L'altra campana

IL GESUCRISTO ALESSANDRINO

40.

     Chi mai nel ghetto

dell’Alessandria tua l’avrebbe scritto

che uomo vero ti saresti fatto?

     Tu, messo in croce da una costumanza

nuova per noi romani, come s’usa

in Egitto hai d’un ciuco la sembianza;

ma ovunque la salvezza hai tu diffusa.

Te donò il migrato ebreo,

Tolomeo re propizio,

per Messia da entrambi atteso

all'arreso, ebreo o egizio,

     Serapide;e per poco per i mondi

a ebrei e no salvezza ancora spandi,

da quando regalasti nome e chiesa

a un gesù uomo, icona con te fusa.

     Tu, che del cristo un dioniso facesti,

il gesù-cristo tu così forgiasti;

avendo in liturgia e in sacri testi

ridefinito un Regno senza fasti,

offri riti e sacramenti,

da altri venti culti avuti,

alla neocristiana tuba

che ti ruba gli attributi.

I fautori del dio Serapide si autodefiniscono vicari del Cristo (Storia Augusta, vita diSaturnino, 8, 2- Adriano). Ilculto di Serapide, un dio che i superstiziosi (gli adepti ai Misteri) venerano più di ogni altro (Tacito, citato) è la religione egiziano-giudaica di cui lo stesso storico parla altrove: nel 19 a Roma si discusse dell’abolizione del culto egiziano-giudaico. Un senatusconcolto stabilì che quattromila liberti, infettati da quella superstizione, fossero deportati in Sardegna per reprimervi il brigantaggio... Tutti gli altri dovevano lasciare l’Italia (Tacito, Annali II,85). Promosso dai Tolomei nella colonia ebrea di Alessandria d’Egitto per amalgamare egiziani, ebrei e greci, dilagò tanto che il III Rione della Roma di Augusto era chiamato Isis et Serapis.