L'altra campana

SHELA (pausa nel salmodiare)

LO SCHIAFFO DI SAMEREH ALINEJAD

     A questa donna iraniana voglio dedicare la shela della nostra Pasqua.

     E’ la madre di un ragazzo ucciso dal coltello di un coetaneo in una lite di strada. Quattro anni fa aveva perso l’altro figlio in un incidente stradale. La legge iraniana aveva condannato a morte per impiccagione l’accoltellatore. Mentre questi, con una benda nera sugli occhi, attendeva sul palco che la corda gli si stringesse attorno al collo, la madre della vittima, Samereh Alinejad, è salita sul patibolo, gli si è avvicinata, l’ha guardato in faccia e mentre lui piangeva chiedendo pietà, gli ha mollato un ceffone e poi gli ha sfilato il cappio, consentendone il perdono.

     “Sapete cosa vuol dire vivere in una casa vuota?” ha detto poi.

     Non ha permesso che succedesse a un’altra madre. E da madre ha ricordato anche alle nostre la necessità di educare i figli, magari a ceffoni, anziché viziarli e prenderla con i medici o con gli insegnanti o con i compagni se all’ospedale o a scuola o in strada qualcosa va tragicamente storto.