Tokio Hotel

Il loro successo è eccezionale. I Tokio Hotel non finiscono di conquistare migliaia di fan in tutto il mondo, e si apprestano a (ri)invadere la Francia il prossimo Ottobre. ROCKMAG ha interrogato i fantastici 4 riguardo la loro ascesa, la loro tournée, le loro fan e il loro futuro.

Cominciamo dalle cose recenti: dopo la Germania, siete stati recentemente in tournée in Europa…
Bill (cantante): Sì, proprio così. Fino a 6 mesi fa, siamo stati presenti soprattutto in Germania e solo di tanto in tanto facevamo concerti nell’Europa dell’Est. Mentre adesso, siamo in tournée su tutto il continente. Due giorni fa abbiamo fatto il nostro primo concerto a Londra e sono passate tre settimane da quando siamo stati a San Pietroburgo e veniamo da una tournée in Europa in cui abbiamo invaso la Polonia, l’Ungheria… e non è ancora finita!

Ma cosa provate oggi per le vostre fan tedesche?
Tom (chitarra): Abbiamo sempre avuto molto successo in Germania. E noi proviamo sempre un sentimento particolare quando suoniamo davanti al pubblico che ci ha portato al successo europeo. Siamo loro molto riconoscenti. Saremo sempre presenti in Germania.

Avete un legame particolare con il vostro paese d’origine?
Gustav (batteria): E’ vero che la gente del nostro paese è fiera che i 4 ragazzi di Magdeburgo ce l’abbiano fatta. D’altra parte noi contribuiamo a rendere famosa la nostra città. Quando ci ripensiamo, ci chiediamo sempre come abbiamo fatta a farcela a partire da quel piccolo paese e con poca gente che ci conosceva. I nostri primi fan sono là. Siamo stati seguiti da un gruppo di una cinquantina di fedelissimi che ci hanno sempre sostenuti nei nostri primi spostamenti.

E con il successo, non avete l’impressione di allontanarvi da loro?
Bill: No. Il fatto è che noi restiamo sempre gli stessi anche se il mondo attorno a noi si accelera. A volte, ci sorprende di vederci nella stessa categoria di certi artisti internazionali. Ma io penso che i nostri fan si rallegrino con noi.

A ottobre, andrete a Bercy. È il massimo per voi in Francia… Che effetto vi fa?
Tom: E’ fantastico! Non ci credevamo quando abbiamo saputo che è stato registrato il “tutto esaurito”! E’ la più grande sala in cui ci siamo mai esibiti, con circa 17.000 spettatori. Non vediamo l’ora di esserci!

Sorprenderete gli spettatori con dei nuovi scenari, messe in scena, ecc.?
Tom: Avremo un palcoscenico impressionante per assicurare lo show. Noi ne sappiamo ben poco: non prestiamo una particolare attenzione a queste cose perché quello che interessa a noi è soprattutto la performance. Con noi è tutto vero: niente playback, solo dal vivo. Questo è il nostro marchio di fabbrica per piacere al pubblico.

Sfrutterete tutte le possibilità che vi offre la città di Bercy, per esempio con gli effetti speciali usati da artisti come Rammstein?
Bill: Contrariamente a Rammstein, il nostro obiettivo non è quello di sedurre il pubblico con dei fuochi d’artificio. Vogliamo presentare la nostra musica senza alcun artificio.
Tom: Comunque, durante la nostra tournée europea, avevamo anche noi un bel palcoscenico dove esprimerci, un Hooverizer e un cannone per sparare coriandoli. E’ stato un passo in avanti rispetto alla nostra prima tournée.
Gustav: C’erano anche degli effetti di luci.

Abbiamo sentito parlare dell’uscita di un eventuale DVD live…
Tom: In effetti. In agosto o settembre, appariremo in un DVD che raggrupperà diversi episodi della nostra tournée europea – delle parti dei concerti e dei bonus nel retroscena 24 ore su 24. Si vedrà come passiamo la nostra vita in tournèe e anche dei dettagli che farei meglio a non svelarvi (ride)!

Pensate di essere dei nuovi modelli per la scena musicale tedesca, quando da lì si vedono emergere nuovi gruppi come i Nevada Tan e i Killerpilze?
Bill: Per due anni e mezzo siamo stati il primo gruppo che si è fatto veramente notare in Germania negli ultimi anni. Gli altri sono passati. Noi eravamo molto giovani e scrivevamo le parole delle nostre canzoni da soli. Questa formula ha funzionato e le case discografiche ne sono rimaste colpite. Di colpo, hanno sostenuto l’uscita di gruppi che funzionavano sullo stesso principio. I Nevada Tan e i Killerpilze sono della nostra casa discografica. E’ un fenomeno normale. Noi siamo stati i primi di questo genere…

La vostra indipendenza non vi impedisce di collaborare a dei progetti di gruppo come la canzone che avete registrato in favore delle vittime a Darfour. E’ importante per voi?
Bill: Quando c’è stato detto che potevamo aiutare grazie alla nostra musica, siamo stati subito tutti favorevoli a compiere questo gesto. Per questo motivo abbiamo partecipato al progetto dell’Amnesty International “Make Some Noise”. Per noi, è stata la prima volta, perché non avevamo mai fatto delle cover prima. E ci eravamo promessi di non farle. E’ stata veramente un’eccezione solo per dimostrare il nostro sostegno a favore dei diritti dell’uomo.
Tom: Dobbiamo anche dire che abbiamo dato il nostro tocco personale a Instant Karma. E’ diventata molto rock con tutte quelle chitarre.

Parliamo un po’ degli eccessi del vostro successo. Rimpiangete di non poter più vivere come prima?
Bill: Non possiamo più camminare per strada come facevamo prima. Siamo sempre osservati e tutto quello che facciamo è ripreso dai giornalisti. Non abbiamo molta vita privata. In più, vediamo raramente la nostra famiglia e i nostri amici. Infatti, non viviamo che per la nostra musica. A parte questo, nient’altro è possibile, ma d’altro lato è la vita che volevamo e vi troviamo più vantaggi che svantaggi.

A volte avete paura?
Bill: No, per niente. Stimao vivendo il periodo più intenso della nostra vita. Ci domandano spesso se siamo infastiditi dalle fan che urlano. Per niente! Lo adoriamo! Infatti, al contrario, le loro grida ci incoraggiano!
Georg (basso): La sola paura che ho, è sbagliare le note sul palco.
Tom: Bisogna dire che questo accade spesso (ride)…

Per concludere, avete già delle idee per il vostro prossimo album?
Tom: Per prima cosa, riprenderemo un po’ fiato; comunque è vero che abbiamo qualche canzone in ballo, ma non si può ancora parlare con precisione di un prossimo album.
Bill: Non è passato tanto tempo tra il nostro primo album, il secondo e quello in inglese. In realtà in Germania, piuttosto che negli altri Paesi, questo è successo in due anni e mezzo.

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