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Post n°1954 pubblicato il 29 Luglio 2015 da anonimo.sabino
Mantenni l’impegno che mi ero preso di sorbirmi quasi tutti i mattoni della patristica, nella speranza di trovarvi uno sprazzo di luce o almeno qualche testimonianza storica: ma i sant’Ambrogio, i sant’Agostino, i san Girolamo si limitavano ad esaltare come tifosi una fede acritica; gli apologeti a difenderla dalle denigrazioni; nel comune presupposto che un dio si doveva avere. In tutta la civiltà greco romana, come poi nel medioevo, la pietà religiosa era virtù; e la presenza di altre religioni induceva ad aggiungere semmai altre credenze, senza rinunciare alle proprie. Così Roma aveva recepito con coerente ossequio tutte le religioni provenienti dai paesi conquistati, Cristo compreso. Il primo problema alla pietas venne proprio dalle religioni salvifiche (soterie), detentrici della salvezza in esclusiva; le più fanatiche, quindi; più di tutte fanatica quella cristiana, che condannava ogni altra come idolatria: si definivano i santi, per distinguersi dagli altri, tutti dannati. Ed extra ecclesiam non est salus. Fu l’effetto dirompente del razionalismo arabo a imporre dopo il primo millennio il principio della ragione sufficiente alla base del credere e a costringere la Scolastica a cercare le ragioni della fede. Se gli Avicenna e gli Averroè dell’aurora araba vedessero qualche sciame dell’Islam di oggi... Inutilmente avevo cercato in Tertulliano, in Giustino, in Origene o nel Crisostomo le ragioni della loro fede. E nella mia vita, prima che nella storia, vedevo come quell’arbitrio volontaristico che fissava certezze assolute, non libero trastullo della fantasia, producesse intolleranza e fanatismo, impulso alle più atroci aberrazioni della storia della civiltà cristiana, dall’oscurantismo alle crociate. Letture e prediche mi dicevano che quelle aberrazioni erano non effetti della fede, ma errori e abusi perpetrati in suo nome. E questo argomento sorresse a lungo la mia fede; ma più “abusi” conoscevo, più mi angosciava la loro sistematicità. Le stesse eresie (e tutta la storia del cristianesimo è storia di eresie) non erano che i tentativi continui, disperati, portati avanti dai grandi eretici, di restituire alla fede la sua immaginaria primitiva purezza. Immaginaria, appunto. Se non era la fede ma l’interesse a muovere conflitti e atrocità, perché proprio la fede poteva prestare all’interesse la giustificazione di cui aveva bisogno per non apparire come mera sopraffazione? Perché la fede, abbracciata senza una ragione critica, è essa stessa fanatismo e intolleranza. Voltaire aveva già fatto notare che fanatico deriva da fanum, sacello; fanatico vuol dire, etimologicamente, uomo di chiesa. |
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Oggi è l'onomastico di mia sorella e non solo ha il nome di una di quelle due sorelle (dal fratello più famoso), ma ha anche l'ostinazione e la cecità di quella Marta.
L'impressione che ho dal tuo racconto è di un porcellino d'India impegnato "anima e core" ad uscire dalla ruota cercando con ostinazione e cecità la fine e il senso del suo andare avanti, del cerchio ripetuto e dell'immobilità del movimento, troppo impegnato a voler arrivare a "demolire" la ruota da non accorgersi che spostando lo sguardo e la prospettiva delle zampette, esiste un'altra vita.
Fortunatamente noi non siamo criceti.
Buona serata, je t'embrasse très fort.
No. Significa capire che il problema non è la ruota e che energie e tempo, vita quindi, devono investirsi altrove e a questa comprensione che gli ingranaggi di cui racconti devono liberare proprio perché non siamo criceti.
Fabio, ho come l'impressione che tu sia rimasto impantanato. Non è non vedere o considerare o voler sminuire il tuo dolore, la tua vita, il tuo vissuto, la tua esperienza per i quali anzi ho tanto rispetto e provo affetto per quell'adolescente e poi giovane uomo la cui analisi e il cui sentire trovo talmente veri profondi e forti da condurlo ad una volontà simile a quella del secchiello e del mare, si' proprio all'episodio sognato da Sant Agostino.
(non rileggo perché altrimenti cancello o elimino o "aggiusto" e poi perché il mio peccato è la presunzione, subdola e nauseante, ma ci sto lavorando)
Bisous