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Post n°11 pubblicato il 13 Novembre 2010 da der.Adler

APPUNTI DI VIAGGIO

Anita, italo-tedesca, è una bimbetta di cinque anni (forse sei), incontrata nel volo da Amsterdam a Monaco, un angelo con gli occhi fatti di cielo e i capelli intrecciati con i raggi del sole. Ha un gonnellino bianco a pieghe, una calzamaglia bianca in lana e un maglione azzurro sul quale cascano i suoi riccioloni biondi.
E' seduta dall'altra parte del corridoio, a circa mezzo metro da me. Dal suo lato, sul sedile centrale c'è sua mamma italiana, mentre dal lato finestrino c'è il papà tedesco.
Anita parla in italiano, ma solo con sua mamma. Non scambia una parola con quel papà che parla solo tedesco con sua moglie, quando riesce a staccare gli occhi da Der Spiegel.

Ma che storia è questa??!! E' possibile che 'sto crucco bifolco in cinque anni (forse sei) non abbia imparato a mettere in fila tre parole in italiano?
L'assenza di comunicazione ha effetti devastanti, ma in quel frangente i miei pensieri si sono fermati molto prima... o forse sono andati molto oltre.

« Ciao, cosa disegni? »
« Il mio gatto. Guarda, ti piace? »

Lancio uno sguardo a sua mamma; un sorriso appena percettibile le ricama le labbra.

« Bellino! Ascolta... ma tu le sai disegnare le Fatine? »
« Come sono le Fatine? Tu le conosci? »
« Ma certo! Ce n'è una che abita nel bosco dietro casa. Sai, la domenica pomeriggio vado da lei e prendiamo il tè assieme »
« E come si chiama? »
« Gina la Fatina »

Il suo viso si apre in un sorriso abbagliante, roba che ammansirebbe finanche un demone.

« La disegniamo? » le chiedo.
« Sì dai... disegnala tu » e mi porge il suo album e la scatola dei colori.
« Io? Be'... io non sono un gran che con i colori. Senti, io te la descrivo e tu la disegni, ok? »
« E se poi mi vien male? »

Non rispondo. Quella domanda va ignorata perché lei deve avere la certezza che le verrà un incanto.

« Gina vive nel bosco, quindi potresti cominciare col disegnare degli alberi... tanti alberi »
« Ma tanti quanti? »
« Da qui a lì » e indico due punti sul suo foglio.
« Ed ora? »
« In quel bosco ci vivono anche tre cervi. Ecco, disegnali qui »
« Ma io non so disegnarli i cervi »
« E' semplice! Sono come il tuo gatto, solo con le corna » (dovevo inventare qualcosa che lei sapesse già disegnare)
« Va bene così? »
« Una meraviglia! Ed ora la Fatina. Dunque... ha i capelli a riccioli biondi, gli occhi come il cielo e veste sempre con un gonnellino bianco a pieghe, una calzamaglia bianca in lana e un maglione azzurro »
« Cos'è una calzamaglia? »
« Quella roba che ti copre le gambette »
« Ecco... dici che le somiglia? »
« Dico che TI somiglia. E' splendida! »

Il suo papà biologico ci guarda stranito, quasi la cosa non lo riguardasse.
Sua mamma sembra sorpresa, ma non proferisce parola.

« Dai... ne disegniamo un'altra? » mi chiede.
« Va bene. Questa però non vive nel bosco, ma in riva ad un fiume »
« Allora disegno un fiume. Ecco... ti piace? »
« Meraviglioso, azzurro come i tuoi occhioni »

Ancora quel sorriso disarmante...

« Allora... capelli biondi... »
« No no... un attimo! Questa ha capelli rossi e occhi verdi come il bosco. I suoi capelli sono piuttosto lunghi e terminano con qualche ricciolo »
« Ah... e come si chiama? »
« Ehm... non posso dirtelo, mi spiace. Vedi, lei è molto riservata »

Mi guarda con l'espressione di chi non ha capito nulla, ma va avanti.

« Anche il suo fiume è vicino la tua casa? »
« Sì »
« Ma tu la conosci? Ci prendi il tè assieme come con l'altra? »
« Sì, ma purtroppo qualche settimana fa lei è andata via, molto lontano »
« E quando torna? »
« Ehm… non torna più »
« Uuhh… che peccato »

"Dispiace anche a me, non immagini quanto", ma questo l’ho solo pensato.
Si sente un colpo provenire dal fondo dell'aereo, Anita sobbalza impaurita e guarda sua mamma.

« Ehi piccola, non è nulla » le dico. « Il pilota ha tirato giù il carrello. Siamo quasi arrivati »
« Tu abiti vicino la mia casa? »
« No, abito molto lontano »
« Allora prendi l'autobus? »
« Eh eh eh... No, prendo un altro aereo »

Sono nuovamente per aria, sul volo che mi riporterà a casa, ma tu non ci sei più. Sai… da quassù le stelle sembrano un po' più vicine.
Ah… ecco cosa farò per te! Coglierò le Stelle dai Prati del Cielo e le intreccerò in una ghirlanda di luce da posare sui tuoi capelli meravigliosi, quando il tuo sorriso illuminerà i miei sogni…

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and so I cry sometimes
when I'm lying in bed
just to get it all out
what's in my head

 
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Post n°10 pubblicato il 01 Novembre 2010 da der.Adler

...
...
...
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicino a me,
dentro.
Come il vento è invisibile,
pur dando la sua vita alla candela
...
...
...
Quello che ti chiedo
è solo che tu
sia anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene
...
...
...
Quello che ti chiedo
è che la corporea passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale dell'anima lontana,
eterna presenza

(Pedro Salinas – Eterna Presenza)

Incredibile!
Queste parole avrei potuto scriverle io, se solo avessi avuto il Dono della Parola.
Avrei potuto dirtele ieri notte, quando ti ho riportato a casa, e invece ogni parola è morta sulle mie e sulle tue labbra, in quell'unico bacio che le ha unite.

Per amare davvero una donna bisogna capirla nel profondo, sentire ogni suo pensiero, vedere ogni suo sogno... e credere, anche solo per qualche ora, che tutto questo durerà per sempre.
E' quanto è accaduto ieri, è stato splendido percepirlo e non mi è importato nulla che sarebbe durato un solo giorno.

Ieri sei stata il mio desiderio e la mia fantasia, sei stata tutto ciò di cui ho avuto bisogno: l'alba che cancella le ombre, l'incanto di una distesa di stelle, la profondità della notte che profuma di mistero, la magia di un abbraccio totale, tanto stretto da sentire il tuo cuore battere nel mio petto.
L'ho sentito davvero, sai? Sì... batteva molto veloce :-)

Ora non ci sei più. Quel dannato aereo ti ha portato molto lontano e non ti riporterà più da me, mai più!
C'è la tua voce, certo (quante telefonate oggi?)... una voce che è come una magia sospesa, inafferrabile come il volo di un'aquila.

Dopo quattro anni mi rimangono solo ricordi incantevoli, Gocce d'Anima che indelebili si posano sul cuore.
Sarai ovunque io sarò, nella mente e nei pensieri, nell'anima e nel cuore.

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Non so... forse non avremmo dovuto.
Oggi mi sento davvero uno schifo, come se mi avessero sparato una cannonata al centro dell'anima.

Va bene... basta così.
Io non sono solo anima e cuore, sono anche carne e sangue.
Stasera esco e mi spacco… fanculo!

I need a dirty woman
I need a dirty girl

(yeah... that's all I need now!)


 
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Post n°9 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da der.Adler

Voi credete nel destino? Io assolutamente no, eppure...

... eppure talvolta ho la sensazione che Qualcosa di senziente modifichi certe dinamiche, le forzi a percorrere tracciati che conducono esattamente dove vorrei, nonostante io faccia di tutto affinché ciò non accada. Sembra quasi che i miei desideri debbano avverarsi per forza, anche se cerco di contrastarli perché so che sono... "sbagliati".

Scrivo qualcosa di lei perché ho la certezza che non arriverà mai qui e, nella remotissima ipotesi che ci capiti, non capirebbe nulla. Vedete... lei non parla italiano.
E' francese, anzi bretone (come lei sottolinea sempre), viene da una cittadina da qualche parte di fronte all'oceano.
Il suo nome non è importante e il suo aspetto fisico è ininfluente. Vi basti sapere che è sulla trentina, ci conosciamo da quattro anni e fra due giorni va via, a 1200 km da dove vivo. Non la vedrò mai più.

Io non sono cristiano, non credo in nessun Dio e non ho nessuna fede religiosa.
Lei invece è cristiana e, come già scrivevo da qualche parte, intendo autenticamente cristiana. Ha una fede fortissima, ha un rapporto estremamente diretto con il suo Dio, senza intercessioni. Nel tempo libero gestisce, assieme ad altri, una micro comunità religiosa autofinanziata. Non riconosce nessun Papa, vescovo, cardinale, gerarchie e correnti varie, e pensa che il Vaticano sia una gigantesca ipocrisia. I suoi genitori non l'hanno battezzata alla nascita (decisione ineccepibile, perché imporre una religione?) e lei ha spontaneamente deciso di battezzarsi a 19 anni.

Siamo due opposti, in quattro anni abbiamo scoperto di avere una – dico solo UNA – cosa in comune: l'amore per la musica celtica. Lei la ama perché fa parte della sua cultura, del folklore della sua terra, io l'adoro perché mi sento celtico in ogni cellula. Basta, tutto qui!

Siamo totalmente diversi, assolutamente incompatibili, eppure io so che la porterò nel sangue, forse sino all'ultimo dei miei giorni.
In questo mese di silenzio stampa ho fatto di tutto per allontanarla. Non ci sono riuscito!

Due settimane fa…

Lei: « Venerdì c'è il cheese-party a casa mia, te ne ricorderai? »
Io: «No guarda... non vengo »
Lei: « E perché? »
Io: « Scuola di ballo dalle 19:00 alle 21:00, doccia e cambio d'abito dalle 21:30 alle 22:30, appuntamento alle 23:00 con ********* »
Lei: « Ah! Mi spiace davvero che tu non venga »
Io: « A me no »

In quel dialogo non ho detto nulla di vero. Non c'era nessuna scuola di ballo e nessun appuntamento post ballo, tutto inventato! Avevo pianificato la cosa da giorni.
Giovedì sera, la sera prima del suo party, vado in ipermercato e compro gli ingredienti per fare il cheesecake. E' l'unico dolce che mi riesce una meraviglia e poi è in tema con il cheese-party. Torno a casa e preparo il dolce.
L'idea è quella di farle una sorpresa... a doppio taglio: renderla felice per la mia presenza e per l'inaspettato cheescake (le piace da morire), per poi rovinarle il party litigando con alcuni tirolesi che detesto e che sapevo avrei trovato lì (erano nella mail d’invito).
L'idea mi pareva buona, e poi... non ho saputo pensare nulla di più veemente per allontanarla definitivamente.
Venerdì sera verso le 20 sono da lei, le citofono:

Lei: « Sì? »
Io: « Ciao, mi apri? »
Lei: « E tu cosa ci fai qui? »
Io: « Mi apri o devo prendermi una polmonite? »

Pioveva a dirotto.
Suono il campanello della sua porta, lei mi apre.
Strano... non sento nessun rumore provenire dall'interno della casa, silenzio assoluto.

Io: « ??? »
Lei: « Mi si è rotto il congelatore, me ne sono resa conto solo stamattina. I formaggi che avevo portato dalla Francia mi si sono ammuffiti, quindi ho disdetto il party »

Avrei voluto buttare il cheesecake per terra e saltarci dentro!!!

Io: « Potevi avvisarmi, no? »
Lei: « Ma mi hai detto che non saresti venuto... Cos’hai lì dentro? »
Io: « Niente... un cheesecake che ho preparato per te, per il tuo party del formaggio ammuffito »
Lei: « Ah ah ah... Dai, entra »

Si stava verificando esattamente ciò che desideravo nel profondo, ma che non avrei mai voluto accadesse: restare solo con lei!
Abbiamo parlato tantissimo, ma non è stato un dialogo. Si è trattato piuttosto di un "flusso dialogico" tra due anime estremamente diverse... tremendamente affini.
Io proprio non so spiegarlo. Lei raffigura perfettamente l'antitesi del mio archetipo di donna eppure, nonostante entrambi si parli una lingua straniera (i nostri dialoghi sono in inglese, a volte in tedesco), ogni sua parola fluisce in me con una naturalezza sorprendente, giunge davvero in profondità e stimola corde ancestrali che vibrano all'unisono con le mie parti più profonde.

Una settimana fa...

Squilla il telefono:

Lei: « Ciao, disturbo?
Io: « Ma no, figurati... »
Lei: « Cosa fai domenica? »
Io: « Alle 10 mi arriva la padrona di casa. Cambio appartamento, te ne ho già parlato, e lei vuole vedere se ho abbattuto muri, divelto pavimenti e cose del genere »
Lei: « E dopo? »
Io: « Non saprei... Ho dato un'occhiata in rete al sito del castello di ********* e ho letto che domenica 7 nov. è l'ultimo giorno utile per le visite, poi lo chiudono sino ad aprile del prossimo anno. Purtroppo quella domenica volo in Olanda e torno il sabato successivo, ma questo già lo sai, quindi domenica prossima (31 ott.) è l'ultima data disponibile per visitare quel castello. Pensavo di andarci, se trovo qualcuno che voglia venire con me »
Lei: « Posso venire con te? »
Io: « Coooome??!! Domenica è il tuo ultimo giorno qui, lunedì mattina te ne torni in Francia per il resto dei tuoi giorni. Non hai proprio nulla di meglio da fare? »
Lei: « Posso venire con te? »

L'intraprendenza di questa ragazza è da shock, la sua spontaneità è incantevole.

Io: « Ma sì, certo. Saresti la compagnia ideale »

Sarebbe stato semplicissimo risponderle con un NO secco, di quelli che non ammettono repliche, ma non ce l'ho fatta. Volevo vivere quella giornata solo con lei, senza interferenze che avrebbero certamente spezzato quell'atmosfera da incanto che entrambi abbiamo capito saper generare. Ma temevo quel desiderio perché, non saprei, mi appariva... esagerato.
Così ho cercato di evitare che si realizzasse: ho mandato una mail a tutta la gente che conosco chiedendo loro se volevano unirsi a noi in quella gita. Mi sono arrivate tonnellate di adesioni, roba da pensare al noleggio di un pullman.

Oggi...

Il cellulare è un continuo squillare e ricevere SMS, ricevo una rinuncia dopo l'altra... pazzesco!!!

« Mi è venuta l'allergia al polline »
« Dimenticavo di avere già i biglietti per il teatro »
« La fidanzata mi arriva su domani anziché oggi »
« Mia moglie ha il turno in clinica »
« ... »

Gioia, sbigottimento, sospetto... le sensazioni che mi conquistano ad ogni squillo. L'ultima rinuncia è di qualche ora fa.
Siamo nuovamente io e te, soli, e a nulla sono valsi i miei sforzi per evitarlo!
Ti chiamo poco prima di buttar giù queste righe e ti racconto quanto è accaduto. Sulle prime pensavo addirittura tu avessi avuto un qualche ruolo in questa vicenda assurda, ma non conosci una delle persone che avevo invitato!

« Spero non ti dispiaccia » la tua risposta.

Ed ora quel Qualcosa che citavo all'inizio del post, dopo essersi divertito un mondo a creare situazioni allucinanti, sembra voglia burlarsi di me: mal di gola e febbre (37.8 mentre scrivo). Eh no... non gliela do vinta!!!

Ehi... questo tu non lo sai, ma la cosa è ininfluente. Ora m'intossico di zimox e tachipirina, mi affogo con succhi d'arancia e mi abbuffo di vitamine. Domani, non appena la rompic... della padrona di casa si toglie di torno, io vengo da te... a costo di arrivarci in ambulanza!!!

Domani...

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Post n°8 pubblicato il 26 Settembre 2010 da der.Adler

Insomma...

nella mia vita ci sono solo due donne estremamente importanti:

- una vive 1200 km più a sud;
- l'altra sta per trasferirsi 1200 km a nord-ovest.

Uhm... forse vivo nel posto sbagliato

Should I stay or should I go?



 
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Post n°7 pubblicato il 23 Settembre 2010 da der.Adler

Non andare via, rimani con me tra questi vicoli scuri e silenziosi, tra queste ombre che non hanno nome né volto.

Cresci con me, non voglio perdermi nel nulla, dove fa freddo anche d'estate, dove ogni vita può avere un prezzo e chiunque può comprarla.

Sei il mio sole in questo mondo buio, il mio profumo tra quest'odore di putredine, il mio mare in questo deserto di parole, la mia luna nelle notti in cui resto chiuso in casa per paura di uscire e non tornare più.

Per favore, non andare via.
Resta con me, vieni con me, vivi con me... non morire mai

(Dedicato ad una Donna davvero molto speciale, una persona unica che fra un mese non rivedrò mai più...)

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There's a heaven above you baby...

 

 
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