Creato da: procino995 il 04/05/2010
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Gatti assassini, è di nuovo allarme.

Post n°2290 pubblicato il 21 Novembre 2014 da procino995
 
Foto di procino995

Un articolo sul New York Times lancia nuovi dati sulle azioni "killer" dei felini, che negli Usa stanno diventando come il fumo: "socialmente inaccettabili". Altro che morbidi amici a quattro zampe pronti a fare le fusa o farsi accarezzare sul divano: negli Usa i gatti si stanno guadagnando una fama da "killer" così spietati che ultimamente sta prendendo piede la tendenza a considerare i felini come "socialmente inaccettabili", L'allarme sui gatti assassini arriva ancora una volta da Oltreoceano, da dove già un anno fa si era scatenato il dibattito, di cui si era occupato anche Panorama.it. Il problema starebbe nel fatto che i cosiddetti outdoor cats, ovvero i gatti abituati a scorazzare tranquillamente fuori casa, per poi tornarci dopo due, tre o cinque giorni, sarebbero diventati dei veri "predoni", in grado di sterminare intere specie di uccelli e persino molti altri animali. Le vittime designate dei felini, infatti, non sarebbero solo i volatili, nè soltanto i classici ratti e topi: a fare una "fine orrenda", come raccontato dalle pagine del New York Times da Richard Conniff, sarebbero anche conigli e scoiattoli, rettili e anfibi, oltre ad altri piccoli mammiferi. Secondo il quotidiano i felini stanno diventando un vero problema soprattutto per l'equilibrio della fauna. La National Audubon Society sostiene che ci siano 20 specie tipiche di uccelli del Nord America - dalle allodole dell'est agli sparvieri campestri - che ora sono in via di estinzione. Dal 1967 il loro numero è diminuito del 68%, per una serie di motivi. Lo stesso accade in Gran Bretagna, dove dal 1995 la popolazione di uccelli, compresi ad esempio i colombi, è drasticamente scesa del 85%, i cuculi sono diminuiti del 50% e le pavoncelle del 41%. "Se questi fossero i numeri del mercato azionario, la gente dovrebbe buttarsi giù dai palazzi. Ma quello che maggiormente più colpisce di questo fenomeno, chiamato dai biologi la seconda primavera silenziosa, è che la gente tende a non ascoltarlo" spiega dal NY Times Conniff, lui stesso ex proprietario di un outdoor cat.

 
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