Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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Settimana "Casalinghitudini di una volta" - Mercoledi' = MERCATO
Renato Guttuso, La Vucciria
Una volta il mercato rappresentava quello che oggi è il centro commerciale: un'occasione di trovare riuniti in un unico luogo venditori di merci diverse, di comparare tra loro i prezzi di quelle uguali vendute da diversi banchi, di valutare e decidere se in quel momento dell'anno era meglio investire danaro in prodotti primi o generi di consumo.
Era ancora in un certo modo un luogo di baratto, in cui la mamma del "Valentino vestito di nuovo" poteva sperare di comprare al suo bambino scarpe nuove, aggiungendo uova della sua gallina ai soldi del "tintinnante salvadanaio" che non bastavano.
Al mercato si stringevano spesso contratti: di lavoro ma anche matrimoniali. C'erano i sensali, ma anche i mezzani (o paraninfi) che combinavano i cosiddetti "pateracchi", cioè incontri basati fra due richieste convergenti di persone che mai si erano conosciute.
Dal mercato ai negozi piu raffinati e meno coloriti, fu un passo abbastanza breve. Così come dai procuratori di matrimoni alle agenze per cuori solitari. Ma già si perse nel colore, nei suoni, negli odori, per andare verso un mondo sempre piu asettico. Così come il sensale di matrimoni smise di essere una persona in carne ed ossa, con cui ci si poteva magari confidare, cui affidare speranze e delusioni, segreti di famiglia e peccatucci da nascondere, per diventare un asettico annuncio nascosto fra tanti altri: "AAA, bello onesto emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata". E oggi? Oggi abbiamo i centri commerciali, popolati di annoiati, iperattivi, anziani in cerca di aria condizionata e cinesi in cerca di folla. Abbiamo le chat rooms, le mille bugie di internet, i "belfusto64" e le "gattina-geisha-sonotua77", pseudonimi orribili fosse solo per mancanza di fantasia, dietro cui si celano maturi ragionieri con pancetta e cranio lucido e donne di vita nemmeno più tanto primaverili. Ma si sa: tutto sta in mostra, tutto si deve vendere e la pubblicità è l'anima del commercio.
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