L'altra campana

I SATANA DELL'ASCETA

118.

     “La tua promessa”, gli obiettava, “se ricordi,

fu una divina figliolanza ed un reame,

oltre il dominio che terrò sulle mie brame...”

E il guru a lui: “Non io ti nego orate o tordi.

Nulla ti nego. Ma io dico che gl’ingordi

da Dio non hanno né i natali né le trame;

che solo l’anima lontana dai bagordi

riavrà il divino stame”.

119.

     Quaranta giorni a frugolare nei deserti.
E fu l’esame col demonio Pelacane:

“Basta, per vincere la fame, che l’inane

fronte dei poveri e il suo guru tu diserti;

ma essendo un dio, non far l’ipocrita: converti

le pietre in pani!” E il cristo: “Non di solo pane

si vive”. “No. Però ci vuole”. “Ai tuoi liberti

da’ le tue stozze e al cane!”

120.

il diavoletto che chiamavano Successo:

“Vien qua sul monte e guarda tu se è qualche fesso

o il mondo intero ad aspettare un re divino.

Povero te se, intraprendendo il tuo cammino,

sbagliassi il passo e paventassi un qualche eccesso,

nel presentarti come l’uomo del destino

da questo primo ingresso!”

Allora Gesù, ripieno dello Spirito Santo, lasciò il Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto per quaranta giorni, a subire le tentazioni del diavolo. Durante quei giorni non mangiò nulla; e dopo che quelli furono trascorsi sentì fame. Allora il diavolo gli disse: “Tu che sei figlio di Dio, di’ a queste pietre che diventino pane!” Ma Gesù gli rispose: “Sta scritto che non di solo pane vive l’uomo... ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio” (aggiunge Matteo alla citazione del Deuteronomio alterandone il senso). Il diavolo, menatolo in alto, gli mostrò in un flash tutti i regni del mondo e gli disse:”Ti darò tutta la potenza e la gloria di questi regni... se ti prostrerai ad adorarmi…” (Luca 4, 1-5)