, un'intelligenza notevole e un cuore con una grande capacità d'amare. Abbiamo molte qualità straordinarie, ma nella pratica effettiva penso che arranchiamo dietro a quei piccoli insetti. Per certi versi ritengo che siamo più scarsi delle api.

Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama





 
 
 

Passato proiettivo 

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Ciò che ci aspettiamo da una situazione dipende da ciò che abbiamo appreso nel nostro passato.


Blazau



 
 
 

Le bastonate inevitabili dell'Ego 

Post n°51 pubblicato il 31 Luglio 2008 da blazau_zen
 
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Maestro attento all'Ego .. o ti bastonerà ..


Blazau




 
 
 

La Meditazione Naturale 

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Lascia questa mente, la tua, distesa, senza artifizio.
In questo stato, guarda il moto dei pensieri, fissa questo movimento senza forzare.
In questo stato si rivela la calma.
Nessun attaccamento alla calma, nessuna paura del movimento.
Nessuna differenza tra la calma e l’attività: riconosci questi due stati come fenomeni mentali che sorgono dalla mente.
In questo stato riposa ....


Lama Gendun Rinpoche

 
 
 

Il Tempo e la Farfalla 

Post n°49 pubblicato il 08 Giugno 2008 da blazau_zen
 
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I pensieri sorgono senza sosta,
breve è la durata di ogni vita.
Cento anni, trentaseimila giorni:
la primavera passa, la farfalla sogna.


Maestro Daichi (1290-1366)



 
 
 

Trovare un diamante su una strada fangosa

Post n°48 pubblicato il 08 Giugno 2008 da blazau_zen
 
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"Gudo era l'insegnante dell'imperatore del suo tempo. Però viaggiava sempre da solo come un mendicante girovago.
Una volta, mentre era in cammino verso Edo, il centro culturale e politico dello shogunato, si trovò nei pressi di un piccolo villaggio chiamato Takenaka. Era sera e pioveva a dirotto.
Gudo era bagnato fradicio. I suoi sandali di paglia erano a pezzi.
In una casa colonica vicino al villaggio vide quattro o cinque paia di sandali su un davanzale e decise di comprarne un paio.
La donna che gli vendette i sandali, vedendolo così bagnato, lo invitò a passare la notte lì in casa. Gudo accettò con molti ringraziamenti.
Entrò e recitò un sutra davanti al reliquiario della famiglia. Poi la donna lo presentò a sua madre e ai suoi figli.
Notando che avevano tutti un'aria afflitta, Gudo chiese loro se fosse accaduta qualche disgrazia.
"Mio marito gioca d'azzardo ed è un beone" gli spiegò la padrona di casa. "Quando gli capita di vincere si ubriaca e diventa manesco. Quando perde si fa prestare i soldi dagli altri. A volte, quando è ubriaco fradicio, non rincasa nemmeno. Che posso fare?"
"Lo aiuterò io" disse Gudo. "Ecco un po' di denaro. Procurami un gallone di vino buono e qualcosa di stuzzicante da mangiare. Poi andatevene a dormire. Io resterò in meditazione davanti al reliquiario".
Quando, intorno alla mezzanotte, il marito della donna rincasò completamente ubriaco, si mise a berciare: "Ehi moglie, io sono a casa. Non c'è niente da mangiare?"
"Qualcosa ce l'ho io" disse Gudo. "Sono stato sorpreso dalla pioggia e tua moglie mi ha gentilmente invitato a passare qui la notte. Per ringraziarla ho comprato del pesce e un po' di vino, se vuoi puoi gustarne anche tu"
L'uomo fu tutto contento. Bevve subito il vino e si sdraiò sul pavimento. Gudo restò in meditazione accanto a lui.
Quando il marito si svegliò la mattina dopo, non ricordava più nulla della sera prima. " Chi sei? Da dove vieni?" domandò a Gudo che stava ancora meditando.
"Sono Gudo di Kyoto e sto andando a Edo" rispose il maestro di Zen.
L'uomo provò un'immensa vergogna. Non la finiva più di scusarsi con l'insegnante del suo imperatore.
Gudo sorrise. "In questa vita tutto è instabile" spiegò. "La vita è brevissima. Se tu continui a giocare e a bere, non ti resterà il tempo di fare altro, e farai soffrire anche la tua famiglia".
Fu come se la coscienza del marito si ridestasse da un sogno. "Come potrò mai compensarti di questo meraviglioso insegnamento? Lascia che ti accompagni e che porti la tua roba per un pezzo di strada".
"Come vuoi" acconsentì Gudo.
I due si misero in cammino. Dopo tre miglia Gudo disse all'uomo di tornare indietro. "Altre cinque miglia soltanto" lo pregò quello.
Continuarono a camminare.
"Ora puoi tornare indietro" disse Gudo.
"Faccio ancora dieci miglia" rispose l'uomo.
"Adesso torna indietro" disse Gudo quando ebbero percorso le dieci miglia.
"Voglio seguirti per tutto il resto della mia vita" dichiarò l'uomo.
In Giappone, gli odierni insegnanti di Zen discendono da un famoso maestro che fu il successore di Gudo. Il suo nome era Mu-nan, l'uomo che non tornò mai indietro."


101 Storie Zen


 
 
 

101 Storie Zen 

Post n°47 pubblicato il 08 Giugno 2008 da blazau_zen
 



"Lo Zen non è una setta ma un'esperienza. Da questa esperienza, che ha al suo centro la notazione di 'satori', 'illuminazione', è nata una letteratura immensa, dalle numerose ramificazioni, a partire dal sesto secolo in Cina (sotto il nome di Ch'an) e a partire dal dodicesimo secolo fino a nostri giorni in Giappone (sotto il nome di Zen). Ciò che in Occidente ha finito per presentarsi spesso come moda banale è dunque una ricchissima tradizione religiosa, senza la quale è impensabile una grande parte della filosofia, della letteratura e dell'arte estremo-orientali. Per avvicinarsi a questo intricato complesso poche introduzioni sono altrettanto giuste nel tono, svelte e amabili come questa raccolta di storie Zen curata da Nyogen Senzaki e Paul Reps. Il lettore vi troverà una scelta dalla "Raccolta di pietre e di sabbia" di Muju, maestro giapponese del tredicesimo secolo, e da altri testi classici Zen, sino alla fine del secolo diciassettesimo. Con sobrietà e grazia Senzaki e Reps hanno saputo presentare in rapidi tratti apologhi capitali o ignoti, intrecciandoli con felice precisione, in modo che il lettore possa entrare in contatto immediato con le grandi questioni (e con le grandi soluzioni) dello Zen, contatto che troverebbe ben più difficilmente affidandosi a ponderosi manuali, contrari già nella loro costruzioni allo spirito Zen - per eccelenza imprendibile e paradossale, irridente verso ogni sapienza soddisfatta, spesso nascosto dietro gli schemi del vuoto e non del sapere."




 

 
 
 

Ordine e Disordine 

Post n°46 pubblicato il 05 Giugno 2008 da blazau_zen
 
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Un maestro Zen chiese a un suo discepolo di pulire il giardino del monastero.
Il discepolo pulì il giardino e lo lasciò in uno stato impeccabile.
Il maestro non rimase soddisfatto.
Lo rispedì a pulire una seconda volta, e poi una terza.
Scoraggiato, il povero discepolo si lamentò:
"Maestro, non c'e piu' nulla da mettere in ordine,
più nulla da pulire in questo giardino! E' già tutto a posto!"
"Tranne una cosa", rispose il maestro.
Scosse un albero e si staccarono delle foglie, che andarono a cadere per terra.
"Ora il giardino è perfetto", concluse.


Koan

L'ordine perfetto
esiste solo
accanto al disordine.

L'ordine totale
di un giardino
uccide il giardino





 

 
 
 

Meaning of Zazen 

Post n°45 pubblicato il 05 Giugno 2008 da blazau_zen
 
Foto di blazau_zen








Gudo Nishijima, an 80+ year old Japanese Zen master
talks about the meaning of practicing zazen





 

 
 
 

La pratica dello Zazen: Fukanzazengi

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"La via è fondamentalmente perfetta, assoluta, include tutto, permea ogni cosa. Come potrebbe mai dipendere da una pratica o da una realizzazione? Il Dharma è libero, privo di ostacoli. Perchè l'uomo deve compiere lo sforzo della concentrazione? In verità il grande corpo dell'uomo è al di là della polvere di questo mondo. Se è così perchè mai pensare che ci sia bisogno di un mezzo per toglierla? Esso non è mai lontano, non è mai separato da nessuno e da nessuna cosa. E' sempre là dove esattamente siamo. A che serve girare a vuoto di qua o di là se vogliamo praticare? Se creiamo una separazione, per quanto piccola, sarà sufficiente a separarci dalla Via tanto quanto la terra dista dal cielo. Se discriminiamo continuamente tra scelte e rifiuti, per piccoli che siano, la mente si perderà nella confusione. Quando qualcuno pensa si aver compreso e si illude d'aver raggiunto il Risveglio intravedendo la Grande Saggezza che penetra tutte le cose, costui si è solo di poco avvicinato alla Via. La mente di questa persona diventa più chiara e nasce in lei il desiderio di dare la scalata anche al cielo.

Ma questa persona è pur sempre solo all'inizio dell'esplorazione, si trova ancora solo in una zona di confine. Ancora non basta per penetrare la conoscenza della Grande Via dell'assoluta emancipazione. C'è forse bisogno di parlare della realizzazione del Buddha, che possedeva l'innata Coscienza Originaria? Ancora oggi noi riceviamo il benefico influsso dei soui sei anni passati stando seduto con le gambe incrociate e la schiena dritta nella postura del loto, immerso nella più profonda e totale immobilità. E che dire, poi, di Bodhidharma! La trasmissione del Sigillo fino a noi conserva ancora il ricordo dei nove anni passati seduto davanti al muro. Se è dunque stato così per i Santi del passato, possiamo oggi esimere noi stessi dal praticare la Via? Dovreste adesso definitivamente abbandonare una pratica basata sui ragionamenti, sulle deduzioni, sui pensieri discorsivi e sulla comprensione intellettuale per andare al di là del mero senso letterale delle parole. Imparare piuttosto a compiere quell'intima conversione nel profondo che vi porterà a rivolgere la vostra luce verso il vostro autentico sè, illuminando la vostra vera natura.
Il corpo e la mente si estingueranno da soli e apparirà il vostro volto originario. Se volete realizzare il Risveglio dovete praticarlo qui ed ora senza il minimo indugio.

Per Zazen trovate un luogo che sia tranquillo e silenzioso. Mangiate e bevete sobriamente. Lasciate da parte tutte le ordinarie occupazioni, liberatevi da relazioni e legami. Smettete di pensare: "questo va bene" o "questo va male". Non prendete posizione "pro" o "contro". Non seguite più i movimenti del pensiero cosciente liberandovi dal pensiero deduttivo. Non considerate più le cose con il vostro pensiero individuale e lasciate da parte prospettive e punti di vista. Non cercate nemmeno di sforzarvi per diventare un Buddha. Zazen non ha niente a che vedere con una posizione seduta o allungata. Mettete una stuoia dove di solito vi sedete e disponetevi sopra un cuscino rotondo. Sedetevi nella posizione del loto o del mezzo loto. Nella posizione del loto, portate prima il piede destro sulla coscia sinistra e poi il piede sinistro sulla coscia destra. Nella posizione del mezzo loto accontentatevi di mettere il piede sinistro sulla coscia destra.

Sciogliete nodi e cinture e indossate un abito comodo, sistemandovi convenientemente. Deponete quindi la mano destra, palmo in alto, sul tallone della gamba sinistra e le dita della mano sinistra sulle dita della mano destra. I pollici sono orizzontali e con le punte in leggero contatto. Sedete con la schiena ben dritta nella giusta postura, che non deve pendere nè a destra nè a sinistra, nè avanti nè indietro. Accertatevi che le orecchie siano sullo stesso piano delle spalle e che il naso si trovi sulla verticale dell'ombellico. La punta della lingua tocca il palato alla radice dei denti superiori, la bocca è chiusa, senzatensioni, i denti si toccano nella posizione normale, naturale. Gli occhi devono rimanere ben aperti, respirare dolcemente attraverso le narici. Una volta nella posizione corretta, respirate profondamente una volta, inspirando ed espirando. Fate oscillare il busto alcune volte a destra e a sinistra, ritornate dolcemente nella posizione verticale. Non muovetevi più. Pensate dalla profondità del "non pensiero", andando al di là del pensiero e del non-pensiero, questa è l'arte essenziale dello zazen.

Lo zazen di cui parlo non è una delle tante tecniche di meditazione, è il dharma di pace e gioia profonde. E' la pratica realizzazione del perfetto e immediato Risveglio. Zazen è la manifastazione della Realtà Ultima. Non potrà mai essere preda di trappole e insidie. Cogliendone il cuore segreto, sarete come un drago che entra in profondissime acque, o come una tigre che si addentra nella folta foresta di una montagna. Dobbiamo sapere che nel momento stesso in cui si sta facendo zazen, il vero Dharma si sta manifestando, pertanto siamo liberi dalla distrazione e dall'indolenza fisica e mentale sin dall'inizio. Quando vi alzate fatelo con movimenti dolci, senza fretta eccessiva, ma anche senza troppi indugi. Non alzatevi di scatto, bruscamente. Se guardiamo nel passato vediamo che l'illuminazione e la non-illuminazione, il morire in piedi o seduti, sono sempre dipesi solo dal vigore della pratica dello zazen. Inoltre l'illuminazione improvvisa scaturita a causa di un dito, del movimento di una banderuola, di un ago, di un martello o di uno scacciamosche, a causa di un pugno, di un colpo di bastone o di un grido, tutto ciò non si potrà mai cogliere profondamente solo facendo uso del pensiero dualista, nè potrà essere meglio afferrato con dei poteri soprannaturali.

Queste cose sono ben al di là di ciò che gli esseri umani vedono o sentono. Non è forse questo principio anteriore alla coscienza e alla percezione? Anche essere più o meno intelligente non conta molto. Non c'è diversità tra uno sciocco ed uno avveduto. Quando concentriamo il nostro spirito su una sola mente, quest'azione è in sè praticare la Via. La pratica realizzazione è pura per natura, per cui progredire non è altrochè una questione di pratica quotidiana. Nell'insieme di questo e degli altri mondi, in India come in Cina, tutti rispettano il Sigillo del Buddha in sommo grado. Questa pratica in particolare prevede una dedizione completa alla postura seduta della meditazione senza oggetto e priva di uno scopo o una finalità qualsiasi, continuando a sedersi con impegno totale nell'assoluta immobilità. Anche se si dice che vi siano tanti spiriti quanti uomini, tutti hanno sempre praticato la Via nello stesso modo: facendo zazen. Perchè lasciare il posto che vi è riservato a casa vostra per girare a vuoto in terre straniere piene di polvere? Basta un passo falso per uscire dalla Via tracciata dritta davanti a voi.
Avete la fortuna di vivere in forma umana, non perdete quindi del tempo prezioso e date il vostro contributo all'opera essenziale della Via del Buddha. Chi mai può trarre piacere dalla fiamma scaturita dalla selce? Forma e sostanza sono come rugiada sull'erba. Il tempo è rapido come il fulmine; un istante, e non c'è più. Vi prego, cari discepoli dello zen, abituati da molto tempo a palpare l'elefante nell'oscurità, non abbiate paura del drago vero. Consacrate tutta la vostra energia alla Via che indica l'assoluto. Rispettate l'uomo che ha realizzato la Via e che è andato al di là delle azioni ordinarie umane. Entrate in armonia con l'illuminazione del Buddha. Siate i successori della linea di trasmissione leggittima del Satori e dei patriarchi. Comportatevi così e diverrete come loro. La vostra segreta stanza del tesoro si aprirà e potrete farne l'uso che vorrete."


Maestro Dogen (1200-1253)

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"Tutto ciò che siamo é il risultato di ciò che abbiamo pensato: é fondato sui nostri pensieri, é formato dei nostri pensieri."

(Tratto dal Dharmapada, o Cammino del Dharma)

 

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“Si dice che il potere dei sensi è grande; ma la mente è ancora più potente. Più forte della mente è la consapevolezza, ma più forte ancora è lo Spirito di tutte le cose.”

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IMPARARE

“Sai cosa significa imparare?
Quando impari veramente, impari dalla vita; non c’è un insegnante particolare da cui imparare. Tutto ti è di insegnamento: una foglia morta, un uccello in volo, un profumo, una lacrima, il ricco e il povero, coloro che piangono, il sorriso di una donna, l’alterigia di un uomo. Impari da ogni cosa, quindi non hai bisogno di guide spirituali, di filosofi, di guru. La vita stessa ti è maestra, e tu sei in uno stato di costante apprendimento.”

Jiddu Krishnamurti


 
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IL TESORO NASCOSTO

“Una vecchia leggenda indù racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli uomini erano Dei. Essi però abusarono talmente della loro divinità, che Brahma - signore degli dei - decise di privarli del potere divino e di nasconderlo in un posto dove fosse impossibile trovarlo. Il grande problema fu quello di trovare un nascondiglio. Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente: "seppelliamo la divinità dell'uomo nella Terra". Brahma tuttavia rispose: "No, non basta. Perché l'uomo scaverà e la ritroverà". Gli dei, allora, replicarono: "In tal caso, gettiamo la divinità nel più profondo degli Oceani". E di nuovo Brahma rispose: "No, perché prima o poi l'uomo esplorerà le cavità di tutti gli Oceani, e sicuramente un giorno la ritroverà e la riporterà in superficie". Gli dei minori conclusero allora: "Non sappiamo dove nasconderla, perché non sembra esistere - sulla terra o in mare – luogo alcuno che l'uomo non possa una volta raggiungere". E fu così che Brahma disse: "Ecco ciò che faremo della divinità dell'uomo: la nasconderemo nel suo io più profondo e segreto, perché è il solo posto dove non gli verrà mai in mente di cercarla". A partire da quel tempo, conclude la leggenda, l'uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne, scavato la terra e si è immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.”

 

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MAESTRI DI SE STESSI

"Un guru è una persona che può svelarvi realmente la vera natura della vostra mente, offrendovi una cura perfetta per i vostri problemi psicologici. Ma chi non conosce la propria mente non potrà mai conoscere quella degli altri, e quindi non potrà curare i loro problemi correttamente. Costui non può assolutamente essere un guru. Dovete fare molta attenzione prima di prendere qualcuno come guru; vi sono molti impostori in giro. Spesso gli occidentali sono troppo fiduciosi. Se arriva qualcuno che afferma: ‘Io sono un lama, sono uno yoghi. Posso darvi la conoscenza’ i giovani occidentali, molto interessati, pensano: ‘Sono sicuro che costui mi può insegnare qualcosa. Lo seguirò.’ Questo può realmente procurarvi dei danni. Ho sentito di molte persone sfruttate da ciarlatani. Gli occidentali possono essere molto ingenui. Gli orientali sono invece molto più scettici in proposito. Dovete prendere le cose con calma, rilassati, verificando attentamente. E' importante conoscere la concezione occidentale dell’esistenzialismo, secondo cui dobbiamo comprendere bene che noi siamo quello che vogliamo essere. All’inizio abbiamo bisogno di un maestro, ma in seguito noi stessi possiamo diventare il nostro maestro. Dovete capire che io e tutti i maestri vi possiamo aiutare, però sono fermamente convinto che la vera risposta che ognuno di noi cerca deve provenire da noi stessi, dall’interno della nostra mente, non è certamente qualcosa che viene dall’esterno, da un maestro o da qualcosa di esteriore. Questo significa entrare realmente in contatto con la nostra Natura Interiore, e ascoltare ciò che questa vera e profonda natura ci comunica. Così otterremo veramente una reale risposta alle nostre domande e saremo soddisfatti. In effetti, lo scopo e il significato della Meditazione è proprio quello di diventare i Maestri di Noi Stessi. 

Lama Thubten Yesce

 
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