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Prima non avevo mai donato il sangue. Quando sono giunta negli uffici del centro trasfusionale mi hanno fatto parlare con una persona, credo un medico, il quale mi ha fatto una serie di domande private, anche sulla mia vita sessuale. Quando gli ho detto che sono omosessuale lui mi ha risposto che purtroppo non potevo donare il sangue in quanto il mio rapporto sentimentale è considerato ‘a rischio' per la trasmissione di malattie veneree. Ma io e la mia compagna siamo una coppia normale, ci amiamo e rispettiamo come e forse più di tante altre coppie‘. La struttura ospedaliera negò la discriminazione, affermando che la valutazione scrupolosa del medico era legata allo stile di vita della donna in un arco di tempo molto lungo, dunque in coerenza con la legge) Era La denuncia di una donna di 39anni ai media. I gay possono donare il sangue in Italia? La domanda è lecita visto che nel corso di questi anni sono stati denunciati sui giornali alcuni presunti episodi di discriminazione nei confronti degli omosessuali da parte di medici e strutture ospedaliere, i quali si sarebbero rifiutati di effettuare il prelievo adducendo come scusa lo stile di vita e l'orientamento sessuale di coloro che si erano presentati. È noto che per donare il sangue in Italia il volontario deve sottoporsi ad una serie di procedure atte a valutarne l'idoneità alla donazione stessa: oltre ad un colloquio e ad alcuni esami di rito, il potenziale donatore deve sottoscrivere un modulo di consenso informato in cui vi sono alcune domande che devono accertare eventuali comportamenti ‘a rischio', a prescindere dall'orientamento sessuale. La legge non vieta la donazione agli omosessuali, ma esclude chiunque abbia una vita sessuale promiscua senza ricorrere ad un'adeguata profilassi.