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blog di Marta Martelli

 

 

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LA MORTE SI FERMA SPESSO IN CARCERE

Post n°28 pubblicato il 13 Giugno 2011 da ritacoruzzi2
 

Mentre navigavo cercando gli ultimi dati sui referendum e i vari commenti sul voto, diventato politico e non più referendario, mi sono resa conto che non ho più voglia di essere manovrata in questo modo e che preferisco fare altre scelte, e andare a curiosare su altri temi, che se non sono più importanti, solo però per me più interessanti.

La notizia che mi ha colpito è l'ennesimo suicidio in carcere di un detenuto condannato all'ergastolo, ma quello che fa tremare il cuore non è tanto la notizia in sè, quanto ciò che hanno scritto i compagni del suicida: parole che non possono non venire ascoltate. Io non sono contraria che la giustizia segua il suo corso e condanni alla giusta pena chi ha sbagliato, ma sicuramente anche i detenuti hanno diritto ad essere considerati come esseri umani e trattati di conseguenza.

Questo l'articolo che ho trovato:

Carcere/ "L'ergastolo è una non vita: aboliamolo"
Lunedí 13.06.2011 13:50

FORUM/ Secondo te l'ergastolo è una pena utile?

"L'ergastolo ostativo.. essere morti vivendo in carcere.. troppo comodo credere che non esiste ma in realtà questa è la pena detentiva maggiore in Italia. Dal 1992, per particolari categorie di reati, l'ergastolo è diventato una tortura medioevale. Con l'ergastolo ostativo, infatti, cessano tutti i benefici di legge e quindi dal carcere non esci mai, anzi diventa una tomba". Ecco il  video prodotto dagli ergastolani di Spoleto sull' "ergastolo ostativo"

 

 

Mentre in questi giorni si dà ampio spazio ai commenti sulla liberazione di Cesare Battisti in Brasile, della “Pena di morte viva” che esiste in Italia nessuno vuole parlarne e neanche dei continui e inarrestabili suicidi in carcere.

Nei giorni scorsi si è impiccato a Spoleto un uomo condannato all'ergastolo, già in carcere da 22 anni. Quasi nessun giornale ne ha parlato, poco è trapelato e questa morte è passata ancor più inosservata delle altre, tra l’indifferenza di chi non vuole rendersi conto della carneficina che si sta consumando dentro le nostre galere.

Quest’uomo due giorni prima aveva avuto conferma di avere una pena ostativa ai benefici penitenziari. Sapete che significa allo stato attuale? Nessuna possibilità di uscire, mai, una reale fine pena mai che dura fino alla morte, tutti i santi giorni in carcere fino alla morte.

Nazareno non ce l’ha fatta e due giorni dopo averlo saputo, alla prima occasione in cui è rimasto solo, ha preferito la morte, ha scelto di morire. E’ desolante e demoralizzante tutto questo, oltre che profondamente ingiusto, di un’ingiustizia che urla, ma l’urlo questa volta è addirittura quello di un morto; non ci rimane che l’assurda speranza che questa morte possa toccare il cuore di qualche giudice e legislatore. Sì, lo so, non lo saprà nessuno, tutto già è nell’oblio e la morte di Nazareno  forse è stata vana, ma noi siamo dei sognatori, lasciateci sognare: "Sognamo una fine pena per tutti che non sia la morte".

 

Ecco cosa scrivono due compagni dell’ergastolano suicida:

 

Silenzio!!!

 

Un ergastolano ostativo si è appena suicidato.

Nelle sezioni di alta sicurezza è piombato un silenzio assordante.

Nazareno ha staccato la spina. Si è impiccato.

Perché?

Forse perché stava poco bene?

Forse perché dopo 22 anni di galera si era stancato?

Pochi giorni fa lo stesso aveva appreso la notizia che la sua istanza tendente a ottenere un permesso era stata rigettata.

La motivazione per la quale Nazareno si è visto negare il permesso non ve la dico. Tanto la sapete già. Ne abbiamo parlato tante volte, ricordate?

Chi viene condannato all’ergastolo ostativo può usufruire dei benefici penitenziari solo a condizione che questo diventi un delatore, un collaboratore di giustizia. Te la devi cantare!!!

Chi sono gli ergastolani ostativi?

Ebbene, non ve lo dico.

Tanto lo sapete già. Ne abbiamo parlato tante volte, ricordate?

Gli ergastolani ostativi sono coloro che a torto o a ragione avrebbero ucciso altri pregiudicati in un contesto di “guerra”.

Non so perché Nazareno abbia deciso di togliersi la vita, immagino però quello che avrà detto nel momento in cui ha dato un calcio allo sgabello. Fanculo!!!

Ciao Nazareno

Si porgono sentite condoglianze ai famigliari di Nazareno.

 

Gino Rannesi -  Spoleto,  Giugno 2011

 

 

Un uomo ombra scrive al filosofo Giuseppe Ferraro

 

Un ergastolano si toglie la vita nel carcere di Spoleto.

Si muore una sola volta, ma per tanto tempo (Molière).

Giuseppe, ho scelto un brutto giorno per rispondere alla tua lettera perché oggi l’Assassino dei Sogni di Spoleto s’è divorata una vita.

Una guardia mi ha appena sussurrato che s’è tolto la vita un detenuto del quarto piano della media sicurezza.

Per adesso sappiamo solo che si chiama Nazareno, aveva l’ergastolo e si è impiccato fra le sbarre della sua cella.

Un altro prigioniero che amava la vita e per continuare ad amarla è dovuto morire perché in carcere si vive una non vita.

In galera si continua a morire, ma nessuno fa nulla perché la morte dei “cattivi” non interessa quasi a nessuno.

Nel mio diario ho scritto:

- Ciao Nazareno, ti ammiro per esserti rifiutato di vivere una vita da cani.

Spero un giorno di avere anch’ io il tuo coraggio.

Buona morte.

Giuseppe, nella tua lettera mi parli di vita: “Non riesco a fare differenza tra la libertà e la vita” ma quanti altri ne devono “morire” perché i buoni si accorgano di noi?

Come farò a dormire questa notte con la scena davanti agli occhi di un uomo ombra appeso alle sbarre di una finestra di una cella?

Io sono al primo piano, invece lui era al quarto.

Ora lui non c’è più, mentre io ci sono ancora.

Questa notte mi sarà difficile dormire.

Questa sera cercherò un po’ di conforto nel tuo cuore perché il mio è troppo triste per state con lui. Giuseppe, senza speranza non ci può essere vita.

Gli uomini ombra lo sanno, per questo alcuni decidono di ammazzarsi.

E non lo fanno per paura.

Piuttosto lo fanno per sentirsi ancora vivi.

Per sentirsi ancora umani.

Giuseppe, questa sera l’Assassino dei Sogni odora di morte.

Nazzareno se n’è andato perché amava la libertà più che la vita.

Anch’io la amo tanto, ma non abbastanza, perché non ho il coraggio di ammazzarmi e questo mi fa stare male.

Non capirò mai perché continuo a vivere una vita che non è più mia, ma dell’Assassino dei Sogni.

Ci deve essere in me qualcosa di sbagliato.

Che fare?

Lanciamo la proposta di costituire un Comitato per l’abolizione dell’ergastolo per chiedere l’adesione di giuristi, intellettuali, uomini politici, giornalisti e gente comune.

Giuseppe, non credo alla speranza, eppure devo sperare un po’ tutti i giorni per continuare a vivere questa non vita.

Questa sera il mio cuore non ti può mandare nessun sorriso perché è triste e malinconico.

Ti posso solo dire che ti voglio bene.

 

Carmelo Musumeci, Spoleto 03/06/2011

 
 
 
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