Creato da mrclicquot il 21/08/2007

SOLITA MENTE

pensieri di viaggio: una canzone al giorno

 

 

30 anni: come sarò ai 40?

Post n°13 pubblicato il 28 Luglio 2010 da mrclicquot

Dunque, realizzo solo ora, dopo circa 3 mesi che ho 30 anni.

No, niente crisi. Nemmeno grossi timori. O meglio, nessuno timore si è aggiunto alla mia lista di quando avevo 29, 28, 27...anni.

Direi che ora si tratta di cambio di percezioni. Non lo posso negare, ora sono un adulto. Ma... mi domando cosa voglia dire essere adulto!

Quando si è piccoli si hanno chiare idee di cosa sia un adulto. Ricordo che attorno ai miei 14 anni avevo le idee chiare sull'essere adulto: avrei avuto il corpo di un uomo. Un uomo vero, con tanto di peli, struttura ossea e genitali maturi. Poi pensavo che probabilmente per quanto lo scongiurassi avrei inziato a fare tutti quei discorsi noiosi da adulto, che avrei avuto un lavoro di quelli che non è come andare a scuola che ci vai, impari, ma non sai esattamnete ciò che stai  facendo. Avrei avuto un lavoro in cui sapevo quale fossero il mio ruolo, le mie competenze ed i miei obiettivi. E poi avrei pianificato le mie vacanze, arredato la mia casa e avuto il mio giro di amici, sempre quelli.

Devo confessare che confrontandomi ora con le mie aspettative adolescenziali posso solo dire che posso marcare la casella corpo, per quanto nelle mie fantasie mi ero visto più in carne di quel che sono. Non che fosse un requisito fondamentale ma, probabilmente, essendo ai tempi circondato per lo più da adulti in sovrappeso credo fosse una peculiarità trasferitasi automaticamnte nel mio immaginario. Certo qualche chilo in più non guasterebbe. Se possibile per lo più di massa magra su petto, braccia e glutei grazie.

Comunque no, non ci siamo. Non sono quel genere di adulto. E allora che adulto sono? E' una domanda importante... perchè mi chiedo che uomo maturo voglio diventare.

Eh si... strana la domanda... Non me ne ero mai poste di domande così. Ma il fatto è che mi pongo queste domande perchè mi rendo conto ben bene solo ora dell'importanza dei propri desideri.

Io a 20 anni ero confuso, incasinato, complicato e pieno di desideri. I desideri erano quelle cose che creavano battaglie dentro, nella pancia e nello stomaco. Queste battaglie creavano discontinuità d'azione, intrecciarsi di pensieri... (da qui la complicatezza e la confusione). Però i desideri portavano all'azione, mi ispiravano... e mi hanno fatto lavorare tanto. Tantissimo. E tramite il lavoro...  piano piano tutti quei desideri... beh... si sono avverati tutti. Ho lavorato tanto ma anche qualche bella botta di culo è arrivata al momento giusto.

Tutta questo discorso sui desideri è dovuto per spiegare per bene la ragione delle mie domande... Il ragionamento, tradotto ai minimi termini è: io sono il trentenne che sono "a causa" dei desideri che avevo a 20 anni. A 20 anni uno ha desideri e basta. Non si pone la ragione, non fa compromessi sui propri desideri. Ora però grazie all'esperienza mi rendo conto che i desideri che ho e maturo ora, creeranno il 40enne di domani. Capito?! Questa è la situazione.

E sono bloccato.

Eh si perchè se da una parte la mia mente, con la stessa ingenuità di un 14enne che si immagina come si è a 30 anni, pensa a tutto quello che è necessario essere ed avere a 40 anni, dall'altra parte il cuore, sede centrale della trasformazione e maturazione dei desideri, viene schiacciato da tutto questo vociare e sembra rimanere zitto.

Bel dilemma. Certo uno direbbe la meditazione sarebbe la cosa migliore. Un taglio netto al vociferare della mente. E sono anni che la mia guru tibetana mi dice che devo mediatre regolarmente, che assolutamnete non è un'opzione. E' l'unico modo. Ed io: non ce la faccio. Soprattutto alla mattina. Ma non ce la faccio in genere. Non riesco ad essere regolare.

Ma senza regolarità dubito che con una seduta o due di meditazione arrivi l'illuminazione...

Ma la ragione di questa irregolarità? Beh... ancora non mi è chiara. Questa cosa credo faccia risorsa a monte. Proprio là dove la mia mente in genere si incasina. Là dove partono le pippe mentali, i periodi di vuoto assoluto,  i vuoti di memoria, i vuoti d'aria (vedi precedente post per definizione personale di vuoto d'aria...).

La soluzione a tutto questo? La mia mente mi dice sempre la stessa cosa: smetti di fumare, inzia una dieta appropriata (ho scoperto che la dieta a zone sembra essere l'ideale per me), fai attività fisica mirata alla costruzione di un corpo più forte. Prenditi cura della pelle (inizio in effetti a sviluppare quei classici difettucci di cui si ha bisogno di quel tipo di cura minimo ma continuo... tipo peletti da naso e orecchie, strane impurità dle viso, rughettine d'espressione che aride minacciano di trasformari in gran canyon). Smetti di bere caffè, di mangiare zuccheri bianchi raffinati in quantità industriali, prodotti pieni di conservanti.

Ecco. Quindi, dico io... ecco quello che la mia mente mi proprone come strategia d'azione. In parole povere: mi disintossico, riesco finalmente a meditare, trovo la soluzione al mio indovinello. Ecco... ne varrà la pena? Eh si che la consapevolezza è sempre a doppio taglio tra l'altro. Se da una parte ti focalizza, spesso ti isola, ti appesantisce... Beh... questa è anche consapevolezza fatta male. In effetti credo che i più saggi della terra non siano poi persone così tanto depresse, anzi. Eh si ma manco a dire che io posso essere un perfetto essere spirituale e che riesca poi ad avere gli stessi effetti di un ritiro sui monti tibetani per 7 anni attraverso una semplice detossificazione e la pratica della meditazione...

Mmh... ho la sensazione di essermi incartato. Sia un pò nello sviluppo della mia filosofia che in questo post.

Dunque, proviamo. Proviamo a fare qualche passo in questa direzione e vediamo che succede. In fondo ho qualche giorno assolutamente libero e mi trovo da solo ad Amsterdam e devo assolutamente trovare il modo per riempire le mie giornate no??

Che palle... non è che la vita poteva portarmi a riempire le giornate che ne so con qualche bella giornata in una vera vacanza?? No qui, fermo ad Amsterdam di fine luglioa  cercare di dare una svolta "adulta" alla mia vita... yes yes whatever...

 

 

 
 
 

lo spazio tra lo sterno e il cuore

Post n°12 pubblicato il 16 Giugno 2009 da mrclicquot

E' tempo che non scrivo nel blog.

Nel periodo in cui ho scritto ero in una fase di cambiamento.

E ora sto per affrontare un'altra grossa fase di cambiamento e...zac! Ecco che il desiderio di tenere un blog si rifà viva. E dire che ultimamente sto tenendo assiduamente diario. Ma no. Io ora ho bisogno di blog. Perchè il mio diario si sta facendo sempre più pericoloso. Lì, libero da qualsiasi pressione, da qualsiasi occhi esterno, la mia penna inzia a vomitare strane fantasie, pensieri assordanti che non hanno eco e giri di parole che non vanno da nessuna parte.

Ecco perchè mi serve un blog. Non so se qualcuno legga ma il "pericolo" che qualcuno possa leggere mi aiuta un pò a mettere un pò di ordine a tutte le parole che cercano la strada per uscire dalla mente.

Ed eccomi qua. Dopo un preambolo di scuse (forse più per me stesso che per il possibile lettore): mi sto per laureare!

Finalmente a fine mese il fatidico pezzo di carta!! Eh si che pezzi carta per l'arte non contano parecchio...

Ma sicuramente un punto a favore per la squadra "sogni realizzati". 6 anni fa questo momento poteva esistere solo in una fantasia ed invece ora lo sto vivendo... Congratulazioni Mr Clicquot!

Mi sono accorto negli ultimi tempi che la maggior parte dei miei sogni si sono realizzati.

Io realizzo i miei sogni. E questo mi spaventa.

Perchè mi rendo conto che quando ho un sogno, quando riesco a nominare con esattezza un desiderio allora abbasso la  testa e inizio a lavorare duramente fino a che quel desiderio non diventi realtà. E questo vuol dire duro lavoro. Duro lavoro e decisioni bestiali. Scelte dolorose e difficili.

Beh ora la metto nera. Ma seguire un sogno vuol dire anche il cuore che ti batte forte, le mani che ti sudano pensando forte a quel che vuoi, i sogni che ti pralno la notte, leggere dappertutto segni del destino e sviluppare anche una fortissima concentrazione.

Ma nonostante tutto il bello che ci sia nel seguire i propri sogni io ora SO CHE DIVENTANO REALTA'.

E questa consapevolezza mi spaventa. Causa la gran fatica che ho dovuto affrontare negli ultimi anni, inizio a prendere distanza dai miei desideri. Mi fanno paura. Ho paura che mi portino di nuovo di fronte a prove di estrema fatica e schiavitù.

Ho inziato a pensare che in un certo qual modo guardare i desideri che ho oggi è un pò come guardare alla persona che sarò domani. Questo mi spaventa.

Perchè i miei sogni sono sogni di solitaria bellezza. Sono sogni dove io sono in scenari da favola ma non c'è niente altro che favola attorno a me.

Ed inizio veramente a sentirmi un pò solo. Inizio veramente a pensare che forse non posso farcela per sempre da solo... vorrei avere dei sogni differenti...

Vorrei avere dei sogni sociali. Invece no. I miei desideri sono sempre monoposto. Viaggiano troppo veloci per la maggior parte delle persone e si esprimono in linguaggi sconosciuti ai più.

No, non voglio farmi il viaggio dell'artista maledetto ed incompreso. Anche perchè la situazione era tale e quale quando ero solo un tecnico di laboratorio. O meglio, era tale e quale quando avevo 8 anni. Forse anche 5. L'unica cosa che è cambiata è che ora posso permettermi di sviluppare un linguaggio attorno a questa cosa.

Questa cosa... mmh... cos'è questa cosa? Di cosa sto parlando? Solitudine? Paura?

No penso non si tratti di una cosa solo negativa. Anzi.

E' per lo più un paradosso. Si ecco un enorme paradosso. Una specie di formula che costringe due in uno. Una sensazione sovversiva e costituente.

Ma forse questa è essenza di vita... In questo periodo continuo a svegliarmi la notte e rendermi conto che la vita finisce. Che moriremo tutti. Ma in quei momenti tra sonno e veglia questa consapevolezza risuona nel mio corpo diversamente da come può apparire nero su bianco su questo monitor. Risuona come una specie di sprono a cercare diversamente. Non da qualche altra parte, semplicemente diversamente. Non tanto lontano, forse solo qualche centimentro più a sinistra, lì tra lo spazio tra lo sterno e il cuore.

 

 
 
 

"30 sec"

Post n°11 pubblicato il 30 Dicembre 2007 da mrclicquot

Un altro anno se ne sta per andare. E in questo periodo e' facile tirare somme, perdersi in statistiche mentali sulla propria vita. Successi, insuccessi, parole, azioni, desideri. Le cose di tutti i giorni. Ma proprio in questo periodo i pensieri assumono toni perentori, ci si trasforma volentieri nei migliori consiglieri di se stessi.

Quest'anno ho deciso di evitare come la morte tutte le frasi che iniziano con "da gennaio inizio/smetto.." o "ad anno nuovo cambio...". Basta. 28 capodanni mi hanno insegnato a non credere a questi buoni propositi formulati tra un consumo di panettone e un punch al cioccolato. E allora  come porsi di fronte all'anno nuovo? Far finta che la celebrazione di capodanno non esista e' un trucchetto che ho provato qualche volta senza successo. La celebrazione è li', intorno a te e nella tua testa. E comunque non è solo una questione di cambiare il numerino finale della data dell'anno. Il momento di riflessione è inevitabile: è cosi' facile cadere nella formulazione dei mille nuovi desideri da relizzare, solo per dare una sensazione di risoluzione alle insoddisfazioni che, la digestione, rallentata da lasagne torroni e parenti, ha portato in superficie in agglomerati torpidi mescolati ai gas gastrici. 

Inizio a trovarmi sempre piu' d'accordo con l'idea dell'inesistenza di una soluzione di continuità. Non sono date, termini e periodi a colorare la mia esistenza. Sono contenitori attraverso i quali, la mia vita, puo' essere raccontata e spiegata. Alla mezzanotte di domani sera non cambierà nulla. Alla mezzanote di domani sera avro' la sensazione e la voglia di cambiamento. Alla mezzanotte di domani sera pensero' a delle persone che comunque sono sempre nella mia mente. Alla mezzanotte di domani sera vorrei che assieme ai fuochi d'artificio esplodessero in una pioggia di colori le mie emozioni e miei pensieri così, la mattina dopo, farei pulizia dei petardi esplosi e godrei delle semplici aspettative di una giornata festiva di sole.

Una giornata che, vissuta fino al termine si rivelerebbe solo una giornata come le altre.

Negli ultimi mesi sono stato assorbito da milioni di attività. Non ho scritto per mancanza di tempo e di internet a casa... ma ci sarebbero stati mille pensieri, viaggi e canzoni da imprimere nella memoria virtuale... Pazienza...

Ritornato dopo tanto e in un periodo particolare come questo e' difficile scegliere la giusta colonna sonora... credo che un pò alla John Cage evitero' per oggi un pezzo definito e creero' apposta per l'occasione un pezzo speciale che intitolero' "30 sec". Se si chiudono gli occhi e si trattiene il respiro per circa 30 secondi si arriva ad ascoltare il suono del proprio battito cardiaco... ecco credo sia la colonna sonora piu' appropriata per terminare un anno e inziarne uno nuovo... Se si ascolta bene... quello del cuore è un suono che non cambia mai...

 
 
 

... a corpo libero

Post n°10 pubblicato il 18 Settembre 2007 da mrclicquot
Foto di mrclicquot

Philip Glass. Senza dubbio. Oggi sento la colonna sonora di The Hours quasi senza che debba accendere il "cosino della musica".

A volte, semplicemente, la stanchezza, il vento e le nuvole che corrono veloci in cielo creano in me quel leggero senso d'instabilita', di caduta, di confusione. Un vuoto d'aria.

No, non e' una sensazione che si puo' sperimentare solo su di un aereo.

La capacita' di cadere in vuoto d'aria appartiene ai colori della fragilita'. Della vulnerabilita'. A volte ci si ritrova a cadere nel vuoto, due secondi due, dentro gli occhi di qualcuno. Perche' quegli occhi ci hanno mosso qualcosa. Forse hanno rimosso in noi, anche solo per un attimo, la certezza di essere solo due occhi... La capacita' di vedere al di la' dell'immagine non appartiene solo al fragile mondo onirico... c'è tanta fragilità anche in questo, di mondo. 

Il vuoto d'aria se pur sempre sperimentato come inaffrontabile, non ha sempre eccezioni negative. Almeno credo. Il vuoto d'aria di un orgasmo fatto bene. Il senso della perdita della percezione di se. Alcuni di quei pensieri dopo una vedova Clicquot di troppo. La perdita d'effetto dell'ultima riga. Una vecchia canzone che si ripropone inaspettatamente...

A volte mi capita di pensare che piu' imparo a saper perdere, a lasciare andare a... lasciarmi cadere e piu' acquisto la capacita' di saper prendere e saper come trattenere... (o a saper orbitare...)

Come nel film di cui sopra la colonna sonora: The hours. Non c'e' nulla di nulla che succede nel film, ma la perdita di controllo e la dovuta ansia sono sensazioni che crescono fino alla fine. Eppure rimani incollato allo schermo. Si tratta di sfumature. Di stonature. Di sovrapposizione di percezioni.

Beh, e' come nella follia piu' pura di tutti gli avvenimenti di ogni singolo giorno delle mia vita: una miriade di significati ma un unico singolo filo conduttore... un'unica lunghissima caduta a corpo libero... 

A corpo libero...

A corpo libero...

A corpo libero...

Se continui a ripeterlo... non suona piu' tanto liberatorio.... Anzi suona un po'da VUOTO D'ARIA

 
 
 

Groppetto in gola e torta dell' Ikea

Post n°9 pubblicato il 17 Settembre 2007 da mrclicquot

Oggi ho trovato casa nuova... dall'altra parte della città. Dovrò lasciare il Nord con i suoi silenzi e il suo vento. Pazienza.

La nuova casa si trova in una strada che in olandese aulico vuol dire anello di matrimonio... Che sia un segno? Mmh...

Casa nuova avrà di bello un salotto grande e due balconi. Poi la doccia e il gabinetto sono nella stessa stanza... la cosa rende il tutto un pò più italiano.

E' un pò più distante dal centro rispetto a quella in cui vivo ora e non devo attraversare nessun canale. Il traghetto gornaliero mi mancherà. Però dovrò pedolare su di un lungo viale alberato che oggi sotto la pioggia brillava di arancione mattone e ocra.

Vicino c'è una piazza molto grande, vuota. I negozi sono tutti intorno. Dopo le sei è solo uno spazio vuoto. Di cemento. Silenzioso. Forse il rumore della pioggia.

Tornando indietro dopo aver fermato la casa con una caparra ho cercato nel "mio cosino della musica" una canzone vecchia. Ma era perfetta. "Alexander Platz". Ho la versione cantata da Milva, ma è il testo è di Battiato... e si sente tutto...

La canzone, un pò come la mia mente al momento, è una collezione di stralci di ricordi. Non sense per certi aspetti. E' il patos che li lega insieme e suggerisce, crea e formula ipotesi, storie e... il groppetto in gola. Forse sono ipersensibile. O sono già stanco (e vedi Mrclicquot che siamo solo a metà settembre...), ma la vita è così buffa... Passo il tempo a costruire il futuro per rendermi conto che la cosa più importante di questa attività è quella di crearmi un passato. Così posso autoreferenziarmi. No... non è proprio questione di trip di ego. E' che non ci sono persone a cui assomiglio. Non intorno a me. E non mi sento nemmeno speciale. Forse solo un pò solo.

Vado a scongelarmi una fetta di torta al mou dell'Ikea... (questo si che è triste...)

 
 
 
Successivi »
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

Sunny_64mrclicquotbionda66Buiosudimeo3radovickafisioterapistiTuSiaPerMeIlColtellotrasognoerealta_17
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963