Creato da aboutnoi il 24/12/2006

about me

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EPLEnotic

Post n°538 pubblicato il 29 Settembre 2013 da annisciescianta

 
 
 

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Post n°537 pubblicato il 24 Luglio 2011 da hanteras_varsamt
 
 
 

prove tecniche per La L'Ocanda

Post n°532 pubblicato il 11 Luglio 2010 da aboutnoi

 
 
 

mezzogiorno e mezzo

Post n°530 pubblicato il 01 Giugno 2010 da aboutnoi

 

Mozione dell’assemblea del 28 maggio 2010 indetta dal Coordinamento Lavoratori Uniti di San Giuliano Milanese
 
alla presenza di 50 lavoratori e delegati del territorio del sud Milano.

 

I decreti legge che il governo si appresta a varare sotto l’alibi della crisi,  sono il tentativo di  realizzare i desideri della classe dirigente a spese dei lavoratori e della popolazione più bisognosa.

 

E’ dal crack delle borse dell’estate 2008 che Berlusconi in persona ha continuato a farsi bello dichiarando che l’Italia scoppiava di salute; per poi risvegliarci di fronte alla catastrofe di una crisi esplosiva che  viene usata per imporre dolorosi sacrifici ai lavoratori italiani, in compagnia di quelli Greci e di mezza Europa.

 

La soluzione alla loro crisi è privatizzare tutti i servizi pubblici, rendere precari e licenziabili  i lavoratori, aumentare l’età pensionabile e  fare arricchire  banche e  imperi finanziari.

Vogliono colpire tutto il pubblico impiego e la spesa sociale, bloccando aumenti e assunzioni, in modo da aprire la medesima strada alle aziende e alle multinazionali contro i lavoratori del settore privato.

Non è solo un problema di scarsa equità nella distribuzione dei sacrifici: la classe dominante vuole auto assolversi per riscrivere la storia del continente a spese dei lavoratori e del futuro dei nostri figli.

 

Noi vogliamo opporci attivamente a tutto questo estendendo la costituzione di comitati e coordinamenti di lotta nei posti di lavoro dei settori pubblico e privato, agendo e promuovendo iniziative in modo unitario per coinvolgere tutte le forze disponibili a mobilitarsi.

 

 

Lottiamo per imporre il

 

- Blocco generale dei licenziamenti e della speculazione immobiliare e finanziaria

- La stabilizzazione di tutti i rapporti di lavoro

- La continuità salariale di chiunque perda il posto di lavoro

- La distribuzione del lavoro che c’è, “Lavorare meno lavorare tutti” a parità di salario

- L’abrogazione di tutte le leggi contro i lavoratori italiani e migranti.

 

 

 

L’efficace resistenza che i dipendenti della San Carlo di San giuliano hanno opposto ai licenziamenti col sostegno di altri lavoratori del territorio, dimostra che con la lotta  è possibile ottenere risultati positivi.  Smascheriamo l’imbroglio degli ammortizzatori sociali regalati ad aziende come la San Carlo che, nonostante il bilancio in attivo e una ristrutturazione inesistente,  ottengono aiuti dallo stato per licenziare i lavoratori e sostituirli con personale precario.

 

 

Per continuare e approfondire questa battaglia sul territorio proponiamo:

 

- La creazione di un calendario territoriale delle lotte, con l’obiettivo di rendere pubbliche le mobilitazioni di ogni singola azienda e permettere così la partecipazione anche di altri lavoratori;

 

- La partecipazione a tutte le iniziative locali e nazionali contro i provvedimenti del governo, fra cui la manifestazione del 5 giugno a Milano a fianco dei lavoratori miganti e lo sciopero generale del 25 giugno, allo scopo di unificare  le forze nella prospettiva di uno sciopero generale vero, a carattere prolungato, sino al ritiro definitivo della manovra;

 

- Di lanciare l’appello per una assemblea provinciale dei lavoratori a Milano, aperta a tutte le province lombarde, allo scopo di promuovere unitariamente una vera rivolta sociale, perché solo una resistenza organizzata può sbarrare la strada al governo e aprire uno scenario nuovo;

 

- Di  raccogliere firme su un appello che chieda di costruire dal basso un forte sciopero generale

 

 

 

 
 
 

i wish i were German

Post n°529 pubblicato il 13 Maggio 2010 da hanteras_varsamt

 
 
 

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Post n°528 pubblicato il 28 Aprile 2010 da hanteras_varsamt
Foto di aboutnoi

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spot

Post n°525 pubblicato il 10 Marzo 2010 da annisciescianta

 
 
 
 
 

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Post n°519 pubblicato il 23 Ottobre 2009 da hanteras_varsamt
Foto di aboutnoi

indovino il personagio?

Nell'intervento dichiarò inoltre di non amare i messicani, ricordando il modo orribile con cui venne trattata dalla polizia messicana del 1968, quando, ferita durante la manifestazione di protesta contro le Olimpiadi, venne spedita in obitorio ancora viva. A tal proposito dichiarò: «Se mi puntassero una pistola e mi dicessero di scegliere chi è peggio tra i mussulmani e i messicani avrei un attimo di esitazione; poi sceglierei i mussulmani, perché mi hanno rotto le palle». L'articolo poi riporta l'ammirazione ed interviste ad Anna Magnani, Greta Garbo e Federico Fellini e molte altre.

Tratta anche della visione e opinione della politica italiana. Affermò di non aver votato per le Elezioni politiche 2006 né in Italia, né per posta da New York. Dopo aver definito Romano Prodi e Silvio Berlusconi «due fottuti idioti» riguardo il voto ha detto: «Perché la gente si umilia votando? Io non ho votato. No! Perché ho una dignità. Se a un certo punto mi fossi turata il naso e avessi votato per uno di loro mi sarei sputata in faccia».

 
 
 

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Post n°518 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da hanteras_varsamt

Un uomo sognava sempre di essere un altro,

finchè sognò di essere un altro

che sognava di essere se stesso.

Il cerchio allora si chiuse e cambiò vita.

Mattino 18 novembre 1998

 

preso da: http://www.silvanodanesi.org/

 

 
 
 

VIERTE REICH

Post n°517 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da hanteras_varsamt

 
 
 

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Post n°516 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da hanteras_varsamt
Foto di aboutnoi

Siamo nell'Ucraina del '700, e un contadino molto povero ha la grande preoccupazione di riuscire a mettere insieme la dote per il matrimonio dell'unica figlia. L'unico bene che possiede è un piccolo tacchino. Il contadino investe tutte le sue energie per nutrire e far crescere questo tacchino. Il tacchino cresce a dismisura. Un giorno il contadino si reca finalmente al mercato del borgo più vicino deciso a vendere il tacchino, ma non ha la più pallida idea di quanti soldi chiedere per l'animale.
Si aggira per il mercato e finalmente vede un banchetto con dei pappagallini che costano tre rubli l'uno. Sollevato prepara il proprio banchetto su cui espone orgoglioso il proprio tacchino. Il compratore non si fa attendere a lungo e dopo aver esaminato l'animale si informa del prezzo. Il contadino risponde che il valore del tacchino è di trenta rubli. Il potenziale acquirente molto indignato per l'esosità della richiesta mostra al contadino i pappagallini del banco adiacente che costano solo tre rubli. Il contadino per nulla scoraggiato replica che il suo tacchino è molto più grande e più pesante. L'uomo, deciso, ribatte che i pappagallini parlano. A questo punto, molto tranquillamente, il contadino conclude dicendo che per contro il suo tacchino pensa.

 
 
 

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Post n°515 pubblicato il 14 Ottobre 2009 da hanteras_varsamt

 
 
 

Libera Follia

Post n°514 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da hanteras_varsamt
Foto di aboutnoi

She does not want to kill innocents, but will if cornered.
Or afraid.

Or "the voices" tell her to.

Or...

 
 
 

aforisma

Post n°513 pubblicato il 26 Settembre 2009 da L_assenza

La differenza tra un genio e uno stupido è che il genio ha dei limiti.
(Anonimo)

 
 
 

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Post n°512 pubblicato il 26 Settembre 2009 da hanteras_varsamt
Foto di aboutnoi

 
 
 

Post N° 511

Post n°511 pubblicato il 25 Settembre 2009 da hanteras_varsamt
Foto di aboutnoi

STRESS

 
 
 

http://www.dnth.org/italiano.htm

Post n°508 pubblicato il 21 Settembre 2009 da L_assenza

La coscienza di Sé dopo la morte clinica

(Vita latente)


Viene qui formulata l'ipotesi di vita intellettiva latente quale stato della coscienza post mortem di ogni essere, stato che permarrebbe per un periodo di tempo imprecisato dopo la cosiddetta morte clinica, e che si annullerebbe solo con il completo dissolvimento dei neuroni del sistema nervoso centrale.
Alla base di tale ipotesi c'è la convinzione che la coscienza sia il risultato dei processi di comunicazione tra i vari tipi di neuroni, non solo di quelli motòri ma anche di quelli associativi e che la normale attività elettrica rilevabile da un elettroencefalogramma sulla cute del cranio di un paziente riguardi gli impulsi nervosi in ingresso o in uscita dai neuroni motòri, di ampiezza e durata tali da poter superare notevoli distanze, mentre gli impulsi elettrici tra i neuroni associativi dovrebbero avere complessivamente valori di tensione più bassi, e quindi difficilmente rilevabili tramite le normali tecniche elettroencefalografiche.
Se l'ipotesi qui formulata fosse suffragata da risultati di ricerche mirate, effettuate su pazienti in coma irreversibile (EEG piatto) e/o su pazienti da poco deceduti, la pietà per i defunti acquisterebbe un significato più profondo e  determinerebbe un assoluto rispetto per il corpo dell'estinto,vietando l'espianto dei suoi organi, in quanto si avrebbe la certezza che non solo i vari organi non cesserebbero di vivere  istantaneamente al cessare del battito cardiaco, riducendo gradatamente le loro funzioni, ma anche la coscienza  di Sé dell'estinto durerebbe un certo periodo di tempo, anche se limitato, dopo la cosiddetta morte clinica. 
  

 

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Oggetto: La coscienza post mortem.
 

Egregio Mr. John,
Le scrivo questa lettera per avere una sua opinione strettamente personale su un argomento molto delicato, quello della "coscienza di sé" della persona dichiarata morta, nel periodo che va dal manifestarsi, nel suo cervello, dell'elettroencefalogramma piatto fino al dissolvimento dei neuroni.
In occasione delle campagne pubblicitarie volte a sensibilizzare la gente sul problema della donazione degli organi si e' sempre insistito, per ciò che concerne la sicurezza del donatore, sulla morte certa in caso di elettroencefalogramma piatto. Direi che più che di morte certa, si dovrebbe parlare di morte presunta, perché non si sa di morti resuscitati che ci possano raccontare del travaglio post mortem della mente.
Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra di ricordare che in passato ci sono stati casi, pur se rari ed eccezionali, di persone dichiarate morte (con arresto cardiaco ed elettroencefalogramma piatto), coinvolte in incidenti stradali, le quali, dopo vari tentativi di rianimazione,  hanno successivamente avuto un "risveglio" ed hanno raccontato agli astanti tutto ciò che era accaduto intorno a loro, dal momento della morte a quello del risveglio, e ciò che veniva raccontato dai "resuscitati" non era frutto di allucinazioni bensì era effettivamente l'accaduto. In quei casi si è parlato di fatti inspiegabili dalla scienza. Io non so se in qualche centro di ricerca si sia mai effettuata una registrazione, tramite le attuali tecniche di risonanza magnetica, dell'attività del cervello dopo la morte, ma penso che ancora non si possa avere, senza l'utilizzazione di sonde "in loco", quella risoluzione della misura sufficiente a registrare l'attività elettrica delle singole sinapsi neuroniche. 
E' infatti a tale attività che si deve il passaggio, da una zona all'altra del cervello, delle informazioni necessarie alla costruzione, nel cervello stesso, della sensazione della "coscienza di sé".
Nell'ipotesi che ricerche mirate abbiano invece dimostrato, tramite metodi di misura innovativi, la presenza di una sia pur debole attività funzionale del cervello post mortem, penso che i risultati di tali ricerche sarebbero mantenuti segreti per vari motivi, non solo perché la loro diffusione potrebbe inficiare seriamente la propaganda sulla donazione degli organi, ma anche e soprattutto perché la relativa notizia metterebbe una grossa ipoteca sulle speranze di vita ultraterrena, sulle quali si basano pressocché tutte le religioni, turbando così la tranquillità di molte popolazioni.
Certo, il morto, nel quale si siano verificati i primi fenomeni di decomposizione organica, non può più, allo stato attuale dell'arte medica, tornare alla vita, anche nell'ipotesi di una sua "coscienza di sé" limitata nel tempo.
Ma mentre è normale pensare che la vita sia essenzialmente comunicazione dell'essere con se stesso e con il mondo esterno, non è invece lecito pensare, neppure per un istante, che l'eventuale "coscienza di sé" dell'estinto possa essere assimilabile a un flebile rigurgito della sua mente, utile solo a lui ma non alla comunità. Né si può affermare, cinicamente, che "non importa se il morto ha qualche sprazzo di coscienza, tanto quest'ultima è destinata ad annullarsi". 
Ebbene, io non so se tale "coscienza di sé" della persona morta duri secondi, ore o giorni, ma la mia mente ha un sobbalzo all'ipotesi che anch'io, quando sarà giunto il mio momento, affetto dalla paralisi mortale, dovrò assistere impotente al dissolvimento del mio corpo. Tuttavia, pensando che questo è il destino di tutti gli esseri viventi e ripensando ai principi religiosi inculcatimi nell'infanzia, mi consolo illudendomi della possibilità di un'altra vita, che forse ci sarà, forse non ci sarà. E poi, anche se non ci fosse, l'importante è fingere di credere che ci sarà, perché ciò aiuta la ragione ad affrontare il tremendo pensiero dell'ineluttabile annullamento dell'essere. Ma sono anche certo che se l'uomo avesse la prova definitiva dell'annullamento del proprio essere con la morte fisica, egli, essendo fondamentalmente pragmatico,  non sprofonderebbe affatto nella disperazione ma, dopo un periodo di preoccupazione e di smarrimento, rimuoverebbe semplicemente il problema dalla sua mente.
Tornando alla donazione degli organi, prenderei ora in considerazione le due ipotesi:
1) Con l'elettroencefalogramma piatto la "coscienza di sé" del "de cuius" cessa immediatamente di esistere e quindi non si reca danno alla sua mente se si estraggono organi dal suo corpo.
2) Con l'elettroencefalogramma piatto il "dichiarato morto" ha ancora "coscienza di sé" per un certo periodo di tempo, che si potrebbe definire di vita latente. Durante tale periodo  egli, anche se in assenza di dolore fisico per la paralisi dei collegamenti nervosi tra il cervello e la periferia, avrebbe la sensazione di essere squartato vivo mentre vengono asportati gli organi dal suo corpo.
Mi sono spesso chiesto  perché l'uomo in vita, invece  di rompere la pace dell'estinto, non perfezioni le tecniche di realizzazione degli organi artificiali e della loro produzione in serie, o non utilizzi l'ingegneria genetica per attivare la rigenerazione, nel corpo vivente, dell'organo malato o perduto, con un meccanismo simile a quello della ricrescita della coda nelle lucertole. Tale comportamento umano sarà forse perché, per fare alcuni esempi, con la tecnologia attuale dei sensori o dei dispositivi optoelettronici non si è ancora raggiunta la perfezione di un occhio naturale, o perché le attuali pompe meccaniche non possono ancora uguagliare la perfezione di un cuore vero. Ma la spiegazione di tale comportamento potrebbe anche essere quella, molto più semplice e deludente, che un organo donato costa molto di meno di un organo artificiale.
Egregio Mr. John, io non appartengo a nessuna associazione contro la donazione degli organi e questa mia lettera ha solo lo scopo di evidenziare il problema dell'accertamento pieno della morte, al di là di ogni ragionevole dubbio, problema che a mio parere non è stato ancora abbastanza approfondito. Se l'ipotesi di vita latente espressa nella lettera fosse verificata (e chi, scienziato, ricercatore o medico, sa qualcosa deve parlare!), con l'espianto degli organi entreremmo tutti in un'era di barbarie. In attesa di un Suo commento,  Le invio cordiali saluti.     Ignazio Farnè
Roma, il 18 Marzo 1999


 

 
 
 

ayo

Post n°507 pubblicato il 08 Settembre 2009 da L_assenza

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

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Post n°505 pubblicato il 04 Settembre 2009 da hanteras_varsamt
Foto di aboutnoi

TESTE MOZZATE DI BRIGANTI

 

Teste mozzate sanguinolenti in gabbie di vetro esposte come monito dai piemontesi all'ingresso di Isernia.

da: 

"Briganti & Partigiani" - Campania Bella, 1997

 
 
 
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