Creato da anonimo.sabino il 06/09/2006

L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi di Gennaio 2015

SHELA (pausa nel salmodiare)

Post n°1828 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da anonimo.sabino
 

L’USO DELLA MEMORIA

     Sì, mi sono francamente rotto di tutta questa retorica conformista. E non credo di essere l’unico: mi piacerebbe sapere quanti sono a seguire gli stucchevoli omaggi televisivi d’obbligo all’olocausto. Non che io sia tentato di negarlo, essendo sempre, direi per nascita, dalla parte degli oppressi. Ma solo ebrei sono stati immolati ad Auschwitz? Perché non vengono celebrati i comunisti o presunti tali che vi sono finiti per non avere accettato il nazifascismo? Perché non servono più a nessuno.

     Non sono certo i martiri a darmi fastidio,ma l’uso che ne fanno i boia e i loro complici, più o meno consapevoli, con una memoria strumentale. Nel nome della shoah è nato uno stato etnico, di ebrei, che ha martirizzato la fragile Nazione Palestinese; che continua tuttora a martirizzarla, negandone perfino l’esistenza, soffocandola e maciullandola nelle sue “riserve”, come gl’Indiani ai tempi del Far West.

     La retorica della Memoria non è né curativa né educativa. Io so, anche per personale esperienza, che la cura naturale dell’orrore è l’oblio e che il culto della sua memoria educa soltanto al perpetuamento del rancore.  Si passi al culto della Pace, che vuol dire riconoscimento e rispetto dell’altro. E il nostro nuovo Presidente della Repubblica, chiunque sia, usi la sua memoria per andare in prima visita ufficiale a Ramallah, visto che anche Gerusalemme è sempre più colonizzata, in omaggio e in amicizia al Popolo Palestinese, il martire odierno del razzismo.

 
 
 

NEL SEGNO DELLA CROCE

Post n°1827 pubblicato il 30 Gennaio 2015 da anonimo.sabino
 

54.

     Serve intriganti e qualche pia rappresa;

schiavi piegati dalla fede al piede

d’un padrone fratello a volte in chiesa,

santo riccastro che investì prudente

gli spicci in vita eterna;

e su una massa apatica, indolente,

la gara dei maestri, ognuno erede

unico della mistica lanterna,

plebaico dispensiere

dell’eden a venire…

Ben rivelò lo Spirito i trambusti

che debbono precedere il Tonante;

e abusi, truffe, atrocità, disgusti;

degl’impostori l’arte maliziosa

d’avvincer donnicciole

gravide di pietà libidinosa;

ed infine il pericolo costante

che dell’arcano l’irrequieta prole,

stufa dacché la scrisse,

riaccenda i roghi dell’apocalisse…

    Inchiodato ai sacri pali,

il gesù fissava triste

vecchi e nuovi in terra i mali.

“Anche il dioniso desiste?

Proprio fine?” fa il Supremo.

“Va’, che tutto era fissato”.

“Vero. E tu l’hai rivelato”.

“Boh! Fra i tanti…E a pro di chi?

A patir con me da scemo

portai l’uomo, questo sì”.

     Anche il Dio Primo

sembra arcistufo sia dei Cani che d’Abramo;

e il Vento, mesto,

adesso è immoto come l’afa a mezz’agosto.

     “Bene!” Dio s’appresta al grande botto di buon buzzo.

“Ma l’Anticristo?” In trecent’anni manco il puzzo.

Solo un Decio (ed ecco, crepa già) toglie dai culti

di Stato, senza insulti,

l’ara che, nemica dell’Impero, mai lo allarma;

anzi, le masse degli schiavi gli disarma.

Altri trenta lustri e Diocleziano ha un suo tetrarca

che infine cerca

di donare ancora al cristianismo qualche santo,

ma già dopo il Trecento;

e siamo tanti che un esercito divino

può consegnare Roma stessa a Costantino…

     “Macché fine!” Si ridesta

il Paraclito e sussulta:

“E’ il tuo Regno! E te l’appresta

l’uomo stesso”. Dio singulta.

E l’epilogo precoce

si rimangia. “E’ il mio Pupillo

che un impero col sigillo

della croce mi ridà?”

“Lui, nel segno della croce”.

“Che pensata! Sì, che va”.

 

…Dio ci ha dato uno spirito di forza, d’amore, di saggezza… Purtroppo tutti gli Asiatici, tra cui Figelo ed Ermogene,hanno apostatato… Sai che i tempi finali sono difficili: egoismi, avidità,vanità… e parvenza di pietà… individui che vanno per la case ad accalappiare donnicciole cariche di peccati e mosse da passioni di ogni genere… mentre quelli che vogliono vivere pienamente in Gesù sono perseguitati… Finché un dì non sarà più la sana dottrina… ad esser preferita ma maestri compiacenti… Ma è vicina la parusia del nostro giudice (Paolo, II Ep. a Timoteo). Apocrifa come la I, ma ulteriore riprova di persecuzioni legate unicamente a conflitti interni. Fino a Diocleziano (innocuo Decio) non risulta alcun editto anticristiano, né che la repressione neroniana  varcasse Roma. Attribuendo agli altri il proprio furore, il Medioevo favoleggerà di un’Era dei Martiri che giustificasse e coprisse le pie atrocità cristiane su ebrei, pagani ed eretici, documentate dai cristiani Codici del Diritto Romano.

     °°°°°

Fine del terzo quaderno. Seguirà in appendice l'Apocalisse.

 
 
 

LA FRUSTA EPISCOPALE

Post n°1826 pubblicato il 29 Gennaio 2015 da anonimo.sabino
 

53.

     Al mondo morte. E in dote all’Aldilà

non canti e gioia dai predestinati,

bensì fede, speranza e carità:

tre modi di chiamare la paura.

Il bello? Il gaio? Il giusto?

Parole. L’uomo vecchio fu lordura;

ma fu in Gesù sepolto, con gli ornati

d’arte, l’erudizione, il giuoco, il gusto.

Mentre il redento, asperso,

dal sacro sangue sparso,

membro del corpo di Gesù diviene;

e ha vita in Cristo, fuori dell’arteria

che alla foce trarrà l’umano gene,

per ritornare a chi lo fece un giorno…

Nerone sì, ci spinse

nel falso allarme. Ma sfavilla il forno

che annienterà per sempre la materia.

E tu, se identità mai ti convinse

d’esser sabino o russo,

pelo di Cristo sì, che sei te stesso.

     Ma più tarda questa fine,

più l’attesa surriscalda

maghi, astrologhi, indovine;

e la fregola ribalda

dei maestri; e vecchie pie

sempre in giro a inventar ciarle.

Hai tu voglia a diffidarle

che la donna solo può

recitare litanie

o ascoltare… Ma a che pro?

     E’ un bel cimento

disciplinare chi la fede chiamò santo,

nel ruolo in serbo

di cancellare gl’idolatri e il loro morbo.

     “Scrivi tu i precetti necessari… A firma falsa?

Tale non è, se a confermare il Vero è valsa.

Dettali e ripetili, o mio vescovo, a sti bolsi

che dalla Legge sciolsi:

primo, soggezione; che tu sai come s’addica

a contrastare l’onda eretica nemica,

oltre che a sedare malumori e sedizioni.

Lega a digiuni

pregni di liturgico fervore il malcontento,

alla promessa il pianto,

i figli al capo di famiglia o alla colonna,

alla consegna del silenzio schiavo e donna.

     Zitto, schiavo, sì, ma sveglio!

Ché i padroni a Dio venuti

van serviti pure meglio.

Come vanno sostenuti

(mai si parli di protesta)

quanti il pio tien sulla groppa:

piena il prete avrà la coppa

e la veste nera o blu;

al diacono la cresta;

ai neofiti il sagù.”

 

…Scelti prima della creazione… per natura meritevoli d’ira… siete salvi per la fede, che non è da voi, ma è dono di Dio… Siate un solo corpo… e deponete l’uomo vecchio… Le mogli siano sottomesse ai mariti… i figli ai genitori… i servi ai padroni… (Ep. di Paolo agli Efesini) …Capo del corpo che è la Chiesa…Gesù tutto riconciliò a Dio col suo sangue… e in lui voi siete stati sepolti e risuscitati… Cristo sia tutto in tutti… Mogli… figli… servi…come sopra…(Ep. di Paolo ai Colossesi) …Ti lasciai a Efeso per contrastare i diffusori di altre dottrine… Ho consegnato a Satana Imeneo  e Alessandro… Ma si preghi e si rendano grazie per i re e per tutte le autorità… La donna impari in silenzio… i diaconi non siano voraci… i preti si trattino con doppio onore… Gli schiavi di padroni credenti… li servano anche meglio… (pseudo Paolo, I Ep. a Timoteo)

 
 
 

L'IRREQUIETA PROLE DELL'ARCANO

Post n°1825 pubblicato il 28 Gennaio 2015 da anonimo.sabino
 

52.

     Ha un suo scrivano e un suo vangelo ha steso

ogni parrocchia. Presta firme illustri

amor di verità al prelato obeso;

sì che Giovanni avalli il frate insulso

girovagante a caccia

d’un cespite ed il Poco un servo espulso

da chi sprezza i servizi suoi trilustri.

E Paolo è il nome che lo scriba spaccia

più spesso; prediletto

a dare ormai lo sfratto

al vecchio sovietismo dei Vegliardi,

via via che a capo un vescovo s’installa,

come in Antiochia Ignazio e presto o tardi,

su un corpo di Gesù di testa privo,

uno per ogni sede.

Lui, il Buon Ladrone, no, non tornò vivo,

dopo che il capo mozzo usò da palla

quel dì Nerone: un calcio, un urlo, il piede

ritratto pesto e inerte

e Tre Fontane dai rimbalzi aperte.

     “Lui che al nastro fu il cavallo

tredicesimo, ma primo

risultò poi sullo stallo

(sì che a firma sua mi esprimo),

sugli Anziani Tito eresse:

tu, mio vescovo, riscuoti;

da’ alla Chiesa i sacerdoti

e lo Spirito al suo tè;

mai a femmina le messe,

ma il rosario ed il crocè!”

     Così la penna

episcopale, che su tutti il Poco affanna,

feconda versa

in sante epistule e vangeli a firma falsa:

     “Come Tito a Creta, dove fu lasciato apposta,

gestisca il vescovo ogni lascito ed imposta;

ma stabilirà più d’ogni bene la dottrina

e in lei la disciplina.

Se Gesù fu un uomo, se lo Spirito è persona,

se gli altri Dei son divi o no, se va l’icona…

Tante soluzioni quante teste per ciascuna

questione. E mena

scontri d’ambizione ogni diatriba tra i maestri,

vittime oscure e illustri

ogni conflitto d’interesse e di pretese;

e appresso i giudici a sedare le contese.

     Di dottrina il Pope imbeva

quindi i suoi poteri augusti,

per piegare quanti alleva,

schiavi, donne e bellimbusti.

Ché se alleva una spelonca

di serpenti e ventri pigri,

né vi mancano le tigri,

li trasforma in colibrì

più la dieta che la ronca,

più la messa che il balì.”

 

La III Epistola di Giovanni e quella di Paolo a Filemone sono apocrifi volti a raccomandare il predicatore ambulante o lo schiavo scaricato. Ma sono decine le epistole e i vangeli apocrifi. La leggenda delle Tre Fontane è più credibile degli sforzi di estraniare Paolo dall’incendio di Roma o di attribuirgli la Lettera aTito… Ti ho lasciato a Creta per regolare ciò che resta da fare e per stabilire presbiteri in ogni città… Il vescovo infatti è l’amministratore di Dio. Ma deve essere irreprensibile… in grado d’illuminare con la sana dottrina e di confutare le critiche, essendovi molti spiriti insubordinati, chiacchieroni e ingannatori… bugiardi, male bestie e ventri pigri… Egli insegni… a non spettegolare e non ubriacarsi… la sottomissione al marito… come al padrone…tutti a magistrati e autorità… e che non li salvano le opere… (Ep. per me apocrifa di Paolo a Tito) 

 
 
 

IL LANCIO DEL NUOVO CRISTO

Post n°1824 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da anonimo.sabino
 

51.

     Sorpreso più di Tacito, il buon Dio

rimane lì a cercare a bocca aperta

se anticipò un Serapide l’avvio

ad un qualche Giudizio di provincia…

Beh, tanto ci rimane

che invece del Giudizio qua comincia

l’Era dei Martiri. La pena inferta

a esaltati plebei dal pescecane

fa a Cristo il dono acconcio

d’un colossale lancio.

La crudeltà subita non soltanto

prevarrà su un’accusa meritoria,

ma cristiano farà chi d’altro vanto

non si possa vestire che del credo

d’eletto cittadino

d’un regno sovrumano. E’ il suo corredo

l’aureola dei martiri, alla storia

trasmessa e al mito, sì che sia mattino

dell’Era che i cristiani

santificando stermina i pagani.

     Né da Flavi o da Antonini

né in due secoli alcun danno

più cadrà sui gesuini.

Tanto, martiri faranno

poi le favole i soavi

il cui zelo ancora inerme

strugge boschi sacri ed erme,

fino a quando su empietà

e vergogne ben più gravi

più potere non avrà;

     finché l’umana

stolta sapienza estinta sia dalla divina

e il mondo sia

inginocchiato alla salvezza galilea.

     Ora, nell’attesa di bruciare biblioteche,

fucine e macchine latine e scuole greche,

perché Cristo regni ed ogni errore si cancelli,

si aggregano i fratelli.

Folle o dissoluto, a volte, il capo che li aggrega

e li denuda; spesso ladro di bottega;

mentre in mezzo al gregge ingordi, tossici,irrequieti,

sempre devoti

di quel dio Serapide che a noi salvezza arcana

dalla sua croce mena,

ora lo sanno il nazareno sceso in lizza

che con Pilato mo Nerone storicizza.

     Nasce il vescovo, a tenere

baldi spiriti alle funi

e i mansueti dal piacere

e dagli altri mali immuni;

a gestire la bufera

di scismatiche battaglie;

e a celare le frattaglie

d’empi e Dei fatti ragù

nella favola di un’Era

che straziava la virtù.

 

Svetonio (Nerone) è per la voce che attribuisce a Nerone l’incendio; ma ne annovera tra i meriti l’avere represso e ucciso i cristiani, nuovo fanatismo superstizioso. L’apocrifo di Giuda fratello di Giacomo sembra diretto agli incendiari di Roma… Si sono infiltrati tra noi individui predestinati alla condanna… Spinti dalle proprie fisime, contaminano il corpo, disprezzano il Signore e insultano gli Esseri Gloriosi… bestemmiano ciò che ignorano… sono la sozzura dei vostri pasti… sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro passioni…Voi carissimi ricordate la predizione… “Alla fine dei tempi verranno impostori…” Tali sono i fautori di divisioni, gente materiale, priva di Spirito… Convincete quelli che vacillano, altri salverete strappandoli dal fuoco; ma altri compatiteli con timore, senza sfiorare neanche la veste contaminata dalla loro carne… Amen (Epistola di Giuda).

 
 
 


 

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