NUOVO SITO

Post n°20 pubblicato il 09 Aprile 2006 da acquaincomune

E' stato attivato il nuovo sito del Comitato Civico contro la Privatizzazione dell'Acqua "acquaincomune" al seguente indirizzo

www.acquaincomune.com

 
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Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 12 Marzo 2006 da acquaincomune

 

Napoli, lì 11/03/2006

Gentile Sindaco del Comune di____________________


G.le Presidente del Consiglio del Comune di__________________


Gentili Consiglieri del comune di__________________


Le auguriamo ogni bene.

Lei avrà già saputo che l’ATO 1 (Palermo e Comuni della Provincia) rischia di trasformare un bene così essenziale come l’acqua in merce. Le chiediamo di riflettere su questo: si tratta di vita o di morte per le nostre classi deboli ma anche per i più poveri del mondo. Se oggi muoiono di fame 50 milioni di persone all’anno, domani ne moriranno di sete 100 milioni all’anno. Per la nostra gente vuol dire che le bollette dell’acqua cresceranno da 100 al 200%. E a chi si rifiuta di pagare verrà tagliata l’acqua. La grande domanda ormai è: “E’ lecito ad un comune tagliare l’acqua a chi non la può pagare?”.

L’acqua insieme all’aria è uno di quei beni fondamentali senza i quali non si può vivere. Possiamo vivere senza petrolio ma non senza acqua. Per cui non si può permettere al privato di entrare nel settore acqua. Il privato necessariamente fa affari. Si possono fare affari con l’acqua sulla pelle dei cittadini? Per questo il grande quesito oggi è: l’acqua è fonte di vita o fonte di lucro?

Per questo le chiediamo che convochi il consiglio comunale e discuta questo problema. Altresì le chiediamo di interpellare tutti i cittadini del comune per renderli edotti del problema acqua e sentire la loro opinione.

Le chiediamo inoltre che lunedì prossimo 13/3/2006 quando i sindaci della Provincia di Palermo si riuniranno lei si opponga alla privatizzazione dell’acqua in corso e voti a favore dell’acqua pubblica gestita da una società a totale capitale pubblico sotto l’occhio vigile dei cittadini.

Sono sicuro che non deluderà le aspettative dei suoi cittadini. Ogni bene.

P. Alex Zanotelli

 
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Iniziative MARZO 2006

Post n°18 pubblicato il 12 Marzo 2006 da acquaincomune

Iniziative di fondamentale importanza a cui gli aderenti al Comitato ed i cittadini della Provincia di Palermo non possono mancare:
 

- Lunedi 13 alle 15.30          ASSEMBLEA DEGLI 82 SINDACI DELLA PROVINCIA DI PALERMO AD ALTOFONTE
 

- Martedi 14 alle 18.00        RIUNIONE OPERATIVA DEL COMITATO PRESSO IL CEPES IN VIA P.PE DI SCORDIA, 87
 

- Venerdi 17 a Gela            RIUNIONE DEL CANTIERE ISTITUITO DA RITA BORSELLINO PER ACQUA - RIFIUTI - ENERGIA, è auspicabile la presenza di una rappresentanza del Comitato Civico “acquaincomune”
 

- Domenica 26 alle 10.30    SIT-IN IN PIAZZA MASSIMO CON LA PARTECIPAZIONE DI ALEX ZANOTELLI
 

- Martedi 28 alle 17.00       MANIFESTAZIONE CON CORTEO DA PIAZZA MASSIMO VERSO PIAZZA PRETORIA
 

PASSAPAROLA!!!

 
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Appuntamenti Comitato

Post n°17 pubblicato il 08 Marzo 2006 da acquaincomune
 
Tag: Avvisi

Tutti gli aderenti al comitato civico "acquaincomune" sono pregati di essere presenti alla riunione organizzativa sabato 11 marzo alle ore 10.00 presso il CEPES di via P.pe di Scordia, 87.
 
E' MOLTO IMPORTANTE per il prosieguo delle nostre attività.
 
L'ex-Carcere aveva dato la disponibilità della sede ma dopo un giro di telefonate la maggioranza ha preferito un luogo più centrale, si ringrazia l'ex-Carcere per la sua disponibilità.
 
Inoltre per domenica 12 marzo si è stabilito di effettuare un'intera giornata di raccolta firme in centro (si sta richiedendo l'occupazione del suolo pubblico) è gradita la partecipazione di tutti gli aderenti al Comitato, indicando al più presto la fascia oraria che ognuno è disponibile a coprire.
Grazie 
il Comitato Civico "acquaincomune"

 
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State con l'acqua o con i ladri d'acqua?

Post n°16 pubblicato il 08 Marzo 2006 da acquaincomune

 

Da Liberazione, 8 dicembre

di Alex Zanotelli


In certe occasioni occorre avere il coraggio di dire le cose come stanno, bisogna saper usare anche espressioni forti se è il caso. E questa volta è davvero il caso. L'umanità è di fronte ad un bivio, lo scrivo oggi su Liberazione e l'ho detto qualche mese fa ai parlamentari di Strasburgo: se non si cambierà rotta, il ricco occidente sarà artefice e complice di genocidio verso la popolazione povera del pianeta. A che cosa mi riferisco?

Alla privatizzazione dei beni comuni, nello specifico dell'acqua. La questione non è attuale perché riguarda direttamente oltre cento comuni del napoletano, Napoli compresa, ma perché investe l'intero pianeta. E perché a pagarne le care conseguenze saranno come al solito i più poveri. Quello che sta accadendo a Napoli e dintorni è davvero incredibile e noi, società civile, partiti politici, istituzioni, associazioni, cittadini comuni, siamo chiamati ad un impegno a tutto campo perché il peggio venga scongiurato, perché alla gente vengano offerti semmai più servizi e più opportunità di sviluppo, perché non si ripeta quanto già verificatosi in Colombia. A Cochabamba una multinazionale californiana si è impadronita dell'acqua - sì, proprio impadronita, le multinazionali non sono estranee a certe pratiche - finché la popolazione non è insorta e si è ripresa quanto le spettava per diritto universale. Sapete che cosa è avvenuto in quella città colombiana? Che i prezzi dell'acqua dall'oggi al domani sono cresciuti del 200% e la gente è scoppiata in rivolta. Questo ha segnato una clamorosa sconfitta per la multinazionale e per la vergogna della privatizzazione. Una svolta storica possiamo chiamarla.

Ecco, noi vorremmo che non si arrivasse a tanto, che qui da noi non ci fosse alcuna rivolta per il semplice motivo che non ci sarà alcun "furto" dell'acqua. Sarà possibile che ciò accada? Certo è che noi non ci daremo per vinti, venderemo cara la pelle - come si dice in gergo - a difesa di questo bene comune prezioso tanto quanto l'aria. A proposito di aria: e se un giorno pensassero di privatizzare anche questa? Quanto dovremmo pagare per ogni respiro? Non c'è da stare affatto allegri.

Questo giornale ha avuto il coraggio e la bella idea - penso unico in Italia - di pubblicare domenica per intero l'appello in difesa dell'acqua come bene pubblico comune. Oggi, sempre dalle colonne di questo giornale, voglio confermare con forza quell'appello e parlare non solo di Napoli e dintorni, ma di quanto accade nel resto del mondo. Tutti mi domandano e ci domandiamo: ma perché si privatizza anche l'acqua? E che cosa accadrà poi, il prezioso liquido continuerà ad uscire dal rubinetto? Di sicuro accadrà poco a chi ha a disposizione denaro in abbondanza per comprarsi le bollicine in bottiglia. Sarà un dramma per gli altri. Ma è il principio che rivela il suo marcio fin dalla radice. Se tra l'indifferenza generale dovesse passare l'idea che un bene comune può essere privatizzato, allora sì che saremmo alla catastrofe del pianeta. Alla degenerazione morale. Da noi e altrove si privatizza l'acqua e il sistema idrico generale, fogne incluse, per un semplice motivo: perché agli enti  locali fanno gola i finanziamenti messi a disposizione dall'Unione europea.

E le multinazionali sono lì in agguato. Per farsi un'idea dello scenario che abbiamo davanti, è sufficiente ricordare che le prime otto multinazionali dell'acqua al mondo sono europee. Quanto basta per tremare. Ma andiamo oltre i nostri confini. Nel 2005 il Trattato Gats di Hong Kong vedrà al tavolo delle consultazioni non i singoli Stati, ma l'Unione europea, e in quella sede si giocherà una partita decisiva per le sorti dell'umanità Se è vero, come sembra, che l'Ue si mostrerà disponibile alla privatizzazione dei servizi e della stessa acqua, l'indignazione dei popoli forse non basterà più a fermare lo scempio. Dobbiamo fare qualcosa prima che la situazione precipiti.

Altri numeri? Eccoli: oggi nel mondo un miliardo e mezzo di persone vive - se vive e come vive - senza acqua. Il 54% degli africani non ha accesso all'acqua, così come l'85% della popolazione dell'America latina, il 75% di quella dell'Asia orientale. Cinque milioni di persone l'anno muoiono per mancanza d'acqua, aggrediti da malattie da noi curabili. Tutta gente disperata, gente che si vede calpestata e mortificata nei propri diritti elementari. Fin quando si potrà andare avanti così?

Tutti noi siamo chiamati a fare qualcosa, a mobilitare le coscienze, a gridare vergogna, a lanciare campagne. In una parola, a non arrenderci. La prima cosa da fare - e qui penso soprattutto a Napoli - è politicizzare l'intera questione, ridare alla politica quel ruolo preminente e decisivo che pare essersi perso negli ultimi tempi. Non la politica politicante, ma  l'impegno sul territorio, al fianco della gente, degli operai, dei pensionati. La politica che sposa le vertenze locali e globali.

La politica come sana passione fatta al di fuori dei Palazzi. Bisogna aiutare la gente a capire l'importanza del problema acqua, divenuto oggi emblema della riduzione a merce dei beni comuni. Possiamo usare il termine coscientizzazione della politica per indicare un passaggio che vede il coinvolgimento dei cittadini insieme ai partiti, alle istituzioni, all'arcipelago della società civile. A Napoli finora non c'è stato un vero dibattito sulla privatizzazione dell'acqua, tutto è stato confinato  ad alto livello e questo è un male. Io credo che le giunte, sia quella comunale che quella regionale e anche la provinciale, abbiano la giusta sensibilità, ma temo altresì che i soldi alla fine possano risultare decisivi nella scelta da compiere. Ai partiti chiedo più chiarezza, più coraggio, più voglia di scendere in campo vicino alla gente. Chiedo che dicano in maniera chiara con chi stanno: se con l'acqua bene pubblico o con l'acqua da privatizzare e ridurre a merce. Noi poi sapremo organizzare la nostra Resistenza dal basso. Certo, non possiamo rassegnarci all'idea che la politica oggi abbia solo un ruolo decorativo. Né lasciare carta bianca alle multinazionali della finanza. Dall'acqua di Napoli può partire la riscossa dei popoli.

Alex Zanotelli

 
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