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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

 

« L'IMITAZIONE DI CRISTOCOME IL CACCOLA SE LO BEVVERO »

LA CAVEZZA DELLA CURIA

Post n°1813 pubblicato il 13 Gennaio 2015 da anonimo.sabino
 

42.

     Appena appena d’Efeso si squaglia

il Poco verso Grecia e Macedonia

che di ritorno subito le taglia;

dato che ovunque vigila e l’assale

l’onda d’ebraiche bili.

E non sfuggire all’ultimo, fatale

impatto con l’ebraica Babilonia,

che non più messe incantano e monili;

come il suo Gesucristo

attrattovi e rimasto

man mano solo con il suo destino.

Appena il tempo di risuscitare

(chissà perché) in un porto un ragazzino;

di dare ai santi d’Efeso un saluto,

di aver da Pippo stanza

in Libano, fraterno benvenuto

dalle sue figlie e un cupo profetare.

Ed eccolo a Salemme, su ordinanza

di spiriti balzani

recata dai picciotti vaticani.

     Papa Giacomo fa grave:

“Gloria al Cielo, che guadagna

come mozzi della nave

anche figli della cagna;

grazie a te! Però il vascello

di Gesù d’ebrei abbonda.

Non marchiavi la Gironda?

Noi, pazienza. Solo a tre

portò Pietro il pio fardello

dei precetti? E tu, macché!

     Lupi rapaci

mo chiami i chierici da noi mandati ai Greci.

Per sinagoghe

ospite indegno accendi ancora risse e fughe…

     Anzi, ci si dice che tu escludi i circoncisi

dalla salvezza; che gli Ebrei ti sono invisi,

quasi che non fosse ebreo Gesù; mentre rubacchi

fedeli che distacchi

da comunità cristiane e no… Così fomenti

persecuzioni”. “Io? Giammai!” “Beh, son furenti

tutti. Il mio consiglio è palesarvi, tu e i tuoi,

veri giudei

(come ben ricordi che al gentile è stato imposto

perché si aggreghi a Cristo),

purificandovi da ebrei nel sacro tempio

e così dando agli ellenisti il buon esempio”.

     “Non è prova affatto cruda,

per chi onora i padri nostri

come me, che non son giuda”.

“N’ero certo. E che lo mostri

come ho detto (adesso taci!)

anche a chi t’incolpa e t’odia.

Paga i riti e la custodia

che la Tora stabilì

sia per questi tuoi seguaci

che per te: cento tarì”.

 

Cessato il tumulto, Paolo partì… per la Macedonia… e la Grecia… Dopo tre mesi… per un complotto dei Giudei, riattraversò la Macedonia…A Troade… un ragazzo di nome Eutico… sopraffatto dal sonno, cadde dal terzo piano… “Non vi turbate: è vivo”… Passando al largo di Efeso… mandò a chiamare da Mileto gli anziani… “Vado a Gerusalemme senza sapere ciò che mi accadrà, avvinto dallo Spirito… E so che, partito io, entreranno fra voi lupi rapaci…” A Tiro… e poi a Cesarea dall’evangelista Filippo…consigliavano Paolo di evitare Gerusalemme… Qui i fratelli ci festeggiarono; e l’indomani Paolo andò da Giacomo… “Vedi, fratello, quante migliaia di giudei son venuti alla fede pur restando gelosi della Legge? Invece tu… Ora ti andrai  a purificare con questi quattro e pagherai tu l’offerta per loro…”  (Atti 20–21,26)

 
 
 
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