Un po' di noi...

Annuncio del ministro Gelmini: dal prossimo anno scolastico stop alle “classi ghetto” nelle quali i figli di immigrati superano gli studenti italiani

di Andrea Accorsi

Tetto del 30 per cento per gli studenti stranieri nelle classi italiane. Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, sposa la linea indicata dalla Lega per l’integrazione a scuola, fissando un limite alla percentuale di figli di immigrati negli istituti di ogni ordine e grado. Così, da un lato si evita il formarsi di “classi ghetto” e dall’altro si permette agli alunni italiani di completare regolarmente i programmi di apprendimento.
Il tetto, come prevede una nota inviata dal ministero a tutte le scuole, sarà introdotto gradualmente dal prossimo anno scolastico, a partire dalle classi prime sia della scuola primaria che della scuola secondaria di I e II grado. Basta dunque alle classi nelle quali la presenza di alunni stranieri supera quella degli studenti italiani, come succede in alcune grandi città, dove si registrano addirittura alcuni casi di classi formate solo da immigrati.
«Spesso - ha affermato il ministro Gelmini - ci si è voluti dividere agitando una ingiustificata polemica di tipo ideologico. La scuola deve essere il luogo dell’integrazione. I nostri istituti sono pronti ad accogliere tutte le culture e i bambini del mondo. Alla stesso modo la scuola italiana deve mantenere con orgoglio le proprie tradizioni storiche e insegnare la cultura del nostro Paese».
Nell’anno scolastico 2008/2009, secondo il 19° Rapporto Caritas-Migrantes sull’immigrazione, gli alunni con genitori stranieri sono saliti a 628.937 su un totale di 8.943.796 iscritti, per un’incidenza del 7%. L’aumento annuale è stato di 54.800 unità, pari a circa il 10%. L’incidenza più elevata si registra nelle scuole elementari (8,3%) e, a livello regionale, in Emilia-Romagna e in Umbria, dove viene superato il 12%. Di questi studenti, uno ogni 6 è romeno, uno ogni 7 albanese e uno ogni 8 marocchino, ma si rileva una miriade di nazionalità.
Il ministero assegnerà apposite risorse finanziarie per gli interventi di sostegno alle scuole per l’inserimento di bambini stranieri. Ulteriori finanziamenti saranno previsti per le scuole dei territori con alta presenza di cittadini stranieri. Il provvedimento ribadisce poi che i minori stranieri sono soggetti all’obbligo d’istruzione e che le modalità di iscrizione alle scuole italiane devono seguire i modi e le condizioni previste per i minori italiani.
Per evitare concentrazioni di iscrizioni di alunni stranieri, spiega il documento diffuso dal ministero, si dovranno realizzare “accordi di rete” tra le scuole e gli Enti locali. Gli Uffici scolastici regionali, di intesa con gli Enti territoriali, comunque, potranno autonomamente definire quanti bambini stranieri per classe si potranno iscrivere alle scuole del proprio territorio. Il limite del 30% potrà essere innalzato, su decisione del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, in presenza di alunni stranieri già in possesso delle adeguate competenze linguistiche. Viceversa, tale limite potrà essere ridotto in presenza di alunni stranieri che dimostrino all’atto dell’iscrizione una padronanza della lingua italiana ancora inadeguata a una piena partecipazione all’attività didattica. Discrimine fondamentale per stabilire il numero dei ragazzi stranieri nelle classi, insomma, sarà la conoscenza della lingua italiana, per favorire la quale sono previste anche ore di insegnamento specifiche.
«Oltre al tetto - ha osservato ancora Mariastella Gelmini - è fondamentale prevedere classi di inserimento di durata limitata per poter insegnare la nostra lingua a chi è appena arrivato in Italia ad un livello sufficiente per non sentirsi in difficoltà con i coetanei. Questi momenti di inserimento si svolgeranno sia la mattina che il pomeriggio, mentre nella scuola media potrà essere usata per lo studio dell’italiano una parte di ore della seconda lingua».

dalla Padania del 9.1.10