Creato da arte1245 il 09/01/2011

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Messaggi del 11/11/2014

Un prete denuncia l'esistenza di una «lobby gay» interna alla Chiesa Ortodossa russa.

Foto di arte1245

C'è sempre stata una certa difficoltà di dialogo fra le varie religioni, ma non quando di tratta di importare concetti utili ai propri scopi. Ed è così che i continui riferimenti ad una presunta «lobby gay» interna al Vaticano (un termine sufficientemente tenebroso da incutere timore ed alimentare l'omofobia) paiono aver ispirato Andrei Kuraev. Il prete ortodosso, infatti, ha lanciato dal proprio blog la denuncia dell'esistenza di una temibile «lobby gay» interna al patriarcato della Chiesa Ortodossa, con lo scopo di offrire protezione a gay e pedofili (ancora una volta accomunati in un'ottica tanto casa alle frange più omofobe della Russia, come i noti gruppi ultranazionalisti che utilizzano quella scusa per giustificare le loro vere e proprie ronde anti-gay).
L'ipotesi non manca di spiazzare chi osserva come il patriarcato abbia incessantemente alimentato l'omofobia della popolazione nel corso degli anni, appoggiando fortemente le norme contro la «propaganda omosessuale» sui minori e spingendosi sino a chiedere la reintroduzione del reato di omosessualità. Insomma, un panorama tutt'altro che gay-friendly in cui è difficile trovare spazio per una presunta lobby finalizzata a difenderne i diritti. Non a caso c'è chi chi ipotizza che l'intero discorso abbia esclusivamente una valenza politica nell'ottica di una lotta al potere, dove si vuol far leva sull'omofobia per ottenere consensi dalla popolazione di quella che pare ormai diventata la patria dell'omofobia.
Ed è così' che accuse di omosessualità e pedofilia rivolte ad altri sacerdoti potrebbe minare la leadership del patriarca Kirill, grande amico di Putin ma gradito a molti, in una battaglia in cui i consensi vengono guadagnati in una battaglia combattuta sulla pelle della comunità lgbt del Paese.

 
 
 

Chris Pine prende posizione contro l'omofobia russa

Post n°864 pubblicato il 11 Novembre 2014 da arte1245
 
Foto di arte1245

«Penso che dovremmo fare molto di più che mandare qualche gay alle Olimpiadi. Quanto sta avvenendo in Russia contro i diritti dei gay è incredibilmente terribile. La legge anti-gay voluta da Putin è chiaramente terribile, arcaica e inutilmente ostile». È con queste parole che l'attore statunitense Chris Pine ha preso posizione contro le norme sulla cosiddetta «propaganda omosessuale» sui minori, introdotte dal Cremlino lo scorso giugno con l'obiettivo di criminalizzare qualsiasi espressione pubblica a sostegno dei «rapporti non tradizionali».
Inevitabilmente le parole del 33enne non possono che scontrarsi con quelle pronunciate ieri da Mario Pescante, uno dei tre italiani che attualmente fanno parte del Comitato Olimpico Internazionale nonché ex-presidente del Coni, che aveva fortemente criticato la scelta degli Stati Uniti di inviare degli ex-atleti olimpici gay (Brian Boitano, Billie Jean King e Caitlin cahow) alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi, in programma il prossimo 7 febbraio.
Insomma, c'è chi vorrebbe sia fatto di più e chi chiede di voltare la testa e di far finta di nulla (magari imandando ad «altre occasioni» la rivendicazione dei diritti umani).


 

 
 
 
 
 

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