Creato da ritacoruzzi2 il 08/04/2011
 

ARCOBALENO

blog di Marta Martelli

 

 

RAGAZZO TREDICENNE INVENTA LO SMART BELL, IL CAMPANELLO COLLEGATO AL CELLULARE

Post n°24 pubblicato il 07 Giugno 2011 da ritacoruzzi2
 
Foto di ritacoruzzi2

L'invenzione di un 13enne britannico: il campanello che allontana i ladri

Lo connette al cellulare del proprietario, che potrà
far finta di parlare come se fosse in casa

Lo Smart bell (da Dailymail.co.uk)

MILANO – Una delle scene più divertenti del film Mamma ho perso l'aereo, mostrava l'invettiva di un ragazzino nel convincere i ladri di non essere solo in casa, inscenando trucchi di ogni genere. E oggi, a oltre vent'anni di distanza, è ancora un ragazzino di 13 anni a mettere a punto un sistema tecnologico che convinca i malintenzionati della presenza in casa dei proprietari. È un campanello come tutti gli altri, almeno dal di fuori, ma all'interno nasconde un chip 3G che se attivato collega il pulsante accanto alla porta al cellulare del padrone di casa. Che potrà rispondere, facendo finta di essere dall'altro lato della porta anche se si trova in ufficio o al parco giochi.

SCACCIA-LADRI – Proprio come un banale interfono, il proprietario parlerà a chi sta suonando e potrà capire chi lo sta cercando. Lo stesso sistema (formato da uno scatolotto con all'interno una sim telefonica) permette anche di mettere in scena (solo audio) momenti di normale vita casalinga, ricreando i cosiddetti «rumori bianchi» di sottofondo: una lavatrice in azione, un'aspirapolvere in movimento per casa. Tra i consigli per l'uso, si legge anche quello di dare informazioni al postino, o al ragazzo che consegna i pacchi, su dove e come lasciare eventuali oggetti in arrivo.

  IL 13ENNE MILIONARIO - Il sistema, chiamato Smart Bell, è piaciuto così tanto alle aziende a cui è stato proposto che la Commtel Innovate (azienda britannica che vende accessori per la telefonia) ne ha già prodotti 20 mila esemplari, che saranno in vendita in Gran Bretagna a 40 sterline l'uno, mentre una seconda società si appresta a comprarne altri 25 mila. Il che significherà, per il conto in banca di Laurence Rook, il 13enne che ha avuto l'idea, 250 mila sterline (circa 280 mila euro) di guadagno nelle prossime settimane. Certo, il giovane quasi-magnate della telefonia britannica non ha fatto tutto da solo: ha avuto due genitori che hanno creduto nella sua idea, e la fortuna di conoscere una inventrice famosa nel mondo tech per aver vinto diversi concorsi per tecnologie innovative. È stata lei – Paula Ward – ad aiutare Laurence a mettere a punto il prototipo, e ad aiutarlo a farlo circolare. Dalla sua casa nel Surrey il 13enne promette che conserverà il denaro guadagnato per andare all'università, ma si lascia anche scappare un commento più consono alla sua età: «Wow, posso comprarci un sacco di giochi per pc».

 
 
 

ITALIANI DEPRESSI E AGGRESSIVI

Post n°23 pubblicato il 06 Giugno 2011 da ritacoruzzi2
 
Foto di ritacoruzzi2

E' preoccupante l'esito dell'indagine del CENSIS sulle abitudini degli italiani, che risultano più aggressivi e depressi, e con un eccesso di individualismo da curare. La società è in crisi, e non solo economica, ma soprattutto di valori e relazioni. 
Piu' aggressivi e depressi, italiani in crisi Indagine Censis:
06 giugno, 18:15

  di Alice Fumis 

ROMA - Sono più aggressivi, più depressi, più narcisisti, ma soprattutto pensano che, se non rispettano le regole, l'unico giudice a cui devono rispondere è la loro coscienza, a volte particolarmente permissiva. E' una "crisi antropologica" quella che stanno vivendo gli italiani. C'é un eccesso di "individualismo" nella società, ha affermato il presidente del Censis, Giuseppe De Rita - presentando oggi l'indagine "La crescente sregolazione delle pulsioni" - che "non finirà con il berlusconismo".

Tra il 2004 e il 2009, ricorda il Censis, le minacce e le ingiurie sono aumentate del 35,3%, le lesioni e le percosse del 26,5%, i reati sessuali del 26,3%. In 10 anni, dal 2001 al 2009, il consumo degli antidepressivi è raddoppiato (+114,2%), mentre nel 2010 gli interventi di chirurgia estetica sono stati circa 450 mila. In crescita anche la pericolosità del consumo di droga (le persone prese in carico nei Sert per consumo di cocaina sono aumentati negli ultimi anni del 2,5%) e i giovani consumatori a rischio di bevande alcoliche (dal 2009 al 2010 sono passati dal 14,9% al 16,6%).

C'é poi una pulsione a una relazionalità virtuale: da settembre 2008 a marzo 2011 gli utenti italiani di Facebook sono passati da 1,3 milioni a 19,2 milioni e ogni giorno vi trascorrono in media 55 minuti. Secondo l'indagine del Censis, la riduzione del controllo sulle pulsioni si spiega anche con l'atteggiamento individualistico degli italiani nei confronti della società. L'85,5% del campione (1.500 persone) pensa che l'unico arbitro dei propri comportamenti sia la propria coscienza. Per il 67,6% le regole non devono soffocare la libertà personale e per il 63,5% (76,9% nel caso dei giovani tra i 18 e i 29 anni) si può essere buoni cattolici anche se non ci si adegua alla morale sessuale della Chiesa. Interrogati sull'aggressività, 7 italiani su 10 dicono che se non ci si fa rispettare, non si otterrà mai il rispetto; il 48,6% pensa che a volte sia giusto difendersi da solo, anche con le cattive (61,3% tra chi vive nelle grandi città) e il 21,2% ritiene che in un mondo di furbi sia necessario adeguarsi e diventare come gli altri.

Gli italiani sono pronti anche ad accettare compromessi per raggiungere i loro obiettivi (46,4%) e il 16,9% pensa che sia legittimo che una bella donna usi anche il suo corpo per avere successo. Soprattutto i più giovani, il 44,8% tra i 18-24enni, é convinto che ci siano dei momenti di svago in cui è lecito trasgredire. "Silvio Berlusconi - ha concluso De Rita - non è l'autore di questo ciclo individualistico, ma solo un navigatore sull'onda. Il ciclo resterà anche dopo la fine del berlusconismo: l'unica speranza è il ritorno del rapporto tra moralità e peccato e la fine del pensiero secondo cui ci sono solo io e l'altro non esiste. Il berlusconismo siamo stati noi, abbiamo determinato noi l'individualismo, che ora si rivela una realtà da curare".

 
 
 

IL PAPA A ZAGABRIA

Post n°22 pubblicato il 05 Giugno 2011 da ritacoruzzi2
 
Foto di ritacoruzzi2

Il Papa contro le coppie di fatto: 'Convivenza non è famiglia'Messa a Zagabria nella giornata conclusiva della visita in Croazia del Pontefice. Un appello a fare figli e non aver paura è arrivato oggi da Benedetto XVI05 giugno, 19:25

ZAGABRIA - Un appello a fare figli e non aver paura è arrivato oggi dal Papa, che a più riprese nel corso dell'omelia pronunciata durante la messa a Zagabria si è rivolto alle famiglie. "Non bisogna avere timore - ha affermato Benedetto XVI - di impegnarsi per un'altra persona. Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità. L'apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro". Benedetto XVI ha anche ribadito la necessità di "provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generale ed educare i figli".

Il Papa ha anche invitato a educare i figli ai valori cristiani: "Cari genitori - ha detto - impegnatevi sempre ad insegnare ai vostri figli a pregare e pregate con essi; avvicinateli ai Sacramenti, specie all'Eucarestia; introduceteli nella vita della Chiesa; nell'intimità domestica non abbiate paura di leggere la Sacra Scrittura". Il Papa, come già aveva fatto ieri nei discorsi tenuti durante la prima giornata a Zagabria, ha letto in croato alcuni passaggi dell'omelia, poi tradotti in italiano. La particolare attenzione dedicata al tema della famiglia si deve anche la fatto che il viaggio in Croazia avviene in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate.

"Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria o addirittura sostitutiva del matrimonio". E non riducete l'amore a "emozione sentimentale", a "pulsioni". Lo ha detto Benedetto XVI durante la messa a Zagabria nella giornata conclusiva della sua visita in Croazia. Il Papa ha incentrato la sua omelia sul valore della famiglia, esposta "a una crescente disgregazione", mentre rappresenta la via per "vivificare il tessuto sociale". E ha riaffermato "il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio".

Coltivando "come ideale il benessere individuale attraverso il consumo di beni materiali ed esperienze effimere", ha detto il Pontefice, "si riduce l'amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi e senza apertura alla vita. Siamo chiamati a contrastare questa mentalità ". Ovunque - ha rimarcato il Papa - la famiglia "deve affrontare difficoltà e minacce, quindi ha particolare bisogno di essere evangelizzata e sostenuta". Anche perché la famiglia "é la strada fondamentale" "per vivificare il tessuto sociale del Paese", oltre che la Chiesa.

CROAZIA, CONTESTAZIONI MOVIMENTI LAICI E GAY - Sono state tre finora a Zagabria le manifestazioni contro la visita di papa Benedetto XVI, ad opera di gruppi e movimenti di atei e di organizzazioni per la tutela dei diritti di gay e lesbiche. Venerdì, alla vigilia dell'arrivo del Pontefice, vi era stata la prima manifestazione di questo tipo mai avutasi in precedenza a Zagabria, con gli organizzatori che hanno espresso il proprio disappunto per la politica della Chiesa cattolica, criticando in particolare Benedetto XVI, accusato di non rispettare i diritti umani. Alcune delle settanta persone radunatesi nel centro di Zagabria hanno mostrato cartelli con scritte quali "I preservativi salvano la vita", "La Chiesa senza politica - lo Stato senza prediche". Ieri una quarantina di persone, su invito di una ong denominata "'Non sono credente'', nel momento in cui papa Benedetto XVI è giunto in territorio croato, ha donato il sangue nel centro per le trasfusioni di Zagabria. "Per la società non c'é atto più umano e socialmente più utile della donazione del sangue", hanno detto i contestatori spiegando che "l'appartenenza a una religione e la preghiera non possono sostituirsi di per sé alla partecipazione attiva e responsabile alla società". L'organizzazione per la difesa dei diritti di gay e lesbiche "Queer Zagreb" ha allestito dal canto suo una mini-rassegna di film che tematizzano la controversa posizione della Chiesa cattolica verso l'omosessualità. L'evento si è tenuto ieri sera in un cinema a pochi passi dalla piazza centrale di Zagabria, in concomitanza con la veglia del Papa con i giovani cattolici. Il festival è stato aperto con il film documentario italiano "All'improvviso l'inverno scorso", la storia di due ragazzi gay romani che nel 2007, nell'arco di pochi mesi, vedono svanire il loro sogno di regolarizzare la loro unione tramite la legge sui Dico, annunciata dal governo presieduto da Romano Prodi, ma naufragata a causa, come si lascia intendere chiaramente nel film, dell'intervento contrario della Cei e del Vaticano.

Questa è la notizia diffusa dall'ANSA oggi, pochi minuti fa. Certamente il discorso del Papa farà molto discutere: quello che ha toccato è un tema scottante e molti sono in totale disaccordo con quanto viene affermato dalla Chiesa in materia di matrimonio, procreazione e famiglia.
Questo il primo commento dell'On . Anna Paola Concia:
"Il Papa ha ragione": commenta così, a sorpresa, Anna Paola Concia, le parole di Benedetto XVI su famiglia e convivenza. Ma subito dopo la deputata del Pd, unica parlamentare omosessuale dichiarata e convivente da anni con una donna tedesca, spiega: "é assolutamente vero e sono d'accordo che bisogna impegnarsi a costruire legami duraturi. Allora diamo la possibilità a tutti coloro che si amano e vogliono impegnarsi di sposarsi". "Sposarsi non è un obbligo, si faccia in modo che chi vuole costruire un progetto di vita insieme possa farlo, a prescindere dall'orientamento sessuale".

Sicuramente ognuno è libero di scegliere il comportamento che ritiene più opportuno in una società democratica, ma io credo che se non ci impegnamo ad un ritorno ai valori forti e saldi della nostra tradizione, faremo un grande danno alla società futura dove i nostri figli si troveranno a vivere senza valori, senza fede, senza impegno. Non è questo che io voglio per mia figlia e per tutti i giovani che dovranno presto prendere in mano le sorti dell'Italia.
Forse sarò considerata retrograda, antica, ottusa ecc. sono pienamente consapevole del rischio che corro ad esprimere queste idee, ma io penso al bene ultimo, che non è la libertà facile di fare quello che si vuole, ma l'impegno spesso faticoso di costruire qualcosa di duraturo e bello. Questo "qualcosa" può essere il matrimonio, l'amicizia, il rispetto per gli anziani, i genitori, gli ammalati, e può anche essere la voglia di verità, di sincerità, di felicità. Tutto ciò non piove dal cielo a nostro comando, ma si deve guadagnare faticosamente con lo sforzo di volontà per costruire un mondo migliore.

Cari giovani, prendete le parole del Papa come un'indicazione per un cammino che forse non è facile, ma è certamente quello che porta a relazioni più profonde, a un impegno relazionale più sincero, a una vita più felice.

Aspetto i vostri commenti (anche molto negativi, non importa), parliamo di cose serie.

 
 
 

L'EUTANASIA E' NATA QUI

Post n°21 pubblicato il 03 Giugno 2011 da ritacoruzzi2
 

Morto dottor Kevorkian, paladino dell'eutanasiaAveva aiutato a morire oltre 130 malati terminali
03 giugno, 19:49

 

Morto dottor Kevorkian, paladino dell'eutanasia

di Cristiano Del Riccio

WASHINGTON - Il medico Jack Kevorkian, celebre paladino della causa del suicidio assistito, è morto oggi in ospedale negli Usa. Aveva 83 anni. Da tempo soffriva di problemi di reni e cuore ed era stato ricoverato due settimane fa. Kevorkian era diventato a partire dal 1990 il più famoso paladino della campagna a favore del suicidio assistito sostenendo che i malati terminali avevano il diritto di scegliere di morire se lo desideravano. "Morire non è un crimine", sosteneva. Sottoposto a numerosi processi nel Michigan, dove era nato il 26 maggio 1928 da genitori armeni, era sempre stato assolto. Ma nel 1999 era stato condannato a 25 anni di prigione per omicidio di secondo grado per avere effettuato una iniezione che aveva portato alla morte di Thomas Youk. Kevorkian aveva trascorso otto anni in carcere uscendo nel 2007, per buona condotta, a condizione che non aiutasse più altre persone a morire. Il medico era diventato un personaggio nel 1990 quando aveva aiutato a morire Janet Adkins, una donna anziana cui era stato diagnosticato il Morbo di Alzheimer. Era stato processato per omicidio ma le incriminazioni erano state annullate dopo che era emerso che lo stato del Michigan non aveva leggi contro il suicidio assistito e così Kevorkian non aveva violato alcuna legge. La vicenda aveva aperto un dibattito nazionale sulla eutanasia.

Nel 1991 comunque lo stato del Michigan aveva revocato a Kevorkian la sua licenza da medico sottolineando che il suo comportamento non lo autorizzava più ad avere contatti con i pazienti o a svolgere la professione. Tra il 1990 e il 1998 Kevorkian ha portato avanti la sua campagna a favore dell'eutanasia prestando assistenza a 130 persone che desideravano morire. In ciascuno di questi casi aiutava i malati terminali a collegarsi con dispositivi da lui inventati per favorire il suicidio. Ma era sempre il malato a mettere in azione il dispositivo che portava alla morte. Nel novembre 1998 un programma televisivo mostrò un video girato due mesi prima dallo stesso medico nel quale il paziente terminale Thomas Youk, 52 anni, veniva ucciso da una iniezione letale fatta dal paladino della eutanasia. Nel marzo 1999 Kevorkian fu incriminato per omicidio di secondo grado. Il caso Youk era diverso dal passato perché presentava una situazione dove lo stesso Kevorkian era il responsabile diretto della morte del malato. La giuria giudicò il medico responsabile di omicidio di secondo grado perché aveva ucciso direttamente una persona, anche se consenziente.

Kevorkian ha passato otto anni in carcere. Tornato libero nel 2007 Kevorkian ha mantenuto la promessa di non effettuare altri suicidi assistiti portando avanti nello stesso tempo la sua campagna per convincere l'America che l'eutanasia non è un reato. La vita di Kevorkian è stata raccontata in un film televisivo della HBO, intitolato 'You Don't Know Jack', dove il ruolo del medico era interpretato da Al Pacino, che vinceva un Golden Globe per la sua interpretazione del paladino della eutanasia.

Papà Englaro sarà molto triste ad apprendere questa notizia, credo si senta molto vicino al "Dr. Dead" americano, lui che ha cercato in tutti i modi e per anni di fare morire la figlia. Povera Eluana! E povere tutte le vittime di questi assassinii, perchè io ritengo che si tratti proprio di assassinio, e non di suicidio assistito, questo è un termine che non ha senso, è un ossimoro. Io sono e sarò sempre per la vita, in tutti i modi in cui essa si presenta, anche nelle forme di sofferenza e di malattia. La vita è sacra e inviolabile, sempre e comunque. 

 
 
 

ALTRI PERICOLI DEL WEB

Post n°20 pubblicato il 03 Giugno 2011 da ritacoruzzi2
 

E' di oggi la scoperta di una pagina di facebook inneggiante alla violenza e che non è stata bloccata ed eliminata. lo sarà presto, ma in ogni caso anche questi sono i pericoli del web, che poi è la realtà in cui viviamo, perchè la rete riflette esattamente la società come in uno specchio. Anche nel mondo reale, purtroppo ci sono persone cattive, c'è violenza e inganno, ma per fortuna ci sono tante persone buone, c'è disponibilità, volontariato. Cerchiamo di usare gli strumenti che abbiamo a disposizione per il bene, ma stiamo attenti dove andiamo a mettere le mani ( e i piedi).

"Giusto uccidere gli animali e i down": Facebook non elimina la pagina choc
Venerdí 03.06.2011 17:45

"Usare le bombe a mano per uccidere i gatti selvatici è fantastico!". "Spaccare la testa dei gatti a badilate? Si, mi piace". "Ops, mi sa che ho ucciso tutti i cani del quartiere, ora, mi tocca passare ai figlioletti dei miei vicini di casa. Sono idioti, inutili, e urlano così tanto che la notte nessuno del quartiere riesce a dormire. É la volta giusta per metterli a tacere, per sempre". Sono alcune delle frasi choccanti pubblicate su 'STEFANizzate', un gruppo su Facebook, creato da un utente che dichiara di chiamarsi 'Lauretta' e che da un anno si scaglia contro chiunque sia considerato "un fastidio" per la società. 

stefanizzate facebook

L'amministratore/trice del gruppo non se la prende solo con gli animali ma anche con i down: "Oggi ho aizzato un ferocissimo cane contro un bambino down. Lo ha dilaniato. Dopodiché, ho denunciato il padrone del cane e l'ho costretto a fare sopprimere la bestia. Due piccioni con una fava", si legge su Facebook.

Pubblicati anche commenti inneggianti a fatti di cronaca nera, come l'omicidio di Sarah Scazzi: "Per tutti quelli che hanno festeggiato quando hanno saputo della morte di Sarah Scazzi! Grazie zio Miky, sei stato un eroe, siamo tutti con te e col tuo cappello fashion!"

La pagina 'STEFANizzate' registra oltre 5mila fan. Gli utenti lasciano commenti contrapposti: c'è chi appoggia le dichiarazioni di 'Lauretta' e chi invece esprime giudizi negativi. Varie anche le pagine contro 'Lauretta', create sempre su Facebook: da "Stefanizzate deve chiudere", a "Fermiamo Stefanizzate" fino a "Tutti contro Stefanizzate". Ma a nulla sono valse le proteste di tanti utenti del social network che da tempo chiedono la chiusura del gruppo 'STEFANizzate'. E c'è chi inizia a dubitare della veridicità del gruppo, ipotizzando che possa trattarsi di un'operazione pubblicitaria per testare le potenzialità virali del social network.

E 'Lauretta' continua a scrivere: "Ormai è un anno che mando avanti le mie pagine. Ed è da un anno che mi avete denunciata, minacciata e via dicendo. Il risultato? Nessuno. Voi continuate a piagnucolare ed io sono sempre qui. Siete così stupidi da non capire che non potete niente contro di me? Continuate a farmi divertire".

 
 
 

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