IL CUORE DI ALBERTO

FAX PROCENESI N°1

Considerato la gravità delle confessioni di mio figlio, si apre piano piano la ipotesi di una mega organizzazione che vede coinvolte in primis le Istituzioni quali criminali incalliti contro i bambini.

Io credo a mio figlio, anche perchè non si spiegherebbe, altrimenti, come abbia fatto ad inventare simili racconti, con nomi e cognomi.

Allora ho deciso di mettere un fax dopo l'altro di tutto il mese passato ad ascoltare mio figlio che raccontava.

Ecco il primo fax, all'att.ne del sig. Procenesi e ME NE FREGO DELLA PRIVACY O DELLE INDAGINI.

QUALCUNO DOVRA' PUR SPIEGARMI COME FA AD ESSERE SPARITO MIO FIGLIO.

ALBERTINO, NON TI FAR PRENDERE DAL MALE, RESISTI,

SAPPI CHE SIAMO IN TANTI A LAVORARE PER TE, ANCHE LO ZIO, TUTTI, NON PERMETTEREMO CHE TI CONSEGNINO A SATANA.

TU DEVI RIMANERE NEL BENE.

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Nelle mani del sostituto commissario sig. procenesi

gruppo antiviolenze

teL. 0761-3341

fax: 0761-334443

Oggetto: nuove dichiarazioni Alberto Caimmi: la Chiesa e le messe + GITA A MILANO + LE NEUROPSICHIATRE DI MESSINA.

Desidero aggiungere quanto segue, secondo un racconto che mio figlio continua a snocciolare, sapendo di non temere nulla in presenza di due padri amorevoli. Ci tengo a sensibilizzarVi sul fatto che ci troviamo di fronte ad un bambino totalmente schiavizzato da un gruppo di persone, madre inclusa, il quale, pertanto, a mio avviso fa fatica a tirare fuori le parole stesse.

Venerdì 8 gennaio, intorno alle 21.00, mio figlio improvvisamente, prima di andare a dormire, ripete delle scene già proposte più volte, con atteggiamenti da “animale feroce”, come si evincerà anche dalle registrazioni, a disposizione. Anche in questa occasione abbiamo videoregistrato di nascosto la scena, la quale indica sempre un comportamento indotto, che Alberto riesce in parte anche a spiegare, dicendo sempre che sono state le educatrici della Comunità ad insegnarglielo.

In un altro momento, a casa di Marek Szyszkowski, avevamo notato, filmandolo senza che se ne accorga, che Alberto allargava e protendeva le braccia verso l’alto, come fosse su un piedistallo o su un altare e, con tono solenne, pronunciava parole incomprensibili.

Albertino ripete la stessa scena nell’ultimo episodio, al che gli si chiede cosa rappresentio questi gesti solenni. Lui spiega: “le educatrici facevano il Papa. Erano vestite come il Papa e i bambini erano vestiti a piccolini Papa, Sara, Antonella e Maria Giovanna. Le educatrici erano in una Chiesa normale, era la Chiesa di Santissima Annunziata, più sopra. Solo le educatrici e noi bambini. Una volta mi hanno portato: 3 settembre 2008”. A un certo punto Alberto canta una canzone solenne, tipo di chiesa. “erano vestiti color verde, con cappucci”. Fa anche il gesto di un cappello a punta triangolare. “(…)E poi mettevano il pisello dentro la bocca. E anche il mio culo se lo mettevano dentro la bocca e poi io facevo lo scurreggio e loro se le ingoiavano. Erano spogliate”. Questo “gioco volgare” lo ripropone anche al sottoscritto che lo dissuade dal farlo.

In data odierna, utilizzando la “tattica del viaggio” già adottata in questi giorni sconvolgenti, lungo la superstrada A1 in direzione Firenze-Pisa, abbiamo avviato una (video-)registrazione, insieme a Marek Szyszkowski, di diversi improvvisi racconti inediti di Albertino:

Le Neuropsichiatre della salute.

“Le neuropsichiatre hanno chiamato alla casa della mamma, con voce da maschio, dicendomi che avevano saputo dalla Battiato, perché aveva parlato con la mamma, che io non ero ricordato di dire quella cosa a mio padre (che lui doveva smettere di fare il Male) e io gli ho detto vaffanculo tu, la Notarbartolo e tutte le neuropsichiatre!, Mamma era nella camera che stava dormendo.”

-         Ma tu gliel’hai detto dopo a mamma (che ti avevano chiamato)?

-         No, chè (la mamma) non lo doveva sapere.

-         Perché non lo doveva sapere?

-         Già gliel’ha detto una volta mia mamma alla Battiato e la Battiato gliel’ha detto alla Neuropsichiatra…(si parla di dire che il papà faceva il Male)

-         Gliel’ha detto cosa? Che non dovevano dire ‘ste cose?

-         No! Che io dovevo rispettare i suoi ordini. Ma io ci faccio in culo alle cose che hanno detto loro. Quelle bastarde di merda!

La mia personale interpretazione è che la madre ordinava, attraverso l’a.s. Battiato e le Neuropsichiatre di convincere il figlio a dire al padre sottoscritto che era lui a fare il Male. Questo coincide con le conversazioni minacciose, sempre in sede di Neupsichiatria, dove la madre cercava di affermare che io avessi detto quelle cose del Male del 23 giugno 2008, mentre le donne presenti replicavano “è la sua parola contro quella della sua consorte, Signor Caimmi!”.

“la Elena Di Prima ha detto, vieni un po’, ti devo dire una cosa, devi dire a tuo padre quando lo vedi che non deve più fare le cose cattive”

“Alla casa famiglia prendono i soldi miei e degli altri bambini e se ne vanno a Milano e questo vuol dire che si rubano a noi (= ci derubano) perché lasciano una cosa che devono continuare a fare…”

“Ma perché vanno a Milano? Che cosa vanno a fare a Milano?”

“Perché lavorano!! Perché lavorano in un’altra casa famiglia le educatrici, capisci? Questo hanno fatto!

“Milano e Messina”

“Sii? Questo hanno fatto! Sono partite, sono andate fino a Milano”

“chi te l’ha detto questo?”

“Questo lo so io, perché me l’ha detto…mi ha telefonato… aah a proposito, lo sai chi ha chiamato? Il tuo avvocato!”

Chiedo di aggiungere agli atti. Le ribadisco che mi riprometto di fornire l’audio-video a disposizione in tempi brevi, materiale che devo riunire da vari supporti (telecamera portatile e videofonino) in un unico CD, entro martedì13, anche per motivi di impegni personali.