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Messaggi del 13/02/2015

 

Facebook e le “cat-punching pages”, la violenza sui gatti per San Valentino. Passate parola.

Post n°2334 pubblicato il 13 Febbraio 2015 da procino995
 

Girano ormai da qualche giorno, su Facebook, inquietanti pagine che incitano agli abusi sugli animali. Si tratta delle "Cat-punching pages" (letteralmente prendi a pugni il gatto), inventate da qualche pazzo giusto per il giorno di San Valentino. Sono piene di immagini di animali maltrattati, frutto della mente di persone sadiche e malate.
La prima è stata l'evento "Valentine's Day Cat-Punching", chiusa per le proteste degli utenti grazie ad un contro-evento che ha raggiunto quasi trentamila adesioni. Poi però, nel corso della settimana ne è nata un'altra (Valentine's Day Cat Punching Memorabilia), chiusa ieri grazie, anche, all'intervento dell'Interpol e delle associazioni animaliste. All'inizio Facebook non aveva intenzione di rimuoverla ma poi, spiega il portavoce Andrew Souvall, «abbiamo riesaminato la pagina e ci siamo accorti che violava i nostri strandard, così l'abbiamo rimossa».
Michael Ruzza, che ha dato inizio alla prima petizione, ha spiegato che sua figlia gli ha mostrato la pagina domenica sera. «C'era il video di un piccolo gatto a cui veniva dato fuoco, in un cortile, da un gruppo di ragazzini (il video ha fatto il giro del web facendo inorridire molte persone giusto qualche mese fa, ndr)».
In tanti si sono chiesti se tutto ciò fosse legale. Una decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, nel 2010 dichiarava da bannare tutti i video circolanti in rete in cui si mostrano atti di crudeltà nei confronti degli animali. «Facebook può consentire di postare qualsiasi cosa purché sia legale - spiega John Watson, avvocato e direttore del Dipartimento di Giornalismo della American University -. E' una questione che riguarda la libertà di parola a anche la sua responsabilità. Il solo fatto che la legge ti protegga non significa che lo si debba permettere. Sono certo che Facebook abbia ricevuto molte opposizioni da parte degli utenti per il suo comportamento troppo permissivo».

 

 
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