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africa by brett murray

san sebastiano d'africa?

 

 

Questo spirutal sudafricano e questa bellissime immagini come contraltare alle brutture di alcuni post sul Sud Africa, e anche come preghiera.

Non parte da solo, bisogna schiacciarci sopra.

 
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Parliamo d'Africa

In questo spazio inserisco, man mano che li trovo, siti e blog che parlano di Africa.

Più giù ci sono gli  ultimi articoli di alcuni di loro, quelli che frequento di pù.

I titoli, grazie ai potenti mezzi di Libero, vengono aggiornati automaticamente. Per leggerli basta cliccarci su.

http://marianna06.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/

http://africa.blog.ilsole24ore.com/

 http://www.inafrica.it/africando/link/blog.php

http://agoafricanblog.blogspot.com/

Questo invece è un meraviglioso sito italiano di musica africana, davvero bello.

http://www.tpafrica.it/

 

 

ritmi ed armonie a sud del Sahara

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JAMBO AFRICA

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SECONDO PROTOCOLLO

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AFRICA BLOG

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SALUTI DA PARTE MIA: ANTONY, SENIOR CONSULTANT DI GOLDMAN...
Inviato da: ANTONY-GOLDMAN SACHS
il 04/03/2018 alle 21:56
 
articolo veramente ben scritto. I miei complimenti da lumaca
Inviato da: diletta.castelli
il 23/10/2016 alle 12:17
 
:-) grazie
Inviato da: conte.oliver1
il 03/04/2014 alle 23:05
 
articolo molto bello
Inviato da: flappy bird
il 21/03/2014 alle 21:52
 
Caspita che errore!!! Il problema è che non si trova nulla,...
Inviato da: conte.oliver1
il 02/04/2011 alle 19:58
 
 

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Musica africana

                                 Ismaël Lo - Dabah

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Darfur

 

"E venne il giorno" di P. Lumumba

«E venne il giorno in cui comparve il bianco Fu più astuto e cattivo di ogni morte, barattò il tuo oro con uno specchietto, una collana, ninnoli, e corruppe con l'alcool i figli dei fratelli tuoi e cacciò in prigione i tuoi bimbi. Allora tuonò il tam-tam per i villaggi e gli uomini seppero che salpava una nave straniera per lidi lontani là dove il cotone è un dio, e il dollaro è imperatore
 

RADIO DES MILLES COLLINES

Radio delle mille colline, che bel nome per una radio, vero? Molto meno bello però il modo in cui è stata ribattezzata: “La voce del diavolo” . Più brutto sì, ma purtroppo molto più vicino al vero, come altro potrebbe chiamarsi la radio che durante il genocidio in Ruanda continuava a istigare la popolazione Hutu all’omicidio, al massacro, a riempire di corpi gli scavi ancora non completamente pieni, e non si limitava a questo: trasmetteva elenchi dei nemici da sterminare, non solo Tutsi ma anche Hutu moderati, che rifiutandosi di partecipare alle stragi diventavano nemici da sterminare anche loro, segnalava i rifugi dove poterli scovare e uccidere. La radio del diavolo cominciò questa campagna di odio diversi mesi prima dell’inizio del genocidio. No!!! Non si è trattato di pura follia, ma di lucido, agghiacciante e premeditato piano di sterminio, uno dei tanti del secolo appena concluso.
 

ES TU TUTSI?

raciste rwandais hutu tutsi
 
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Ismael Lo - Baykat

Ismael Lo - Baykat
 

 

 
« Jomo Kenyatta

IL BAOBAB

Post n°55 pubblicato il 26 Maggio 2010 da conte.oliver1

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Kenyatta muore  nel 1978 ed il suo posto viene preso dal suo vicepresidente Daniel Arap Moi. Sarò banale, superficiale ed ignorante ma mi piace sintetizzare il governo di quest'uomo con un disegno, preso dal "Piccolo Principe".
Eccolo Arap Moi.Scegliete a piacere uno dei tre baobab. Gli altri due possono essere...che ne so....Mugabe, Mobutu, c'è pieno così di baobab in Africa!!! All'inizio sono piccoli arbusti, ma se non c'è un piccolo principe pronto a sdradicarli subito, crescono, si fanno grossi, sempre più grossi, si prendono tutto il paese e nn lasciano nulla a nessuno! Ed una volta diventati enormi eliminarli diventa impossibile. Intorno a loro lo spazio vitale è azzerato, il pianeta, pardon, il paese diventa inabitabile, povero, disperato. mentre loro, i baobab, i loro rami e le loro radici si allargano senza ostacoli. Dal 79 al 93 ai Kenyoti viene risparmiata la fatica di andare a votare. E quando finalmente il presidente è costretto dalle pressioni internazionali a scomodare i suoi connazionali, chi le vince le elezioni? Ma c'è dubbio? Lui ovviamente, è sempre così coi baobab. Non lasciano spazio a nessun altro. Basta, su Arap  Moi credo davvero non ci sia bisogno di dire altro. Sui libri si legge che il Kenia mantiene negli anni un'economia di stampo capitalista.....proverò a tornarci su questa cosa. Intanto la leggo nel senso che, nella guerra fredda, tra Russia e Stati Uniti, il Kenya si fa aiutare prevalentemente da questi ultimi, Per cui, quando finita la guerra fredda non serve più, gli USA lo scaricano, allo stesso modo di tanti altri caudilli. Il baobab resiste in piedi ancora qualche annetto ma nel 2002 è costretto a capitolare. Gli viene impedito di presentarsi alle elezioni. Candida il figlio di Kenyatta, ma il popolo vuole cambiare e sceglie un uomo nuovo: Mwai Kibaki.

 
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Commenti al Post:
HansSchnier
HansSchnier il 22/06/10 alle 17:55 via WEB
questa metafora del baobab da estirpare per tempo mi fa pensare all'Italia... Perché?
(Rispondi)
 
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