L'altra campana

I GESU' ALLA DERIVA

86.

    Fior di cerasa,

come non nacque nume senza chiesa,

morte non ebbe che da lei decisa.

    Mentre la mandriola sua si squaglia,

lo fa tradurre il papa al Sant’Uffizio;

ma quel profeta che insolente raglia

già condannò: se mente avrà il supplizio

e se fosse il dio Patire

per morire venne apposta;

né negare può il rabbino

al destino il nullaosta.

    Così, mio Nazareno, tu morivi

mentre da Dio Patire recitavi.

Ma non tu nel Getsemani sudavi.

Né tu salisti al Monte degli Ulivi.

    Trarrà le turbe al Monte il Mago ed Unto

detto il Gesù che dall’Egitto è tratto,

là da Felice, non da me, raggiunto.

E il Bar pregava l’Abba nell’anfratto:

per il morto nelle botte

con mignotte e bari in chiesa

la sua gang, dopo i subbugli,

tra i cespugli fu sorpresa.

L’angosciosa notte nel Getsemani e il testo della sua preghiera si addicono soltanto a un profeta ricercato per omicidio di nome BarAbba; e al Monte degli Ulivi riunirà i suoi seguaci l’Egiziano …Condussero Gesù dal sommo sacerdote Caifa... e cercavano falsi testimoni... Gesù taceva...“Sei tu il Cristo figlio di Dio?” “Tu l’hai detto...” E quelli gridarono: “E’ reo di morte”. Gli sputavano in faccia e lo percuotevano... Mentre Pietro, che stava fuori in cortile... giurava: “Non lo conosco”. E il gallo cantò... Allora Giuda il traditore, vedendo Gesù condannato... riportò le trenta monete ai sommi sacerdoti... che ci comprarono il campo del vasaio, mentre Giuda andava ad impiccarsi (Matteo 26,57 – 27,16 che stravolge Zaccaria 11,12 e lo cita come Geremia. Cfr Marco 14, 53-ss e Luca 22, 54-71).