Creato da itardilabirinti il 10/10/2009

la partita

debole re, pedone scaltro, indomita regina, sghembo alfiere, torre eretta sul bianco ed il nero del tracciato cercano e sferrano la loro ( inutile) lotta armata

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il mare

Post n°149 pubblicato il 14 Agosto 2010 da itardilabirinti

è ferragosto ed il cielo è da ore sconvolto da nubi enormi, corrono in fuga da ovest ad est, la direzione opposta al loro corretto senso di marcia, piove a fiumi, sopra non sembra un cileo ma un mare in tempesta.. un mare in tempesta .. mi chiedo se sono il solo a vederlo, se in realtà tutto non accade che dentro di me, del resto nessuno sembra accorgersi mai di nulla, io neppure, io neppure ..

lontano urla una sirena

 
 
 

diversità

Post n°148 pubblicato il 13 Agosto 2010 da itardilabirinti

Piove oggi. Gocce pesanti.
Mi sembra impossibile che altrove vi sia caldo e sole e giovani donne colorate a cercare i raggi che rendono d'ebano la pelle.
Mi sembra impossibile.
D'istinto
,  immagino il mondo coperto, come qui da me ora,  da un cielo del giorno dei morti.
Sarà per questo che nascono incomprensioni, sarà per questo. Sarà perchè io, non ho il dono naturale di pensare naturalmente che gli altri siano diversi da me, che il loro agire o riflettere sia mosso da schemi diversi dai miei, da percorsi logici che non ricalcano quelli che io percorro.
Sarà per questo.
Lo ammetto. Io, la diversità degli altri la debbo conquistare, ci devo pensare, riflettere, ragionare, la debbo spingere giù questa comprensione, spingere giù, giù dalla testa fino al cuore. E mi costa sempre impegno, fatica e concentrazione.
Proprio come ora mi costa fatica, immaginare le persone, distese in spiaggia nel sole.

 

 
 
 

rosa e lia

Post n°147 pubblicato il 11 Agosto 2010 da itardilabirinti

L'avevo promesso ad un amica, lo avrei riletto per lei sola, giacchè quell'altra volta, la volta in cui non c'era ed io lo lessi, lei non c'era. Glie lo avevo promesso, ma mi son scordato.Eppoi non è neppure giorno, non è giornata no, non è umore per legger prosa colorata di rosso acceso e calda, calda come il sole siciliano. E' piuttosto giorno di umori neri, di pece nera scura versata su alfalto nero caldo, nero e caldo in questa città deserta di suoni e di piacere, vuota di emozione, fasulla, spercata, grigia polverosa, triste come quei buchi scavati dalla talpa, quei crateri aperti per politici guadagni. Questa città che tanto mi assomiglia, in cui mi specchio, in cui mi schifo. Non la città di fuori intendo, no, la città di dentro.
L'avevo promesso ad un  amica ma me ne son scordato. Che del resto, scordarmi, è la cosa che meglio so fare. Anzi no, non scordarmi, ma  fare finta che mi son scordato. E crederci.

"Rosalia. Rosa e Lia. Rosa che ha inebriato, rosa che ha confuso, rosa che ha sventato, rosa che ha róso, il mio cervello s'è mangiato. Rosa che non è rosa, rosa che è datura, gelsomino, bàlico e viola; rosa che è pomelia, magnolia, zàgara e cardenia. Poi il tramonto, al vespero, quando nel cielo appare la sfera d'opalina, e l'aere sfervora, cala misericordia di frescura e la brezza del mare valica il cancello del giardino, scorre fra colonnette e palme del chiostro in clausura, coglie, coinvolge, spande odorosi fiati, olezzi distillati, balsami grommosi. Rosa che punto m'ha, ahi!, con la sua spina velenosa in su nel cuore."

 

 
 
 

defraudato

Post n°146 pubblicato il 06 Agosto 2010 da itardilabirinti

pregavo in quel tempo , per come ne sono capace ovvio, pregavo che il mio dolore potesse fare una sorta di equilibrio con la tua felicità, immaginavo, correndo e piangendo fra le foreste del sud del mondo, immaginavo te sorridente e felice, e io stesso ero un pò meno triste, rasserenato un pò, dalla tua serenità, e quando sentivo l'onda crescere, quando percepivo tutta quella massa di dolore avvicinarsi, mi ripiegavo su me stesso, come un bambino, e come un bambino pensavo, speravo, urlavo in silenzo : che almeno lei sia felice, che il mio dolore e la sua felicità siano uguali in intensità, non importa se di segno opposto

adesso che tu non sei più tu, adesso che sei solo un viso amico fra la folla, adesso che il tuo sguardo non mi lascia più bruciature sulla pelle, adesso scopro, adesso mi raccontano che no, non stavi bene allora,  che soffrivi forse o che comunque eri infelice

e mi sento defraudato adesso, come se qualcuno avesse rubato la dignità del mio dolore, la dignità del  mio soffrire

 
 
 

la passione

Post n°145 pubblicato il 31 Luglio 2010 da itardilabirinti

è durata poco la tua passione, amica mia, lo amavi alla follia, era ragione di vita, era il tuo complice, era colui in cui tutto c'era, è durata poco la tua passione, stasera già sorridi per un altro, stasera già ti sposti nella stanza di fianco per rispondere al telefono, stasera mi dici, perdonami se domani se non rispetterò l'impegno di scalare con te... io ti bacio, ti benedico, verso ancora un goccio di vino mentre ti ascolto scendere le scale e correre verso il tuo nuovo amore, io sorrido di gioia, sorrido di tenerezza, sorrido di dolcezza, ma non posso non pensare che la tua passione e durata davvero poco.. davvero poco..

 
 
 

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