IL CUORE DI ALBERTO

L'EDUCAZIONE DI ALBERTO: DA FIGLIO A MARITO DELLA MADRE.

Fra poco partirà un progetto, NON FINANZIATO DALLO STATO ITALIANO, paragonabile a quello riservato alle famiglie nomadi, dato il disastro ormai annunciato. Il progetto prevede  che il nonno di Alberto, Andrea Caimmi, ex Professore INPDAP, si prenda l'incarico di creare una scuola su misura per Alberto, il quale, addirittura, non sa nemmeno ragionare come un bambino di quasi 9 anni.

Stiamo consultando i programmi scolastici per le elementari, secondo quanto disposto in via generale, dal Ministero della Pubblica Istruzione. Insomma si tornerà bambini, con immeso piacere. Questo ed altro per Albertino.

Per recuperare il fatto che mio figlio non abbia nemmeno una cognizione i quello che ha studiato ha scuola, nemmeno dei due anni passati di elementari.

MIO FIGLIO NON SA NULLA, COME NON CI FOSSE MAI ANDATO A SCUOLA.

MA IN COMPENSO SA DISTINGUERE, PIU' DI OGNI ALTRO BAMBNO DELLA SUA ETA', COSA SIA IL BENE E COSA SIA IL MALE. NE PARLA OGNI GIORNO, COME FOSE UN PROFETA, COSTRINGENDOMI A DARGLI LE GIUSTE SPIEGAZIONI, che non mi dispiace dare, se fosse un bambino che abbia vissuto la sua infanzia.

Ancora oggi mi chiede persino quanto fa 2+2, cos'è un lago, cos'è la temperatura, chi fa il latte, cosa sono le uova, cos'è un cereale o se l'acqua del mare è salata o cosa sia uno scoglio, standoci sopra - e,per giunta, essendo di madre messinese -, non si è mai lavato i denti. Per me è inaudito.

Abbiamo fatto una ripresa (la metterò qui presto) di un momento tipo, dove il padre sottoscritto fatica a fargli infilare da solo i pantaloni e le calze, a farlo lavare, mentre ancora stasera lui se la fa addosso, mentre parla trando fuori mille sciocchezze senza senso e riproducendo sempre gli stessi "acciditi!" , "nonna pucci!" e "Iae!" (??), per poi dire "non ci posso far niente, me lo hanno insegnato le opeatrici".

Il motivo è presto detto: la madre non si preoccupava affatto di fargli fare i compiti, perchè a casa

la madre non faceva la madre, ma trattava Alberto come suo marito.

Questo sto notando, anche ora che mio figlio dorme accanto a me la notte, dato che ogni notte è una battaglia per farlo addormentare. La motivazione la dice lui stesso, dopo che gli domandiamo perchè faccia così: "Ho paura che mi portano via di qui!". Durante tutto il giorno non riesce a stare, lontano da me, un minuto da solo, nemmeno a guardarsi un cartone o leggere un libro qualunque. Poi la notte si addormenta, ma cerca di appiccicarsi spesso e volentieri a me e... cerca le stesse cose! Ora pongo una domanda a chi legge: e ora come si fa a correggere questa intimità distorta di mio figlio, che fino a qualche settimana fa addirittura mi chimava "mamma" quando parlavo? Esattamente! Era talmente posseduto dalla figura materna, per i motivi che avete già letto, che non riusciva a vedere dinanzi a lui la figura paterna.

Insomma, non ha la benchè minima indipendenza che un normale bambino dovrebbe avere.

Tutte le volte che io cerco di riprenderlo per correggere qualche aspetto di questa catastrofica situazione, lui aspetta che finisco di parlare, mi guarda con una faccia compassionevole come a dire "vabbè, parla parla..." , poi tende le braccia per farmi le coccole e sbaciucchiarmi. Niente da obiettare sulle effusioni. E' molto chiaro, però, a me come a Marek e al nonno, come lui abbia vissuto questa relazione di figlio-marito della madre, dove bastava un abbraccio per mandare un messaggio: "ora posso continuare a fare quello che voglio io? Sono perdonato, vero?". E' stata madre stessa a educarlo così.

Ma è questo un modello educativo?

Stasera, mi ha raccontato altri dettagli, per me ugualmente sconvolgenti come quelli che avete letto finora, dopo i quali si è intristito e ha pianto, dicendo "ma perchè mamma ha fatto così con me?". Quando era ricoverato all'ospedale S.Vincenzo di Taormina, il 4 agosto, a seguito di una chiamata della brava e buona Rosangela Musiano, l'assistente sociale della Comunità, per il cambio totale del pacemaker, dopo che sembrava gli fosse caduta (da sola) una bicicletta addosso al torace, al suo risveglio, la madre gli praticava rapporti orali (i famosi oh oh al pisellino) e in più continuava l'insegnamento di catechismo "a croce capovolta" sui 10 comandamenti del Male!

SI ERA APPENA RISVEGLIATO DALL'OPERAZIONE!

Tutto coincide!

Coincide maledettamente con quanto sospettavo in quei giorni di agosto e Alberto mi aveva già detto queste cose in ospedale, ma io non volevo crederci. Però istintivamene lo portavo nella cappella in testa al corridoio del reparto, per pregare di fronte a Gesù. Mentre la madre cercava di inventarsi di tutto e qualcuno la aiutava in questo. Pare che le operatrici abbiano inventato una storia di maltrattamenti del padre verso il figlio, davanti a tutti gli altri bambini che giocavano in ludoteca, cosa non vera. La madre era d'accordo con loro. Stupida cosa, dato che il diario è interno alla ludoteca e lascia intendere che non avrebbero potuto tirarlo fuori per incriminarmi per maltrattameno di minore. Ma fa capire il clima che ci circondava entrambi da molto tempo.

Intanto cerchiamo con ogni mezzo di stimolare la fantasia e l'intelligenza di mio figlio, il quale non sa nemmeno giocare a biliardino e nemmeno capire cosa fare con la pallina e dove segnare; non mi ha mai fatto un disegno colorato, ma in compenso mi riempie fogli di "giudici", "assistenti sociali", "educatrici", "la mamma ha fatto", "bastardi", "arrestare", "polizia". Una vera ossessione.

Concludo con una spiegazione di Tony Wolf, tratto dal primo libro di scuola di Alberto, regalatogli dal suo papà, su Gesù:

Perchè i cristiani furono perseguitati?

Dopo la morte di Gesù, il Cristianesimo si propagò rapidamente. A Roma i Cristiani furono a lungo perseguitati perchè gli imperatori temevano una religione contraria alla violenza e quindi alla politica di potenza del loro impero.